Dio ci parla per mezzo di Geremia
Geremia capitolo 1
Le
parole di Geremia figlio di Ilchia, uno dei sacerdoti che erano ad
Anatot nel paese di Beniamino, 2 a cui la parola di Geova fu
rivolta ai giorni di Giosia figlio di Amon, re di Giuda, nel
tredicesimo anno del suo regno. 3 E continuò a essere rivolta ai
giorni di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, fino al termine
dell’undicesimo anno di Sedechia figlio di Giosia, re di Giuda,
finché Gerusalemme andò in esilio nel quinto mese.
4 E
la parola di Geova cominciò a essermi rivolta, dicendo: 5 “Prima
che io ti formassi nel ventre ti conobbi, e prima che tu uscissi dal
seno ti santificai. Ti feci profeta alle nazioni”.
6 Ma
io dissi: “Ohimè, o Sovrano Signore Geova! Ecco, realmente non so
parlare, poiché non sono che un ragazzo”.
7 E
Geova proseguì, dicendomi: “Non dire: ‘Non sono che un ragazzo’.
Ma a tutti quelli ai quali ti manderò, devi andare; e tutto ciò che
ti comanderò, devi pronunciare. 8 Non aver timore a causa delle
loro facce, poiché ‘io sono con te per liberarti’, è
l’espressione di Geova” - Geremia 1:1-8
Chiediamo aiuto a Geova per pronunciare le Sue esatte parole?
Come abbiamo accennato
nell'articolo introduttivo, possiamo vedere come Geova conobbe e
santificò Geremia prima ancora della sua nascita.
Geremia non si sente in alcun
modo all'altezza del suo incarico (come ci saremmo sentiti noi?) ma
l'Iddio Onnipotente lo incoraggia e rafforza.
Gli ultimi versetti riportati
dovrebbero farci riflettere sulla fiducia personale che abbiamo in
Geova.
Forse non siamo stati
personalmente incaricati di predicare contro l'Israele apostata ma ad
ognuno di noi, oltre ad andare a predicare, ovviamente, è richiesto
di studiare e cercare di comprendere la Sua Parola.
Quanti di noi non osano
neppure avvicinarsi ad uno studio approfondito della Parola di Dio
non solo per un malriposto senso di lealtà verso coloro che
dovrebbero guidarci, ma anche a motivo del timore di non riuscire
a comprenderla?
Per "studio approfondito"
non si intende ripetere a pappagallo quello che altri ci hanno
insegnato ma fare un personale studio della Bibbia utilizzando
soltanto la Bibbia.
Ovviamente l'umiltà è una
qualità apprezzabile ed infatti Geremia non fù sgridato per aver
detto "Non sono che un ragazzo" ma dove finisce l'umiltà
ed inizia la mancanza di fede?
Se abbiamo imparato, dalla
Bibbia e non certo da questo blog, che dobbiamo studiare
personalmente e scavare e, nonostante ciò, ci diciamo (a parole o
con i fatti) "Lasciamo fare agli altri" ci stiamo prendendo
la nostra personale responsabilità o stiamo facendo scaricabarile
nella speranza di non essere toccati da un eventuale giudizio futuro?
È umiltà o pigrizia?
Se desideriamo davvero
comprendere la Bibbia (quindi la volontà di Dio) faremo ogni
premuroso sforzo in tal senso e pregheremo Colui che dà
generosamente a tutti e senza biasimare – Giacomo 1:5-8
A
ciò Geova stese la sua mano e le fece toccare la mia bocca. Quindi
Geova mi disse: “Ecco, ho messo le mie parole nella tua bocca.
10 Vedi, ti ho dato incarico in questo giorno di essere sulle
nazioni e sui regni, per sradicare e per abbattere e per distruggere
e per demolire, per edificare e per piantare” - Geremia 1:9, 10
L'Iddio Onnipotente toccò le
labbra di Geremia affinché adempisse correttamente e intrepidamente
il suo incarico di profeta.
Le parole che egli avrebbe
pronunciato contro i suoi stessi fratelli non sarebbero certo
state piacevoli.
Si parla di sradicare,
abbattere, distruggere, demolire...
