Daniele: le bestie del passato nel tempo della fine
“‘In
quanto a queste grosse bestie, siccome sono quattro, ci sono quattro
re che sorgeranno dalla terra” – Daniele 7:17
Come
è stato riconosciuto in diversi articoli precedenti di questo blog,
i condizionamenti ricevuti nell’arco degli anni possono essere
molto forti e spesso diventano assolutamente inconsci.
Ciò
si è visto chiaramente e molte volte da tutti coloro che hanno
provato a parlare di Bibbia con persone religiosamente schierate.
Anche
di fronte alla più eclatante evidenza scritturale, si è visto come
molte persone non capissero concetti semplici come il Nome di Dio o
l’inesistenza della “madonna” intesa alla maniera dei cattolici.
Ovviamente
il problema è che è molto facile vedere i preconcetti negli altri
mentre lo è un po’ meno vederli in noi stessi.
Questo
articolo introduttivo cambierà drasticamente l’identità di un
soggetto importante come il “piccolo corno” e mostrerà come,
anche nel nostro caso, una premessa sbagliata, ovvero un preconcetto,
abbia falsato la visione generale del messaggio profetico.
Seguirà
dunque un secondo articolo a dimostrazione dell’effetto domino che
tale cambiamento produce nel nostro intendimento.
Parlando
della statua del sogno di Nabucodonosor finora l’abbiamo sempre
vista in questo modo (segue immagine).
I re sono tutti re del nord... ma sono cinque? |
Articoli
quali “chi è il piccolo corno che si fece grandissimo?” e
“ricontiamo il numero dei re e comprendiamo la profezia” avevano
messo in risalto, attraverso questa immagine, come già un precedente
pregiudizio aveva falsato la visione di insieme di alcuni.
I
re della statua sono tutti “re del nord” e, di conseguenza,
l’ultimo impero dominante non può essere l’impero anglo
americano… se prendiamo per assodato che esso sia un re del sud in
quanto alleato dell’Egitto – confronta Daniele 11:42
Questo
articolo non ridiscute questo fatto: essi sono tutti re del nord in
quanto è proprio il re del nord a vincere la guerra e a trovarsi
contro “la roccia tagliata non da mani” – Daniele 2:34
Tuttavia
un’onesta rilettura di Daniele capitolo 2 mostra come il conteggio
dei regni debba essere nuovamente rivisto.
Nell’articolo
già menzionato, ovvero quello intitolato “Ricontiamo il numero dei
re…” avevamo già visto come fosse necessario ridimensionare
il conteggio dei regni fatto da una certa organizzazione
religiosa la quale, tra questi, vi aveva incluso Guglielmo I e Hitler
pur di far tornare i conti con le proprie interpretazioni.
L’immagine
che segue mostrava come tutte queste aggiunte fossero assolutamente
arbitrarie e antiscritturali.
Carlo Magno, Giglielmo I e Hitler non possono essere considerati perché, oltre ad uscire dal numero dei re menzionati, essi esistono in un periodo in cui non esiste Israele |
Daniele
aveva contato proprio per Nabucodonosor il numero dei re ed era ovvio
che non ci si poteva prendere la libertà di aggiungerne quanti se ne
voleva.
Tuttavia,
proprio in questo punto della Scrittura ispirata bisogna rivedere
attentamente cosa disse Daniele in quell’occasione.
Se
ci limitiamo a leggere la descrizione dei materiali di cui la statua
è fatta, ad una prima lettura, sembrerebbe proprio contarne cinque…
“Riguardo
a quell’immagine, la sua testa era di buon oro (uno) il suo petto e
le sue braccia erano d’argento (due) il suo ventre e le sue cosce
erano di rame (tre) le sue gambe erano di ferro (quattro) i suoi
piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla modellata
(cinque) – Daniele 2:31-33
A
questo, come abbiamo detto, aggiungiamoci tutti i condizionamenti
subiti nell’arco degli anni; sembrava proprio che Daniele ne
contasse cinque!
Tuttavia
andando avanti nella lettura è proprio Daniele a contare per
Nabucodonosor (e possiamo dire anche per noi) il numero esatto dei
re.
