Quando si dovrebbero capire le profezie?
Poiché il Sovrano Signore Geova non farà alcuna cosa a meno che non abbia rivelato la sua questione confidenziale ai suoi servitori, i profeti - TnM edizione 1987
Poiché il Signore, DIO, non fa
nulla
senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti –
Amos 3:7 (Nuova Riveduta)
Soprattutto negli ultimi tempi molti gruppi religiosi hanno affermato che le profezie si capiranno soltanto in corso d'adempimento o, addirittura, dopo l'effettivo adempimento.
E' davvero così? Questo è davvero ciò che la Bibbia insegna o, almeno, lascia intendere?
E' importante avere un'idea corretta su questo argomento o, come potrebbe essere per altre cose, risulterà essere una semplice e fredda nozione senza implicazioni pratiche nella nostra vita?
Questo articolo cercherà di rispondere a questa domanda attraverso la Scrittura - 2 Timoteo 3:16, 17
Dopo, durante o prima?
Nel corso degli anni, ma anche dei secoli, come si diceva in un precedente articolo intitolato "Guardiamoci dal falsi profeti e dagli inganni di Satana" , sono state fatte molte dichiarazioni "profetiche".
L'articolo si concentrava in particolare su quelle relative alla "fine del mondo" ma potremmo allargare il principio su qualsiasi dichiarazione riguardante avvenimenti futuri.
Ovviamente tali dichiarazioni, oltre ad aver creato aspettative errate e sofferenze inutili, hanno anche identificato i "dichiaranti" per quello che sono - confronta Deuteronomio 18:20-22
Non facciamo fatica ad immaginare perché, oggi, alcuni si mostrino più "prudenti" passando pure per saggi e moderati.
Tuttavia qualcuno ha messo le mani avanti evidentemente per non trovarsi in difetto quando certe profezie si adempiranno sul serio.
Un certo libro di una famosa e conosciuta religione ad esempio faceva questa dichiarazione... “Negli ultimi anni gli uomini politici hanno usato l’espressione “pace e sicurezza” in relazione a vari progetti umani. Questi sforzi compiuti dai capi del mondo costituiscono l’inizio dell’adempimento di 1 Tessalonicesi 5:3? Oppure Paolo si riferiva a un evento specifico di proporzioni così drammatiche da imporsi all’attenzione del mondo? Dato che spesso le profezie bibliche si comprendono pienamente solo dopo che si sono adempiute o mentre sono in corso di adempimento, dobbiamo aspettare e vedere…”1
Che dire di questa affermazione?
Dovremo davvero aspettare che le profezie si adempino sotto il nostro naso per sperare di capirci qualcosa?
Facciamo un’analisi attenta di questo trafiletto perché, onestamente, sembre essere molto corretto nella forma ma ben poco nella sostanza.
Identifichiamo due punti chiave.
Esso chiede “Questi sforzi compiuti dai capi del mondo costituiscono l’inizio dell’adempimento di 1 Tessalonicesi 5:3?”
Ma cosa dice 1 Tessalonicesi 5:3?
"Quando diranno: “Pace e
sicurezza!” allora un’improvvisa distruzione sarà
istantaneamente su di loro come il dolore di afflizione su una
donna incinta; e non sfuggiranno affatto" - TnM
Ora... se c’è un “inizio di adempimento” non è improvvisa, giusto?
La scrittura non sta elencando una serie di avvenimenti, più o meno lunghi, che alla fine portano alla distruzione, giusto?
C'è un annuncio (non un grido) e quindi istantaneamente una distruzione, corretto?
Quindi come può esserci, per questa profezia, un inizio di adempimento?
O c’è un’improvvisa distruzione oppure non c'è.
Anzi Paolo lo rimarca dicendo che tale distruzione sarà “istantaneamente su di loro”.
Non c’è nessun inizio: c’è l’avvenimento e basta.