Solo alla fine si menziona
l'edificare e il piantare.
È chiaro che un cambiamento
così radicale non sarebbe potuto avvenire in maniera "pacifica"
tantopiù che il suo uditorio non era composto da persone gentili,
umili e malleabili.
Proviamo a pensare a noi e
alla nostra situazione.
Certo noi non siamo Geremia e
Geova non toccherà la nostra bocca ma anche noi abbiamo l'obbligo
di pronunciare le esatte parole di Geova.
Quando diciamo che "tutte le profezie si sono adempiute" e che stiamo aspettando solo più il nuovo mondo, stiamo pronunciando le esatte parole di Geova o la visione del nostro proprio cuore?
Questo mette alcuni di noi in una posizione molto scomoda.
Se dovessimo comprendere che
un certo messaggio di giudizio è rivolto contro i nostri fratelli,
cosa dovremmo fare?
Certo era tutto "più
semplice" (relativamente parlando) quando pensavamo che i messaggi di giudizio di Geova
fossero sempre rivolti agli altri.
Ovvero alla cristianità.
E
la parola di Geova continuò a essermi rivolta, dicendo: “Che vedi,
Geremia?” Dunque dissi: “Vedo un germoglio di mandorlo”.
12 E
Geova proseguì, dicendomi: “Hai visto bene, poiché vigilo
riguardo alla mia parola per metterla in atto” - Geremia 1:11, 12
Come fa comprendere la nota
relativa al “mandorlo”, esso è un appropriato simbolo di
vigilanza in quanto esso è "uno dei primi alberi a fiorire in
primavera".
Questi versetti dovrebbero
anche farci riflettere sul fatto che non saranno le nostre idee
preconcette o le nostre illusioni a cambiare la volontà di Dio.
L'Iddio Onnipotente vigila
sulla Sua Parola per metterla in atto e noi dobbiamo semplicemente
accertarci della Sua Volontà – Isaia 55:11
Se vogliamo sopravvivere,
dobbiamo agire di conseguenza.
Stiamo facendo davvero ogni
sforzo per cercare di comprendere qual è la volontà di Dio per noi?
- confronta Giovanni 9:40, 41
13 E
la parola di Geova mi era rivolta per la seconda volta, dicendo: “Che
vedi?”
Dunque
dissi: “Vedo una caldaia sulla quale si soffia, e la sua bocca è
lontana dal nord”.
14 A
ciò Geova mi disse: “Dal nord si scioglierà la calamità contro
tutti gli abitanti del paese. 15 Poiché, ‘ecco, chiamo tutte le
famiglie dei regni del nord’, è l’espressione di Geova; ‘e
certamente verranno e porranno ciascuno il suo trono all’ingresso
delle porte di Gerusalemme, e contro tutte le sue mura all’intorno
e contro tutte le città di Giuda. 16 E certamente pronuncerò
riguardo a loro i miei giudizi su tutta la loro malizia, in quanto
hanno lasciato me e continuano a fare fumo di sacrificio ad altri dèi
e a inchinarsi davanti alle opere delle loro proprie mani’ -
Geremia 1:13-16
Queste parole ci ricordano
qualcosa?
Dallo studio della Bibbia
abbiamo visto che l'identità del "re de nord" è cambiata
varie volte ma quello che ci interessa in questa serie di articoli è
comprendere come Geova si sia servito di queste potenze per punire il
Suo stesso popolo.
Solo questo dovrebbe farci
riflettere sul fatto che, tali giudizi, non possono applicarsi alla
cristianità.
La cristianità, in quanto
inganno satanico, non è mai stata il popolo di Dio e semplicemente
"asserire" di esserlo non è sufficiente affinché Geova li
chiami "mio popolo" o "mio pascolo" – confronta
Gioele 1:7, 8
La difficoltà, semmai, è
comprendere quando certi giudizi sono rivolti al Suo popolo (oggi
sparso in tutto il pianeta) e quando sono rivolti al suo
vecchio popolo.
Se ci attacchissimo
all'intendimento secondo cui "Israele non ha più alcuna
importanza nelle profezie" allora non ci sarebbe alcun dubbio.