Leggiamo…
“Tu,
o re, il re dei re, tu a cui l’Iddio del cielo ha dato il regno, il
potere, e la forza e la dignità, e nella cui mano ha dato, dovunque
dimorano i figli del genere umano, le bestie della campagna e le
creature alate dei cieli, e che egli ha fatto governante su tutti
loro, tu stesso sei la testa d’oro (uno).
“E
dopo di te sorgerà un altro regno inferiore a te (due);
e un altro regno, un terzo, di rame, che governerà l’intera terra
(tre).
“E
in quanto al quarto regno, si mostrerà forte come il ferro. Poiché,
come il ferro stritola e macina ogni altra cosa, così, come il ferro
che spezza, esso stritolerà e spezzerà anche tutti questi
(quattro).
“E
dal momento che hai visto i piedi e le dita in parte d’argilla
modellata di vasaio e in parte di ferro, il
regno stesso risulterà
diviso,
ma in esso si troverà qualcosa della durezza del ferro, dato che hai
visto il ferro mischiato con l’argilla umida. E in quanto alle dita
dei piedi che erano in parte di ferro e in parte d’argilla
modellata, il regno in parte risulterà forte e in parte risulterà
fragile. Dal momento che hai visto il ferro mischiato con l’argilla
umida, si mischieranno con la progenie del genere umano; ma non si
attaccheranno, questo a quello, proprio come il ferro non si mischia
con l’argilla modellata
– Daniele
2:37-43
Dunque
cominciamo a rimetterci in discussione e vediamo come questo
“particolare” cambia la nostra visione d’insieme.
Quanti
ne conta Daniele?
Dell’ultimo
re menzionato, ovvero quello che inizia con le gambe di ferro,
semplicemente si specifica che ha i piedi in parte di ferro ed in
parte di argilla modellata.
Egli
infatti non dice “E il quinto regno… dal momento che hai visto i
piedi e le dita in parte d’argilla modellata” bensì specifica
che “il regno stesso”, ovvero quel regno iniziato con la
descrizione delle gambe di ferro, sarebbe risultato diviso.
Non
c’è null’altro da aggiungere a questo riguardo: leggiamo e
rileggiamo semplicemente quello che c’è scritto.
Si
veda l’immagine che segue.
L'ultimo re inizia con le gambe e finisce con i piedi: in totale sono dunque quattro |
Questo
conteggio è ovviamente in armonia con la visione che Daniele
ricevette successivamente.
Al
capitolo sette, come mostra anche la scrittura guida di questo
articolo, egli vide quattro bestie (non cinque) di cui l’angelo
disse “‘In quanto a queste grosse bestie, siccome sono quattro,
ci sono quattro re che sorgeranno dalla terra” – Daniele 7:17
Ora,
prima di valutare a quali conseguenze ci porta questo riconteggio,
cerchiamo di capire se è corretto concentrarci solo sull’ultima
parte della statua.
In
quale tempo si adempie la visione?
L’interpretazione
che ne verrebbe fuori, ad una prima lettura del capitolo
sette, è che le bestie viste da Daniele si sarebbero scontrate tra di loro ed entro
un lungo periodo storico.
In
pratica l’angelo avrebbe mostrato a Daniele più o meno quello che
gli avrebbe mostrato di nuovo poco tempo dopo.
Al
capitolo otto, infatti, ovvero “nel terzo anno di Baldassarre”
egli vide la visione del montone, poi del capro peloso e via
discorrendo – Daniele 8:1-8
Si
potrebbe dunque pensare che la visione del capitolo otto sia la
stessa del capitolo sette alla quale vengono aggiunti semplicemente
dei particolari interessanti.
In
realtà capiamo che le due visioni, benché complementari, non
partono dallo stesso avvenimento.
Nel
capitolo sette non si vede l’orso divorare il leone (cosa che
dovrebbe vedersi se menzionasse lo stesso avvenimento) né si vede il
leopardo divorare orso e leone.
Non
solo, ma è proprio dall’introduzione delle stesse che si comprende
che tutte queste bestie, compresa l’ultima, compaiono nel tempo della fine.
Esse
vengono fuori tutte insieme dal mare agitato dal vento – leggi
Daniele 7:2, 3; confronta Rivelazione 7:1; 13:1, 2
Ovviamente
anche di questo ne abbiamo sempre avuta la prova scritturale, se solo
avessimo letto la Scrittura per quello che era.
