LE PRIMIZIE E LA GRANDE RACCOLTA

 

«Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l'Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi» - Apocalisse 7:13-17


Nell’elenco delle tribù descritte in Apocalisse, oltre a Dan manca Efraim e abbiamo visto che la grande folla sono proprio loro: gli efraimiti provenienti dalle nazioni – Genesi 48:19

Abbiamo inoltre visto che essi si salvano prima di tutto fisicamente, oltre che spiritualmente, e si vedono chiaramente sulla terra altrimenti non avrebbe senso dire che “vengono dalla grande tribolazione” e cioè “escono fuori”, “sono i sopravvissuti della grande tribolazione” (confronta Matteo 24:13) così come non avrebbe senso vederli con i rami di palma in mano – confronta Levitico 23:40

Essi non sono i “martiri cristiani morti nell’arco dei secoli” e non sono in cielo.

Su questo avevamo ragione... ma solo in parte.

Innanzitutto riflettiamo su una cosa importante.

L’angelo fa un elenco dei suggellati ed inizia con le 12 tribù e con 144.000 persone… ma l’elenco non si interrompe affatto; nella scrittura si dà solo particolare enfasi a questo gruppo particolare che “stranamente” viene da ogni tribù, popolo e lingua.

Nuovamente i nostri preconcetti, dovuti agli strascichi di una vecchia educazione religiosa, ci avevano indotto a pensare che la grande folla non fosse suggellata… ma pensiamoci bene.

Come arriviamo a questa conclusione?

Se leggiamo le scritture per quelle che sono, vediamo chiaramente che si parla dei suggellati di ogni tribù dei figli di Israele e se abbiamo compreso che la grande folla è davvero Efraim… ebbene non era anch’essa una tribù di Israele? - Genesi 48:5; Apocalisse 7:3, 4

Dobbiamo concludere che la stessa grande folla, dunque, è suggellata esattamente come le altre tribù ed infatti essa compare dopo l’elenco della prime dodici tribù, non in un altro contesto.

Se essi fossero due soggetti così distinti, anche per quanto riguarda il suggello, perché elencarli con coloro che centrerebbero poco o nulla?

Se l’accostamento dei due gruppi riguardasse esclusivamente la salvezza… non abbiamo forse imparato che ci saranno altre persone, dopo queste, a salvarsi fino a ripopolare la terra promessa?

Quindi questa grande folla è, in qualche modo, più salva o salva in maniera differente rispetto all’ultimo gruppo, per essere accostata insieme ai 144.000?

In ogni caso abbiamo visto che esiste una certa oggettiva differenza tra il primo gruppo e il secondo in quanto nel primo si parla della tribù di Giuseppe (la quale dovrebbe includere Efraim – vedi Ezechiele 37:16) e in seguito si vedranno solo i 144.000 sul monte Sion insieme all’Agnello – Apocalisse 14:1

Questa osservazione ci aveva fatto concludere che la grande folla, salvata fisicamente in terra, sarebbe rimasta sulla terra fino al ripopolamento della terra promessa.

Tuttavia esiste qualche scrittura che ci fa pensare che saranno proprio loro a ripopolare la terra promessa?

Prima di scandalizzarci per ciò che leggeremo di seguito chiediamoci...

Chi può lavare le proprie vesti nel sangue dell’Agnello?

Chi furono coloro che lavarono le proprie vesti nel sangue dell’Agnello se non coloro che fecero il patto con il Signore Gesù Cristo nonché coloro che furono battezzati dai suoi discepoli? - vedi Luca 22:28, 29; Romani 8:17; Efesini 3:6

È evidente che la grande folla, così come i 144.000, ha perseverato fino alla fine della grande tribolazione ed essa è “salva”…

Ma salva in che senso?

Essi sono inclusi nel Nuovo Patto?

