Geremia capitolo 2

E la parola di Geova mi era rivolta, dicendo: “Va, e devi gridare agli orecchi di Gerusalemme, dicendo: ‘Geova ha detto questo: “Ricordo bene, da parte tua, l’amorevole benignità della tua giovinezza, l’amore quando eri fidanzata per sposarti, il tuo camminare dietro a me nel deserto, in un paese non seminato. Israele era qualcosa di santo per Geova, il primo prodotto per Lui”’. ‘Tutti quelli che lo divoravano si rendevano colpevoli. La stessa calamità veniva su di loro’, fu l’espressione di Geova” - Geremia 2:1-3

La relazione che c'era tra Israele e l'Iddio Onnipotente è paragonata a quella di un uomo innamorato con la sua fidanzata.
Questo paragone dovrebbe toccare le corde emotive di ognuno di noi.
Il Creatore dell'universo dice, attarverso Geremia, di ricordare che un tempo, agli inizi di questa relazione, la sua donna mostrava amore leale.
La nazione di Israele, pur non essendo ancora una nazione, si "fidanzò" con Geova quando strinse con lui un patto solenne promettendo di ubbidire a tutte le "decisioni giudiziare".
"Quando eri fidanzata per sposarti" infatti, è descritto in Esodo 24:3.
Quando questo gruppo di persone cominciò a seguire Geova senza distrazioni, fu come quando una donna innamorata non ha occhi che per il suo futuro marito.
L'Iddio Onnipotente, da parte sua, dimostrò ogni tenera cura verso quel popolo.
Geova protesse la Sua speciale proprietà da tutti coloro che avrebbero voluto farle del male.
Se questa relazione non si fosse infranta, essa sarebbe diventata una nazione santa, un regno di sacerdoti – Esodo 19:6
E' evidente che questo periodo è ormai lontano altrimenti questa dichiarazione non sarebbe iniziata con "Ricordo bene..."
Cos'è successo in breve tempo?




Israele si "fidanzò" con Geova quando promise di ubbidire ai Suoi comandi ma quasi subito si dimostrò infedele


Udite la parola di Geova, o casa di Giacobbe, e voi tutte famiglie della casa d’Israele. Geova ha detto questo: “Che hanno trovato d’ingiusto in me i vostri padri, così che si sono allontanati da me, e hanno continuato a camminare dietro all’idolo vano e a divenire vani essi stessi? E non hanno detto: ‘Dov’è Geova, Colui che ci fece salire dal paese d’Egitto, Colui che ci fece camminare per il deserto, per un paese di pianura desertica e fossa, per un paese arido e di profonda ombra, per un paese attraverso il quale non passò nessun uomo e in cui non dimorò nessun uomo terreno?’
E gradualmente vi condussi in un paese del frutteto, affinché ne mangiaste i frutti e le cose buone. Ma voi entraste e contaminaste il mio paese; e della mia propria eredità faceste qualcosa di detestabile. Gli stessi sacerdoti non dissero: ‘Dov’è Geova?’ E i medesimi che maneggiavano la legge non mi conobbero; e i pastori stessi trasgredirono contro di me, e perfino i profeti profetizzarono per Baal, e camminarono dietro a quelli che non potevano recare beneficio.
“‘Perciò contenderò ancora con voi’, è l’espressione di Geova, ‘e contenderò con i figli dei vostri figli’ - Geremia 2:4-9