Come
abbiamo visto chiaramente in Rivelazione, la bestia che sale dal mare
è simile ad un leopardo, ha le zampe dell’orso e i denti del
leone… ma oltre a questa descrizione quantomeno evidente è Daniele
stesso a dirci che queste bestie sono tutte presenti nel tempo della
fine – Rivelazione 13:2
Proprio
nell’epilogo finale della spiegazione della statua di Nabucodonosor
egli disse... “In
quel tempo il ferro, l’argilla modellata, il rame, l’argento e
l’oro, tutti
insieme,
furono stritolati e divennero come la pula dell’aia d’estate, e
il vento li portò via così che non se ne trovò nessuna traccia”
– Daniele
2:35a
Ed
ovviamente questo
ci fa
concludere
che “ai giorni di quei
re”,
ovvero
un plurale
di
re,
sono proprio i re della statua senza necessità di disquisire sulle
dita di ferro e argilla – Daniele 2:44
Che
questi differenti capitoli di Daniele, ovvero
i capitoli sette e otto,
si congiungano diventando complementari si capisce dal versetto 23
(8:23) che parla della “parte finale del loro regno”, ovvero dopo
aver descritto gli scontri tra questi si arriva alla parte finale del
loro regno quando “i trasgressori agiranno fino al completamento”
cioè
quando
sorgerà
questo re o corno da uno dei quattro corni del capro – Daniele
8:23-25
Invece
al capitolo sette si parla chiaramente di tutte le bestie in gioco
nel tempo della fine in quanto si dice che “al resto delle bestie, i loro
domini furono tolti, e fu concesso loro un prolungamento della vita
per un tempo e una stagione” – Daniele
7:12
Avevamo
già visto negli articoli dedicati a Gog di Magog e alla guerra di
Harmaghedon che ciò non può essersi verificato nel passato in
quanto nessuna di queste bestie è stata distrutta per intervento
diretto da parte dell’Antico di Giorni
– Daniele 7:11, 12; 18, 21, 22
Ed
ovviamente anche questa interpretazione rimarca il fatto che l’ultima
bestia non avrebbe
potuto
in nessun caso essere Roma.
Grazie
comunque alle due descrizioni fatte da Daniele riusciamo a capire
delle cose molto importanti per
quanto riguarda l’identità del piccolo corno.
Dov’è
Roma?
Se desideriamo attenerci fermamente alla Scrittura dobbiamo
essere disposti ad abbattere qualsiasi tabù.
Se
i regni descritti nella statua sono solo quattro è evidente che Roma
non può “inserirsi” nelle gambe di
ferro
in quanto esse fanno parte dell’unico e ultimo regno.
Tutte
le disquisizioni fatte per giustificare che Roma sarebbe sia
il
penultimo impero e contemporaneamente l’ultimo, ovvero un
modo per contarne cinque e continuare a dire “sono quattro”, sono
solo forzature sia scritturali che semantiche.
Se
la profezia dice che sono quattro, sono quattro.
La
stessa ricostruzione fatta da questo blog partiva da questo assunto
errato; si era cercato infatti un regno
che “rappresentasse
Roma”
nel
tempo della fine…
e la Russia sembrava avere molte più carte in regola
rispetto all’impero
anglo-americano o
a
qualsiasi altro impero.
Ma
anche in questo caso, anche
nel caso in cui
la Russia fosse l’erede legittima di Roma,
rimarrebbe il fatto che, contando Roma come quarto regno, la Russia
sarebbe un quinto regno… cosa che contraddirebbe palesemente la
Scrittura.
Dunque
dove si trova Roma… a
patto che essa rientri
di diritto
nella profezia della
statua?
Prima
di tutto cerchiamo di essere veramente obiettivi nonostante migliaia
d’anni di condizionamenti.
Come
abbiamo constatato migliaia di volte quando abbiamo risposto
all’obiezione “Questi non sono tutti i regni esistiti sulla
terra”, nella Bibbia viene data importanza a quei regni che hanno o
hanno avuto a che fare con Israele, non certo tutti i regni del
mondo.
Quindi
non ci siamo mai stupiti o abbiamo sempre dato una spiegazione
ragionevole al fatto che ad imperi enormi come quello di Gengis Khan
non venisse concesso neppure un trafiletto marginale nella
Scrittura.