Tralasciando ovviamente la loro interpretazione (che non tiene conto nè delle persone in oggetto nè dell'ordine temporale - vedi Apocalisse 18:7, 8) non viene il sospetto che una tale dichiarazione serva, in realtà, per andarla a ripescare "al momento giusto" per poi dire "noi l'avevamo detto"?
Secondo punto chiave da tenere a mente.
La stesso trafiletto riporta... "Dato che spesso le profezie bibliche si comprendono pienamente solo dopo che si sono adempiute o mentre sono in corso di adempimento, dobbiamo aspettare e vedere…”
In questa frase c’è una profonda verità… ma è usata in modo da insegnare o far credere una falsità.
Si può usare una verità per insegnare una falsità? Eccome!
Le religioni si sono specializzate in questo.
Esaminiamola con attenzione.
Qui dice che le profezie spesso si comprendono pienamente dopo che si sono adempiute: ed è vero... ma dire “pienamente” parte dal principio che grossomodo è stata già capita, giusto?
"Pienamente" significa dire che magari salteranno fuori dei particolari che non ti aspettavi, una maniera o un'implicazione che non avresti immaginato (in questo rientra la grandezza di Dio) ma significa anche che al presente ne hai comunque compreso il senso, ovvero gli aspetti fondamentali.
Non ci aspetteremmo, da chi afferma di dover capire “pienamente” una cosa, che poi "quella cosa" risulti essere tutt’altra cosa, no?
Provate ad immaginare quando queste profezie si adempiranno davvero e saranno assolutamente inaspettate, completamente diverse da quello che avevano sempre raccontato… sentirli dire “Ma noi lo avevamo detto che le profezie si capivano pienamente solo dopo!"
Comunque, al di là di certi giochi di parole sempre molto "politici", ovvero al di là del linguaggio ambiguo utilizzato, a noi interessa comprendere cosa insegna la Bibbia a riguardo.
Quando si dovrebbero capire le profezie?
Chi l'ha spiegato per primo? A cosa serve la profezia?
Esistono diverse opere di consultazione che spiegano ad esempio le profezie di Daniele ed in particolare il sogno che fece Nabucodonosor dell'immensa statua.
Questa spiegazione, corretta o errata che sia, ormai è storica perché tratterebbe profezie ormai adempiute.
Se vi prenderete la briga di confrontarle vedrete che la vostra religione, qualunque essa sia, darà grossomodo la stessa spiegazione di tutte le altre, almeno per i primi regni lì descritti.
Perché?
Perché ormai è considerata profezia adempiuta ed è molto facile intestarsi la paternità di una certa interpretazione...
Peccato che a quel punto possono dirlo tutti.
A quel punto sono tutti profeti, anche gli storici atei.
Se, come dicono alcuni, le profezie si comprendono in corso d’opera o addirittura dopo... chi è il profeta?
Dovremmo concludere che lo scrittore di Deuteronomio, il quale indicò chiaramente come distinguere un vero profeta da uno falso, fu incredibilmente ingenuo...
Infatti oggi sarebbero tutti profeti e soprattutto sarebbero veri profeti. Basta saper leggere e scrivere.
Questo porta di conseguenza alla domanda successiva… a cosa servono?
Perché sprecarsi a scrivere profezie su profezie, e la Bibbia è pienissima di profezie, se tanto non le capiremo fino ad avvenimento compiuto.
La Bibbia non sarebbe utile per la salvezza, non sarebbe "una lampada che risplende in luogo tenebroso" - 2 Pietro 1:19
E infine... che “questione confidenziale sarebbe” se "dopo" la sanno tutti?
A cosa serve una lampada se si accende quando ormai siamo caduti nel fosso? |
Cosa afferma la Bibbia?
Ovviamente ci sono quelli che, forse credendo di schivare una "questione spinosa", le profezie non le trattano proprio.
Non le trattano proprio… come se non facessero parte della parola di Dio: essi dicono che le profezie non sono importanti.