Nell’articolo dedicato ai 144.000 avevamo già visto che al capitolo 20, ben oltre lo squillo della settima tromba e la guerra di Har-maghedon, si parla di “quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni” – Apocalisse 20:4

Visto che la risurrezione spirituale generale era avvenuta prima, ovvero allo squillo della settima tromba (1 Corinti 15:52; Apocalisse 11:15-18) avevamo concluso che se i componenti della grande folla non ce l’avessero fatta a raggiungere la terra promessa e fossero morti durante la grande tribolazione finale, avrebbero comunque ricevuto la risurrezione celeste come premio ma c’era un errore di fondo in questa interpretazione.

Questo significava dire che Dio avrebbe fatto un’eccezione a motivo della loro fedeltà, pur non essendo originariamente destinata alla vita in cielo, ovvero pur non essendo sotto il Nuovo Patto.

Pur avendo una certa logica umana, questa eventualità non ha alcun riscontro nella Scrittura.

Solo coloro che rientrarono nel nuovo patto ricevettero la garanzia di ciò che avrebbero ereditato e questo valse per tutti i suggellati del primo secolo, senza alcuna eccezione, ovvero coloro che sarebbero stati comprati dalla terra – confronta Efesini 1:13, 14

 

Anche la grande folla è suggellata? Cosa significa?


Anche se i benefici del sacrificio di Cristo saranno evidentemente elargiti agli abitanti sotto il regno millenario attraverso i sacerdoti celesti, solo essi possono effettivamente lavare le loro vesti nel sangue dell’Agnello ed infatti questa espressione non comparirà più dopo i sigilli.

In effetti negli articoli intitolati "Rivelazioni dal cantico di Mosè e dell'Agnello" e "L'immanenza della Legge e la superiorità del Nuovo Patto" avevamo ben compreso che gli abitanti sotto il regno millenario si sarebbero ritrovati sotto il patto della Legge in quanto mai davvero "abolito" come direbbero molti esponenti della cristianità.

Solo questo avrebbe dovuto farci comprendere che coloro che avrebbero lavato le vesti "nel sangue del'Agnello" non avrebbero mai e poi mai potuto ritrovarsi sotto la Legge, quindi sarebbe stato impossibile, per loro, vivere sulla terra in quel periodo.

Infatti se i 144.000 sarebbero morti e risuscitati in cielo al suono della settima tromba – e con essi quelli morti nel primo secolo – e ciò avviene prima della comparsa del falso profeta e del marchio della bestia - era strano leggere dei risuscitati successivi i quali sarebbero diventati anch’essi re e sacerdoti in quanto “non avevano ricevuto il marchio”.

Questi avvenimenti si verificano dopo lo squillo della settima tromba, ovvero durante gli ultimi tre anni e mezzo.

Di essi si dice che sono stati decapitati “per la testimonianza di Gesù” e sappiamo che, oltre ai 144.000, sono proprio i componenti della grande folla ad aver ricevuto la testimonianza di Gesù.

Ed è inutile ricordare che “quelli che conservano la testimonianza di Gesù” sono proprio quelli su cui Satana sfogherà la sua ira nell’ultimo periodo – Apocalisse 12:17

Vediamo quindi che i 144.000 vengono mutati al suono della settima tromba in quanto li vediamo chiaramente al capitolo 14 di Apocalisse insieme all’Agnello mentre la grande folla sarà in cielo dopo ma sempre durante la settima tromba e sicuramente entro l’inizio del regno millenario - confronta Apocalisse 20:4-6

Potremmo ipotizzare che questo sia un modo per far sì che Satana sfoghi la sua ira più che altro sui componenti della grande folla celeste sottovalutando “i re provenienti dall’oriente”?

Oppure questi ultimi diventeranno in breve tempo un numero talmente grande che semplicemente non riuscirà ad eliminarli tutti.

Non conosciamo ovviamente tutti i retroscena ma di fatto quest’altra grande folla, o pieno di nazioni, ovvero quelli che dovranno ripopolare la terra promessa, stupirà la potenza dominante guidata da Satana – Daniele 11:44

Questo è in armonia anche con altre scritture le quali ampliano la nostra visione d’insieme.