Infatti
non ci dovremmo concentrare sulla grandezza dell’impero,
sull’ampiezza del periodo storico in cui esso
ha
influito e neppure sull’ascendenza avuta nella cultura, nell’arte,
nella
lingua
etc etc.
E’
evidente che non dobbiamo farne un discorso prettamente storico:
nessuno storico oserebbe mai asserire che l’influenza di Roma come
anche
quella
di altri grandi imperi sia stata assolutamente marginale.
L’unica
domanda che dovrebbe farsi uno studioso della Bibbia è se tale
impero, a dispetto di tutto ciò che è stato, ha avuto un ruolo
fondamentale o meno dal punto di vista del Paese Splendido.
Come
avevamo già visto nell’articolo dedicato al numero dei re, la
risposta al perché la profezia avrebbe fatto un salto di duemila
anni tra il penultimo impero e l’ultimo (se la penultima potenza
era Roma, il “quinto corno”, ovvero il corno che spunta da uno
dei quattro del capro peloso,
svolgerebbe la sua azione nel tempo della fine) è perché per quasi
duemila anni non esistette più l’oggetto della contesa, Israele.
Con
la scomparsa di Israele scompaiono ovviamente anche i rispettivi re.
Ovviamente
nazione e vera adorazione sono strettamente collegate perché proprio
durante l’esilio in Babilonia (ovvero quando Gerusalemme era stata
distrutta) si continuarono a scrivere libri biblici e anzi… proprio
in quel periodo si scrissero libri tra i più profetici di tutti.
Proprio
durante questo esilio troviamo personaggi quali Daniele, Sadrac,
Mesac e Abednego che costituivano un punto fermo nella vera
adorazione.
Tuttavia,
dal momento che tra Malachia e Matteo non troviamo alcuno scritto
intermedio, di Roma si inizia a parlare solo nel primo secolo anche
se la sua azione, evidentemente, iniziò
molto prima.
In
quel periodo esisteva sia la nazione che la Verità… in quanto essa
era rappresentata da Gesù stesso – Giovanni 14:6
A
parte questo però
l’apostasia, esattamente come sarebbe accaduto nuovamente entro la
fine del primo secolo, aveva ormai
preso
il potere – confronta Malachia 4:5, 6; Marco 7:13
Quanto
sopra viene citato a dimostrazione del fatto che Roma, a prescindere
dall’anno esatto in cui soggiogò Israele, non può considerarsi
“re del nord” almeno fino
a
quando non compare il Signore che incarna la Verità.
Quindi
è vero che Roma
influì su Israele ma
ciò accadde nel
periodo d’azione del Signore e dei primi cristiani: stiamo parlando
di quarant’anni (dal 29 al 70) al massimo di settanta (dal 29 al
100 circa).
La
domanda che dovremmo onestamente farci, una volta spogliati dei
nostri condizionamenti e dei nostri affetti è: Roma è inserita
nell’elenco dei re del nord oppure, a motivo del brevissimo periodo
di tempo in cui influì su Israele, essa non
è stata considerata?
Esiste
una possibilità che i condizionamenti “occidentali”, dovuti
soprattutto al papato e alla cristianità in generale, abbiano
offuscato la nostra
interpretazione?
Ovviamente
nessun serio studioso della Bibbia asserirebbe mai che Roma e
i veri cristiani sopravvivono
con il papato – Atti
20:29, 30; 1 Giovanni 2:18
Tuttavia
Roma viene menzionata direttamente dal Signore quando, citando le
parole del profeta Daniele, egli menziona la “cosa disgustante”
che sarebbe stata posta in un luogo dove non avrebbe dovuto e che
avrebbe distrutto la città e il tempio – Matteo 24:15, 16
Queste
scritture non dimostrano necessariamente che Roma non fosse
considerata semplicemente un braccio armato per fare giustizia
(confronta Luca 21:22) ma come minimo rendono molto
più difficile escluderla dall’elenco dei re del nord.
Di
una cosa, però, possiamo essere assolutamente certi.
Se
Roma è presente in questa profezia essa
deve far parte dell’impero precedente, ovvero del ventre e delle
cosce di rame – Daniele 2:32b
Il
regno di Dio non fu istituito nel primo secolo e di certo Roma non fu
data al “fuoco ardente” allora.