Decidono loro cosa è importante e cosa no - confronta 1 Tessalonicesi 5:19-20
Vi sembra onestamente che nella storia biblica la profezia abbia avuto un ruolo marginale, per nulla importante?
Vi sembra che abbia fatto la differenza tra la vita e la morte oppure era una cosa talmente insignificante che poteva anche non esserci?
Coloro che "fanno finta di niente" cercano semplicemednte di non trovarsi in errore ma il problema è che questo silenzio è un’aperta ammissione di non riconoscersi popolo di Dio.
Forse il popolo di Dio, quello vero, si faceva tanti problemi a trattare le profezie?
No: essi sapevano chi erano e sapevano di essere davvero guidati dallo Spirito Santo.
Oggi, però, è pienissimo di persone che affermano d’essere popolo di Dio, dichiarano anche ai quattro venti di avere lo spirito santo, però… le profezie non le trattano. Perchè?
Tralasciando questi, parliamo di coloro che affermano che è la Bibbia stessa ad insegnare che le profezie si devono comprendere solo in corso di adempimento o dopo.
Vediamo dunque quali scritture essi usano per sostenere tale interpretazione.
Probabilmente citeranno Daniele il quale riconobbe di non capire nulla delle sue stesse visioni: visioni che lo turbavano - confronta Daniele 12:8
Quindi il ragionamento grossomodo è… “Vedi? Se anche Daniele non capiva le sue stesse visioni significa che la profezia si deve capire quando è in corso di adempimento, se non dopo”.
È corretto?
No.
Cosa dice l’angelo a Daniele?
Leggiamolo in Daniele 12:9-10…
Ed egli proseguì, dicendo: “Va, Daniele, perché le parole sono rese segrete e sigillate sino al tempo della fine. Molti si purificheranno e si imbiancheranno e saranno raffinati. E i malvagi di certo agiranno malvagiamente, e nessun malvagio comprenderà; ma quelli che hanno perspicacia comprenderanno”
L’angelo fa capire a Daniele che quelle cose si sarebbero adempiute solo molti molti anni dopo, per cui non era necessario che egli comprendesse. Egli sarebbe morto da lì a poco.
La profezia sarebbe rimasta sigillata per molto tempo: l’avrebbero compresa altri.
Chi?
I saggi, le stelle, quelli che si sarebbero purificati e imbiancati… a differenza dei malvagi che non avrebbero capito né prima, né durante e neanche dopo - vedi Daniele 11:32-35; 12:9, 10
Il caso di Daniele è particolare: la scrittura dice chiaramente che la visione sarebbe stata sigillata ma una volta dissigillata sarebbe stata compresa comunque prima da una categoria specifica di persone.
Se la comprendessero dopo probabilmente non potrebbero neppure imbiancarsi e purificarsi, no?
Daniele 11:32-33 dice “Ma in quanto al popolo che conosce il suo Dio, prevarrà e agirà con efficacia. E in quanto a quelli che hanno perspicacia fra il popolo, impartiranno intendimento a molti”… se essi impartiscono intendimento a molti, tale intendimento riguarderà solo la dottrina e la storia di Israele o riguarderà anche le profezie?
Solo sapendo in anticipo quello che sta per accadere potranno “agire con efficacia” e prevalere.
Essi toccheranno con mano e in prima persona quanto la scrittura sia utile per la salvezza!
Quindi il caso di Daniele non può essere usato a dimostrazione della frase fatta, e sciocca, “le profezie le capiremo in corso di adempimento o dopo il loro adempimento”.
Daniele, sicuramente, non doveva capire (e neppure gli era utile capire) ma i perspicaci, nel tempo della fine, avrebbero scrutato le profezie e le avrebbero comprese prima del loro effettivo adempimento, tanto da agire di conseguenza, in anticipo: agire e prevalere.
Si facciano due domande coloro che credono di aver compreso il libro di Daniele da centinaia o migliaia di anni.