In Daniele 12:7 si legge “E appena si sarà finito di frantumare la potenza del popolo santo, tutte queste cose perverranno alla loro fine”… e il contesto parla dell’ultima metà settimana – vedi Daniele 12:11

Eppure, secondo quanto avevamo capito finora, “il popolo santo” sarebbe stato frantumato al massimo entro la prima metà della settimana finale, ovvero entro i tre anni e mezzo iniziali fino al suono della settima tromba.

Anche volendo ampliare il significato di “popolo santo” a tutto il popolo di Dio, ovvero anche quello terreno… di certo coloro che raggiungono la terra promessa non saranno frantumati!

Al contrario, sopravvivono.

Dunque chi sono coloro, santi, che vengono frantumati durante gli ultimi tre anni e mezzo se i 144.000 sono morti e risuscitati al suono della settima tromba vale a dire un attimo prima dei tre anni e mezzo finali?

Questo risponde anche ad un’altra domanda a cui, finora, non avevamo risposto in maniera esauriente.

Parlando del tempo in cui “il Figlio dell’uomo sarebbe arrivato nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui” il Signore dice: ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere, fui estraneo e mi accoglieste etc etc...

Chi sono i “minimi fratelli di Gesù” di Matteo 25:31-46?

Solo i 144.000 o anche la grande folla?

Finché parlavamo dei 144.000 era facile immaginare che i componenti della grande folla avessero collaborato e aiutato i loro fratelli sia nell’opera di predicazione che in tante altre cose… ma che dire dell’ultima raccolta?

Se “i minimi fratelli” di Gesù fossero soltanto i 144.000 come potrebbero, quelli raccolti dalle nazioni durante gli ultimi tre anni e mezzo, essere andati a trovarli, vestirli, nutrirli o fare altro?

Questo non sarebbe possibile, ovviamente.

Comprendendo invece che anche la grande folla è suggellata e destinata alla vita in cielo, anch’essi diventano fratelli del Signore i quali, a differenza dei 144.000, saranno ancora in vita durante lo svolgimento della settima tromba e probabilmente qualcuno sarà ancora in vita fino ad un attimo prima dell’esodo finale.

144.000 e grande folla sono una primizia, come si vede chiaramente ai sigilli, ed è solo normale concludere che la primizia riceverà il premio migliore e anticipatamente.

E’ quindi facile concludere che prima che inizi l’esodo finale del popolo di Dio non ci sarà più nessuno di coloro destinati alla vita celeste in quanto saranno stati “frantumati”, esattamente come dice Daniele.

E adesso comprendiamo inoltre che il “successo” che la bestia avrà arriverà fino agli ultimi tre anni e mezzo perché infatti, dopo ciò, essa dovrà pervenire alla sua fine – leggi Daniele 12:12

Prima di questo intendimento avevamo concluso che il successo della bestia era da riferirsi all’uccisione dei 144.000 e quindi fino a metà settimana, ma solo tre anni e mezzo dopo essa sarebbe pervenuta alla sua fine.

In Daniele, però, non si vede alcuna pausa anzi… egli perviene alla sua fine subito dopo o poco dopo la frantumazione del popolo santo.


Possiamo fare ulteriori riflessioni grazie a questo intendimento perché si spiegano altre parole del Signore apparentemente in contraddizione.

Parlando del tempo della fine in un’occasione disse “State svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere, e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo” – Luca 21:36

In un’altra occasione Egli disse “chi vuol salvare la sua anima la perderà; ma chi perde la sua anima per amor mio e della buona notizia la salverà” – Marco 8:35

E’ vero che quest’ultima scrittura sta parlando della responsabilità di essere Suoi discepoli e di non cercare di salvare la propria vita a tutti i costi, magari facendo compromesso, perché in quel caso si perderebbe la vita comunque ma il punto è…

Se rimanendo fedeli ci si salverebbe la vita in ogni caso, anche morendo, per quale motivo nel tempo della fine sarebbe stato necessario supplicare in ogni tempo per scampare, cioè sopravvivere, dalle cose che sarebbero dovute accadere?