Questo
sembrerebbe in armonia proprio con il capitolo sette di Daniele dove
egli vide il leopardo con quattro teste.
Notiamo
che il leopardo è quantomeno strano perché se si fosse voluto
indicare semplicemente il vecchio impero di Alessandro Magno esso si
sarebbe visto con una testa soltanto.
Infatti
la
testa sarebbe
stata
l’equivalente del “corno notevole” che si vede nel capitolo
otto (questa
osservazione smentisce tanto più che si stia facendo un riassunto
delle guerra tra l’impero macedone e l’antica Media-Persia).
Una
volta spezzato il corno, noi sappiamo, ne spuntano quattro… e ciò
significa che la profezia relativa al tempo della fine (ovvero quella
che menziona il leopardo policefalo) vede la bestia già espansa in
tutte le sue diramazioni – confronta Daniele 8:8
Roma,
dunque, deve rientrare per forza in una delle teste del leopardo e se ancora fosse necessario ribadirlo,
questo dimostra e
al di là di ogni dubbio che
l’ultima bestia vista da Daniele non poteva essere quella potenza.
Diversamente,
dal momento che abbiamo fatto i salti mortali e portato prove e
controprove per dimostrare che Roma deriva dal “corno dei Seleucidi”,
avremmo dovuto vedere una testa del leopardo staccarsi dal
corpo della
bestia e formare
una bestia
separata e indipendente.
Dal
momento che ciò non si vede, Roma dev’essere per forza di cose una
testa
del leopardo e quindi
il ventre e le cosce di rame raffigurano
non
l’impero greco ma l’impero greco-romano.
Nell’errore
di
contare
Roma come il quarto impero caddero probabilmente gli zeloti e tutti
coloro che formarono una ribellione contro la potenza invaditrice.
Difficilmente
essi sarebbero partiti in una spedizione suicida se avessero compreso
che quello non era il tempo giusto – confronta Matteo 24:23, 24;
Luca 21:8, 9
Comprendere
che i regni della statua di Nabucodonosor sono quattro e non cinque,
e la conseguenza logica che Roma deve rientrare nel
terzo regno,
ovvero insieme all’impero greco, a quali altre conclusioni ci porta?
Come
ci aiuta, questo intendimento, a comprendere l’identità del
piccolo corno?
A
quali avvenimenti attualmente in corso possiamo prestare attenzione?
A
queste e ad altre domande verrà data risposta nel prossimo articolo.
How do you explain Daniel 2:40? Doesn't the "fourth kingdom" have to crush and smash all other kingdoms of the image? How do you believe that will happen?
RispondiEliminaI thank you for the comment, 1BM.
EliminaIt is true that the New World Translation says that "it will also crush and break all of these" but this translation is not in contrast with what "the Rock cut not from hand" or the Kingdom of God?
Is it not the Kingdom of God that destroys all these kingdoms?
The writing does not say that the Rock to do this "since you saw that a stone was cut from the mountain not by hands, and [that] it crushed iron, copper, modeled clay, silver and gold" ? - Daniel 2:45
So the question is: is the Rock (the kingdom of God) to crush iron, clay, copper and gold or is it the fourth kingdom?
Well, let's read what other translations of the Bible say because it cannot contradict itself.
The "New Review" says that the fourth kingdom "will break everything" (and not "these kingdoms").
The C.E.I / Jerusalem says it will "break and shatter everything".
Luzzi / Riveduta says that "it will break everything".
Even the old Diodati says it will "break everything".
Only the New Diodati translates similarly to the New World Translation: "that kingdom will tear apart and shatter all these kingdoms."
Now, what is the correct translation?
it is evident that if we believe that the Bible cannot contradict itself, the correct translation must be that which says that the fourth kingdom destroys everything (and in fact is in harmony with Daniel 7: 7).
The fourth kingdom "will trample and destroy everything" because it will be the winning power of the third world war.
You can imagine that such a war "will destroy everything", that is, the opposing empires but also the fertility of the earth, water etc.
Obviously it will not destroy its own allies (they will be greatly injured during the war, reduced to a minimum).
The fourth kingdom will destroy everything but the empires allied with him (the last surviving empires on earth) will be destroyed by the Kingdom of God
Thanks for the comment
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