Noi chi siamo? Dove saremo?
Quando
i 144.000 eletti inizieranno a predicare tra le nazioni, quale
reazione possiamo ragionevolmente aspettarci dalle varie
organizzazioni religiose?
Una
reazione favorevole sarebbe un’implicita ammissione di non essere
mai stati l’organizzazione di Dio, di
aver sbagliato molte cose (intendimenti, dottrine, profezie, pratiche
burocratiche) e di aver imposto “comandi di uomini” come dottrine
anziché il puro insegnamento – Marco 7:6-8
Sarebbe
un’implicita ammissione di non essere mai stati veramente guidati
da Dio, a prescindere dalle persone sincere presenti nelle proprie
fila e a prescindere dal “successo ottenuto” nel mondo.
Ovviamente
il giudizio su ogni singolo sarà mitigato in base a quanta
importanza avrà dato alla Parola di Dio e quanto sarà stato
coerente con quanto era possibile conoscere nei tempi dell’apostasia
(confronta Rivelazione 3:10) ma che dire di coloro che tirano le fila
di queste organizzazioni? - Giacomo 3:1
Può
darsi che qualcuno di loro si ravvederà sciogliendo di buon grado
l’organizzazione al fine di adattarsi alle istruzioni di coloro che
avranno l’incarico e l’autorità di ristabilire la vera
adorazione, ma possiamo facilmente intuire che questo non succederà
per la stragrande maggioranza d’esse.
Al
contrario, possiamo immaginare che stringeranno maggiormente le
maglie per trattenere i propri fedeli – confronta Matteo 23:13-15
Non
è più scandaloso asserire che molti personaggi del clero usino le
proprie “pecore” per arricchirsi, comunque anche la semplice
perdita dell’immagine e dell’autorità potrebbe risultare molto
doloroso.
Doloroso
per chi non avrà messo veramente l’autorità del Signore al di
sopra della propria.
Quindi
possiamo aspettarci una serie di ammonimenti e risoluzioni (qualcuno
direbbe “circolari”) da parte di queste guide affinché nessuno
ascolti questi predicatori che passeranno sicuramente per “apostati”
– Matteo 24:9, 10
Il
singolo fedele, quindi, dovrà dimostrare a chi è rivolta la propria
lealtà.
Il
popolo di Israele del primo secolo ebbe il privilegio e l’opportunità
di conoscere e ascoltare il Maestro ma come reagì, in gran
maggioranza?
Perse
l’opportunità di fare la cosa giusta preferendo ascoltare i loro
“maestri della Legge” i quali temevano davvero di perdere
l’autorità – Giovanni 7:48, 49
Il
popolo non si accertò delle profezie preferendo ascoltare chi
aveva secondo loro l’autorità di dire cosa credere e cosa non
credere – confronta Giovanni 7:52; Isaia 9:1, 2
Siamo disposti ad imparare almeno quanto siamo disposti ad insegnare? |
Che
parte avremo, noi, in tutto questo?
Saremo
umili e disposti al cambiamento come i discepoli del Signore o ci
comporteremo come la maggioranza degli israeliti?
È
inutile girarci troppo attorno.
Da
come vanno le cose al presente, questa “congregazione” non sembra
proprio essere nelle condizioni migliori per accettare un
cambiamento, anche minimo.
Il
fatto che questo blog sia seguito da quattro persone dovrebbe già
essere indicativo di qualcosa.
Qualcuno
dirà che “non condivide certe spiegazioni” e questa posizione,
benché assolutamente legittima, è spesso solo una
scusa per non vedersi costretti ad approfondire certe tematiche.
È
spesso semplicemente una scusa per non essere costretti a scoprire
cose che potrebbero non piacerci.
La
teoria vorrebbe che noi fossimo quelli che si accertano
regolarmente di ciò in cui credono – 1 Tessalonicesi 5:21; 2
Corinti 13:5
La
teoria vorrebbe pure che in particolare tra di noi dovrebbero esserci
i veri bereani cioè quelli che confrontano le Scritture per vedere
“se le cose stanno così” - Atti 17:11
Neanche
a dirlo, noi dovremmo essere quelli che si amano di un’amore senza
ipocrisia e che si sforzano di aiutare qualcuno che, in buona fede,
sta deviando dal sano insegnamento – 2 Timoteo 3:16, 17
Quindi
per essere coerenti con quanto sopra, se davvero un cristiano non
condividesse certe spiegazioni dovrebbe innanzitutto scendere
nel merito e spiegare con le Scritture per
quale motivo ritiene di non essere d’accordo.
Questo
aiuterebbe entrambe le parti ad approfondire meglio l’argomento e
ad arrivare più facilmente ad una visione condivisa; obiettivo che è
stato incoraggiato fin dal primo giorno/articolo.
Entrambe
le parti, d’altronde, dovrebbero avere il solo obiettivo di far
parlare la Bibbia, non è vero? - 1 Tessalonicesi 2:13
Invece,
proprio da coloro che asseriscono di intavolare un dialogo con tutte
le “persone del mondo” non arriva nulla (salvo qualche felice
eccezione).