Un’altra scrittura amata da coloro che vogliono giustificare la loro mancanza di conoscenza o i loro stessi errori profetici sono le parole che Gesù spiegò ai discepoli in previsione dell’assedio di Gerusalemme da parte dei romani.
Egli disse “quando vedrete gli eserciti accampati" ... "fuggite ai monti” - vedi Matteo 24:15, 16; Luca 21:20-24
Già solo per come è descritta è facile comprendere che l’asserzione fatta è estremamente sciocca.
Queste parole sono specifiche, chiarissime, e che cosa c’era da capire?
Essi dovevano solo credere alle parole del Signore e ubbidire.
Tuttavia alcuni hanno giocato con le parole lasciando intendere che gli apostoli non avessero compreso in pieno le parole del Signore in quanto, quando gli eserciti circondano Gerusalemme, e lo fanno evidentemente alla velocità della luce, ormai è troppo tardi per scappare no?
E in effetti... come potevano scappare se ormai i romani erano accampati su tutto il confine?
Ma questo non c’entra nulla con la comprensione della profezia.
Essi avevano capito benissimo che dovevano scappare… il punto, semmai, era come avrebbero potuto farlo.
Non lo sappiamo ma è probabile che in quel periodo i discepoli del Signore se lo siano chiesti.
Se conosciamo un po’ la storia l’occasione si presenta quando Cestio Gallo, per un motivo ancora poco chiaro, è costretto a ritirarsi e a ritirare le truppe nel 66 d.C.
L’occasione ovviamente non è casuale: il Signore non avrebbe mai detto di fuggire ai monti se fosse stato impossibile farlo.
Quando gli eserciti si ritirano essi capiscono il come… cosa che non capirono assolutamente il resto dei giudei i quali, al contrario, addirittura li inseguirono...
Qui si vede la profonda differenza tra chi capisce, e ubbidisce, alla profezia e chi no.
Possiamo dunque utilizzare questo episodio per asserire che le profezie si comprenderanno solo in corso di adempimento o addirittura dopo il loro adempimento?
Ovviamente no: questo è un altro
gioco di parole. Essi capirano la profezia ben quarant'anni prima.
I cristiani capirono benissimo (anche perché non c’era niente da capire): dovettero solo credere alle parole del Signore e ubbidire.
È ragionevole supporre che nel tempo della fine ci saranno diverse occasioni in cui i veri cristiani si chiederanno come una determinata profezia potrà adempiersi (questo metterà in luce se la fede è genuina) ma di certo la comprensione della stessa avverrà prima.
Se Dio non dicesse prima, ai suoi profeti, cosa sta per fare o cosa sta per succedere, non esisterebbero profeti, non esisterebbe la profezia e di certo non sarebbe una “questione confidenziale”...
Se dopo la sanno tutti, che questione confidenziale è?
Ci sono ovviamente altre scritture che questi illegali auto-nominati ministri forzano per cercare di giustificare il loro ridicolo mantra del “le profezie capiremo dopo” ma questi due esempi dovrebbero essere sufficienti per non cadere nei loro inganni.
Ci sono due tipi di profezie: quelle sigillate e quelle non sigillate.
Come abbiamo visto, almeno una parte delle profezie di Daniele sono della categoria “sigillate” e non lo diciamo noi: lo dice la Scrittura stessa.
In quel caso è normalissimo non capirci nulla o, nella migliore delle ipotesi, capire qualcosa marginalmente.
Anche le profezie sigillate, però, devono essere dissigillate nel tempo giusto, dalle persone giuste e soprattutto prima del loro adempimento: non in corso di adempimento, tanto meno dopo.
Solo così, essi, potranno agire e avere successo.
Poi ci sono ovviamente le profezie non sigillate, almeno nel contenuto: in quel caso l’unica cosa che si può sbagliare è il popolo a cui sono dirette e il tempo di adempimento.