Notiamo che la parola “scampare” non ha molte accezioni; non può significare “scampare spiritualmente” per darne un senso diverso da quello che è semplicemente scritto.

Scampare significa semplicemente sopravvivere, sfuggire ad un danno o ad un rischio, alla morte.

Non può esserci alcuna accezione spirituale o simbolica: Gesù sta dicendo di supplicare affinché essi riescano a sopravvivere.

Or dunque, perché sarebbe stato indispensabile supplicare di sopravvivere se in ogni caso si sarebbero salvati con la loro fedeltà?

Adesso è assolutamente chiaro: dal momento che il libro di Apocalisse mostra la prima e più grande tribolazione all'inizio, ovvero ai sigilli, essi dovranno supplicare di scampare - cioè sopravvivere - per incontrare il Signore da vivi e quindi fare il pasto serale con Lui.

Questo significa che solo una volta superata questa tribolazione essi potranno rientrare in quel patto per un regno - confronta Luca 22:28-30

Gesù infatti disse ai suoi apostoli “voi avete perseverato con me nelle prove” e quello fu uno dei motivi per cui fece quel patto con loro – vedi Luca 22:28-30

Solo sopravvivendo fino alla fine dei tre anni e mezzo iniziali essi saranno salvati, proprio quando tornerà Gesù ed essi faranno il patto con Lui stesso – Apocalisse 6:16, 17; 7:10

Solo in quel momento essi potranno lavare le loro vesti nel sangue dell’Agnello ed essere quindi considerati giusti.

Questa testimonianza ed esperienza personale darà loro molto forza quando Satana gli scatenerà addosso tutta la sua furia.

Ovviamente i singoli che dovessero morire prima dei tre anni e mezzo rimanendo fedeli sarebbero comunque “salvi” in quanto riceverebbero, a tempo debito, la risurrezione dei giusti... ma non era a questi che si riferiva il Signore quando disse “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” – Matteo 24:13

Infine, come abbiamo detto, non sarebbe stato molto logico vedere il popolo di Dio giudicato di nuovo nel deserto per l’ubbidienza o disubbidienza alla Legge.

Il popolo destinato alla vita sulla terra, infatti, non solo dovrà passare un’altra grande tribolazione ma sarà anche giudicato nel deserto e diversi non raggiungeranno affatto la meta – Ezechiele 20:38

Che senso avrebbe giudicare ancora (a prescindere dall’esito del giudizio) coloro che sarebbero già salvi da tempo, tanto da averlo gridato ad alta voce al tempo del sesto sigillo?

La loro salvezza sarebbe salvezza parziale e il sangue di Cristo li avrebbe salvati “parzialmente”, come direbbe qualcuno?

L’unica condizione affinché la loro salvezza sia sicura e definitiva è ovviamente che rimangano fedeli fino alla morte, come tutti gli altri.

Anche se molto difficile in quanto essi avranno già superato la più grande tribolazione mai avvenuta sulla terra, è quantomeno possibile che qualcuno rinneghi questa opportunità come d’altronde avvenne nel primo secolo – leggi Ebrei 6:4-6

Dopo aver avuto il privilegio di stringere tale patto, ovviamente, sarà proprio il caso di fare attenzione a non cercare di salvare la propria vita a tutti i costi, ovvero rinnegando il gratuito dono della vita eterna, perché in quel caso davvero la si perderà ed in maniera eterna – Romani 8:17

Quindi esistono delle primizie, che sono appunto 144.000 e grande folla, ma esiste anche la grande raccolta che porterà in terra promessa milioni di persone: una moltitudine di nazioni, sicuramente molto più grande della grande folla celeste.

Saranno i re provenienti da oriente ad avere il privilegio di far questo mentre tutti gli altri riceveranno la prima risurrezione per cui saranno, più degli abitanti del regno millenario, “felici e santi” – Apocalisse 20:6


Speriamo di essere tra questi?


Articolo scritto in data 02/11/2021











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