Certo
era facile intavolare un dialogo quando dovevamo dimostrare le false
dottrine della cristianità, sapendo che avremmo avuto ragione
attraverso l’assoluta coerenza della Parola di Dio.
Era
facile intavolare un dialogo quando “avremmo avuto ragione noi”,
sapendo di conoscere la Bibbia meglio del nostro interlocutore (e non
è affatto detto che sia stato sempre così).
Che
dire, però, quando il nostro interlocutore pone delle serie
obiezioni in merito alle nostre credenze e dottrine argomentandole
con la Bibbia?
Notare
che non si sta ipotizzando se il nostro interlocutore pone delle
obiezioni sulla Bibbia, ma sulle nostre credenze,
attraverso la Bibbia.
Ebbene,
in quel caso la persona è “accecata”, “sviata dalla propria
organizzazione religiosa” o addirittura “apostata”?
L’affermazione
secondo cui i 144.000 ripristineranno la vera adorazione potrebbe
apparire strana per coloro che non hanno seguito gli articoli
dall’inizio.
È
solo normale rimanere stupefatti o confusi.
Qualsiasi
affermazione può apparire strana se non si conoscono gli antefatti
ma decidere se approfondire o meno qualsiasi affermazione è una
decisione personale e dimostra cosa ci sta veramente a cuore.
Cosa
dobbiamo dunque dedurne quando un nostro fratello chiude ogni
possibilità di dialogo, con noi, dicendo “non mi interessa” o
più opportunisticamente un generico “non condivido queste
spiegazioni”?
A
parte tutte le considerazioni che potremmo farci sulla profondità
della propria fede e se essa è basata davvero sulla conoscenza
e non sulla sudditanza, sicuramente possiamo dedurne che non
sono disposti al cambiamento – confronta Matteo 3:7-9
Anzi,
non sono disposti neppure ad immaginare un cambiamento.
Quindi
cosa accadrà quando i veri testimoni di Geova e del Signore
busseranno alla nostra porta, pur avendo la Bibbia alla mano, pur
dimostrando di avere lo spirito e l’approvazione di Dio?
Molto
probabilmente, invece di accertarci con la Bibbia di ogni loro
parola, diremo quello che ci diranno di dire coloro i quali adoriamo
davvero.
Solo
che per allora non ci sarà più il tempo per aspettare “nuova
luce” o “nuovo cibo imperfetto a suo tempo” perché da lì a
poco apparirà il falso profeta che farà grandi segni e prodigi e
tutte le religioni si prepareranno per essere unificate o sparire –
Daniele 11:37; Matteo 24:24
Riflettano
attentamente sull’importanza della conoscenza biblica tutti coloro
che cercano di sminuirla dicendo che l’unica cosa importante è
“volersi bene” - Giovanni 17:3
Amare
Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente implica sforzarsi di
conoscere Colui che si pretende di amare ascoltando le Sue parole –
Giovanni 17:17; Matteo 7:22, 23
Se
qualcuno sta pensando che le parole usate in questo articolo sono
“troppo forti” pensi a se stesso e alla propria posizione quando
certe cose inizieranno ad accadere.
Quando
Babilonia la Grande causerà le guerre che purtroppo si aspettano
coloro che prestano attenzione alle profezie, in che
posizione saranno tutti coloro che, pur avendo avuto l’opportunità
di accertarsi di queste cose, hanno liquidato l’argomento
con un “non mi interessa”?
E’
forse meglio pensare di misurare le parole, di non offendere nessuno,
raccontarci che siamo l’organizzazione di Dio e che tutto va bene,
che tutte le profezie si sono ormai adempiute?
È
forse meglio raccontarci che i piccoli problemini in seno a questa
organizzazione o altre sono di “carattere burocratico”,
secondario, nulla che valga la pena rimettere seriamente in
discussione alla luce delle Scritture?
Vogliamo
continuare a raccontarci che stiamo studiando la Bibbia
veramente e non le pubblicazioni?
Vogliamo
raccontarci che c’è libertà di parola e di confronto e che
veramente confrontiamo le Scritture per vedere “se”
le cose stanno così?
O
forse confrontiamo le Scritture solo per confermare che
le cose stanno e devono stare così?
Ognuno
faccia le proprie considerazioni.
Quando
il rimanente fedele di Israele si rivelerà, esso sarà odiato da
tutte le nazioni proprio a motivo della loro predicazione.
Noi
dove saremo, per allora?
Saremo
in grado di riconoscerli grazie ad un accurato studio delle Scritture
o ci uniremo al resto del mondo nell’odiarli o sminuirli?
Entreremo
a far parte di quel popolo che “ha il compito di rendere
testimonianza a Gesù” o diventeremo i testimoni, più o meno
involontari, del falso profeta? - Rivelazione 12:17; 13:14
Possa
ognuno di noi riflettere attentamente sul proprio
atteggiamento e accertarsi della perfetta volontà di Dio che, al di
là di qualsiasi direttiva umana, sarà l'unica a condurci verso la
salvezza – Salmo 146:3; Malachia 3:17
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