Quando il Signore ad esempio disse che ci sarebbero stati “terremoti in un luogo dopo l’altro, pestilenze e carestie” non c'era nulla di sigillato: queste sono parole chiarissime e dirette.
Si possono sbagliare solo le persone a cui queste parole sono dirette e il tempo di adempimento.
In questo possiamo farci rientrare
anche la famosa frase "questa generazione non passerà affatto"
che è un'affermazione semplice e diretta ma che alcuni, anziché
rimettere in discussione la data di inizio di questa generazione,
hanno cercato di "adattare" cercando diecimila accezioni alla
parola "generazione", cercando gli ultracentenari in
giro per il mondo e infine, dopo altri cento voli pindarici, ridiscutendo pure che le generazioni fossero più di una.
La profezia, sigillata o meno, sarà compresa dal popolo di Dio senza tanti giochi di parole ed esso si distinguerà dal resto del mondo per la conoscenza scritturale e per la saggezza che mostrerà durante quegli avvenimenti, almeno dall’inizio del ripristino della pura adorazione.
Ovviamente la critica che facciamo a questi soggetti è, fondamentalmente, che essi si identificano come ministri di Dio e i loro insegnamenti, fanno credere, essere gli insegnamenti di Dio. Questo riteniamo essere molto grave.
Se essi si identificassero esclusivamente come studiosi biblici, senza alcuna pretesa o incarico, senza alcuna autorità e senza alcuna libertà (come quella di battezzare o darsi titoli altisonanti) gli errori di per se non sarebbero neppure così criticabili – se fatti un buona fede - e non farebbero eccessivi danni.
Non ci sarebbero fedeli pronti a farsi ammazzare per un’interpretazione profetica errata, non ci sarebbero atteggiamenti settari etc etc… e sicuramente non incorrerebbero nel giudizio severo di Dio.
Non facciamoci ingannare
Non facciamoci dunque ingannare dai giochi di parole di coloro che dicono, per ovvi motivi, che le profezie si capiranno solo in corso d’opera o dopo: forse sarà così per i falsi profeti, fuori tempo massimo e a loro discapito, non per i veri profeti ai quali Dio ha rivelato la sua “questione confidenziale”.
Sarà proprio questo a creare una differenza netta e indiscutibile tra chi serve Dio e chi non lo serve.
La profezia è una lampada che risplende in luogo tenebroso... e a cosa serve una lampada se si accende dopo che siamo caduti nel fosso e ci siamo pure rotti la testa? - Matteo 15:14
Noi ci stiamo sforzando di studiare la Bibbia senza condizionamenti e siamo consci di aver imparato diverse cose, anche profetiche - Proverbi 2:1-5
Questo ovviamente non significa che crediamo d'essere mandati da Dio o immuni da errori interpretativi: la critica che facciamo ai soggetti appena menzionati non è l'errore profetico in sè ma averlo fatto dopo essersi dichiarati ministri di Dio.
Se non saremo noi quelli incaricati di accendere questa lampada, ovvero di comprendere le profezie prima, abbiamo la conoscenza sufficiente per riconoscere coloro che lo faranno.
Non entreranno nella grazia di Dio solo i condottieri o gli insegnanti ma anche tutti coloro che presteranno loro ascolto e avranno una base abbastanza forte da non essere trascinati a destra e a manca dal falso profeta di turno.
Incliniamo quindi il cuore all’umiltà aspettando Dio, qualunque sarà il nostro ruolo in tutto questo.
Sia che comprenderemo le profezie in prima persona, a discapito di tutti gli altri, sia che le impareremo da chi Dio avrà scelto per guidarci, preoccupiamoci non tanto di tenere questa lampada quanto di camminare alla sua luce.
Note in calce
1 - Il libro "Rivelazione il suo culmine", edito dalla Watchtower, preso dalla versione digitale al capitolo 34 il paragrafo 14.
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