Noi sappiamo, però, che
Israele ha ancora molta importanza nella profezia biblica; ha
soltanto cambiato nome.
Comunque mentre uno dei due
popoli sarà disciplinato con l'obiettivo d'essere ricondotto con
misericordia, per quanto riguarda l'altro non ci sarà più alcuna
misericordia – confronta Matteo 21:44
Ovviamente la distinzione non
è così netta perché il giudizio sarà sempre una cosa personale.
Molti abitanti di Babilonia la
Grande, infatti, potrebbero pentirsi prima del giudizio finale –
Rivelazione 11:13
Viceversa molti di coloro che
avrebbero potuto far parte di quel popolo radunato da tutte le
nazioni, potrebbero semplicemente non esserci più – confronta Amos
5:3, 4
Quindi la domanda che ognuno
di noi dovrebbe farsi è... "Io, personalmente, faccio ancora
parte del popolo di Dio?" - confronta 2 Corinti 13:5
“E
in quanto a te, ti devi cingere i fianchi, e devi levarti e
pronunciare loro ogni cosa che io stesso ti comando. Non essere
colpito da alcun terrore per causa loro, affinché io non ti colpisca
di terrore davanti a loro. 18 Ma in quanto a me, ecco, ti ho reso
oggi una città fortificata e una colonna di ferro e mura di rame
contro tutto il paese, verso i re di Giuda, verso i suoi principi,
verso i suoi sacerdoti e verso il popolo del paese. 19 E di sicuro
combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché
‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
- Geremia 1:17-19
Quando furono pronunciate
queste parole, esse erano dirette indubbiamente alla letterale
nazione di Israele o ad una parte d'esso.
Sappiamo che una cosa simile
accadrà quando Dio farà predicare i due testimoni vestiti di sacco;
avvenimento ancora futuro e che precede il ripristino totale
della vera adorazione.
Essi predicheranno in quella
città "dove anche il loro Signore fu messo al palo" e
quindi il collegamento con Gerusalemme è evidente – Rivelazione
11:8
Dal momento che gli abitanti
di Babilonia la Grande avranno l'opportunità d'uscire da essa fino
all'ultimo momento, comprendiamo che molti di questi avvertimenti
sono diretti particolarmente a loro.
Questo potrebbe significare
che l'opera di predicazione dei cristiani dovrebbe includere questo
importante aspetto.
Quando abbiamo attaccato
"Babilonia la Grande" pensando che fosse la falsa religione
ed in particolare la cristianità, l'abbiamo fatto zelantemente e convinti che
questa fosse la volontà di Dio; cosa faremmo se dovessimo
comprendere che tale messaggio è rivolto, invece, alle persone più
ricche e potenti del pianeta?
Sicuramente questo accadrà
durante la predicazione dei due testimoni vestiti di sacco quindi non
è escluso che parte della disciplina da parte di Geova sia dovuta
proprio al fatto di non aver avvisato chi davvero doveva essere
avvisato – confronta Ezechiele 3:17, 18
È anche molto probabile che
gli stessi due testimoni di Rivelazione citeranno parte di questo
libro quando ottempereranno al loro incarico.
Dal momento, però, che il
giudizio di Geova si abbatterà su tutti coloro che erano il
popolo di Dio ed il giudizio sarà personale, farà bene
ognuno di noi a chiedersi in che posizione si trova.
Tutto ciò che è stato
scritto anteriormente è stato scritto per nostra istruzione.
Se "Dio ci parla per
mezzo di Geremia", noi saremo pronti ad ascoltare?
Caro Israeli, sono perfettamente d'accordo con te quando dici che il vero studio della Bibbia non è quello di ripetere a pappagallo le idee e concetti degli altri ma fare ricerche a 360° nella Bibbia. Abbiamo una grande responsabilità personale e collettiva come l'aveva Geremia. Se vediamo più chiaro il futuro grazie allo studio delle profezie non possiamo tacere.....
RispondiEliminaCiao Will, grazie per il tuo intervento. Sentivo un po' la mancanza dei tuoi interventi. Grazie per il sostegno
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