Queste parole sono molto forti.
Cosa avevano trovato di ingiusto i padri di coloro a cui era rivolto questo messaggio da parte di Geova?
Geova aveva forse mancato di proteggere la Sua proprietà, di darle il necessario per vivere e farla abbondare anche in prosperità?
Aveva forse mancato un qualcosa, l'Iddio Onnipotente?
Assolutamente no.
L'Iddio Onnipotente li aveva fatti passare attarverso un deserto terribile e inospitale e li aveva tenuti in vita – confronta Esodo 16:31
Alla fine di quest'esodo li aveva fatti entrare nel "paese del frutteto", un paese dove scorreva latte e miele – Numeri 13:27
Questo avrebbe dovuto spingere i figli di Israele a mostrare amore leale e sottomissione riconoscente ma questo, nella maggioranza dei casi e per la maggiorparte del tempo, non avvenne.
L'eredità di Geova fu quasi subito rovinata dall'atteggiamento e dalle azioni del popolo.
"Gli stessi sacerdoti non dissero: ‘Dov’è Geova?’ E i medesimi che maneggiavano la legge non mi conobbero; e i pastori stessi trasgredirono contro di me, e perfino i profeti profetizzarono per Baal, e camminarono dietro a quelli che non potevano recare beneficio".
Questa sposa novella, si dimostrò quasi subito incontentabile, viziata, pretenziosa e infedele.
Al versetto nove Geova dice "“‘Perciò contenderò ancora con voi’, è l’espressione di Geova, ‘e contenderò con i figli dei vostri figli".
Sembra quasi che Egli voglia dire "Dimostratemi che le cose non stanno così. Dimostratemi se ho mancato in qualcosa. Dimostratemi che non siete stati infedeli".
Queste parole dovrebbero farci riflettere.
Sappiamo che queste parole si applicano agli israeliti infedeli ma per estensione si applicano a tutto il popolo di Dio.
Non sono le nostre parole a dimostrare quello che pretendiamo di essere.
Anche se nessuno di noi adorerebbe letteralmente un Baal (anche se questo Baal potrebbe avere molte facce e quindi dovremmo rifletterci attentamente), ci stiamo attenendo strettamente alla Parola di Dio?
Geova ci ha tirato fuori dal deserto di questo mondo e ci ha dato una meta ed una speranza.
Oltre a ciò, ci ha anche protetto, fin adesso, altrimenti Satana ci avrebbe fatti sparire da un pezzo.
Potrebbe Geova "contendere con noi"?
E se ci chiedesse "Sei stato fedele? Ti sei attenuto strettamente ai miei comandi, alle mie leggi, ai miei principi?" noi potremmo rispondere a testa alta?
O magari anche noi ci siamo fatti un Baal o un vitello d'oro credendo di fare una festa a Geova? - confronta Esodo 32:5, 6
Cerchiamo di fare un'onesta autocritica come farebbe una sposa innamorata nel desiderio di piacere a Suo marito a tutti i costi.
Cos'altro possono insegnarci questi versetti?
Staccandoci un attimo dal contesto, possiamo meditare sull'espressione "mia eredità".
Durante lo studio degli articoli presentati in questo blog abbiamo visto che la Terra Promessa è ancora la meta del popolo di Dio.
Questo intendimento ha ovviamente sollevato una serie di polemiche perché nei testimoni di Geova è fortemente trincerata l'idea che Gerusalemme, e la nazione d'Israele di conseguenza, non abbia più alcuna importanza nel proposito di Dio.
Questa convinzione è rafforzata da un paio di intendimenti errati o parziali.
Gesù disse che i veri adoratori non avrebbero più adorato in un "luogo specifico" ed inoltre la "casa di Israele fu abbandonata" nel momento in cui gli israeliti arrivarono ad uccidere il Figlio di Dio – Giovanni 4:21-24; Matteo 23:37, 38
In realtà nessuna di queste scritture afferma che Gerusalemme sarebbe stata abbandonata o che avrebbe perso la sua importanza.
Esse dicono semplicemente che i veri adoratori avrebbero potuto adorare il Padre in qualsiasi luogo o circostanza e che l'infedele Israele sarebbe stata abbandonata.
Per infedele Israele si intende il popolo, non certo il territorio geografico il quale avrebbe subito una distruzione ma che, col tempo, sarebbe stato ripopolato – Isaia 54:1-8; Luca 21:20-22; Rivelazione 21:10
Solo comprendendo questo riusciamo a capire cosa volesse dire Gesù quando affermò che Gerusalemme sarebbe stata calpestata dalle nazioni fino al tempo della fine (Luca 21:24) e non abbiamo bisogno di leggere quello che non c'è scritto quando troviamo scritture come Neemia 1:9 o Isaia 34:17 o 60:15 o Gioele 3:20.
Proviamo inoltre a riflettere.
Se Geova ha scelto un luogo specifico come Terra Promessa e ha detto che lì il Suo Nome avrebbe dimorato di generazione in generazione, sarebbe logico abbandonare tutto o cambiare idea perché il popolo che vi ha abitato per primo non si è dimostrato degno di tale onore? - confronta Esodo 32:33
Quando andiamo in predicazione, se capita di parlare con qualcuno che parla di Armaghedon come della distruzione totale, non facciamo spesso l'esempio del cattivo inquilino che rovina la casa?
Diciamo forse una cosa del genere: "A motivo del comportamento cattivo degli inquilini, sarebbe ragionevole che il padrone buttasse giù la casa? Non sarebbe più ragionevole che egli sbattesse fuori gli inquilini cattivi per permettere a quelli buoni di vivere in pace?"
Ogni tanto proviamo ad applicare a noi stessi le nostre stesse parole.
Dove è scritto, nella Bibbia, che Geova avrebbe abbandonato Gerusalemme (perché, poi?) intendendo proprio l'appezzamento di terra e non il popolo disubbidiente?
Al contrario, se leggiamo semplicemente quello che c'è scritto (dimenticando per un attimo tutti i nostri "simbolico", "teorico", "figurato", "spirituale", "concettuale", "immaginario") si legge proprio il contrario.
Anche in Geremia Geova rimarca che quella terra è la "sua eredità" e non sarebbe coerente che Egli rinunciasse alla Sua eredità perché chi vi soggiornò per primo dimostrò di non meritarla rovinandola con l'adorazione di falsi dèi.
Torniamo, dunque, a Geremia...


“‘Ma passate ai paesi costieri dei chittim e vedete. Sì, mandate anche a Chedar e prendete in speciale considerazione, e vedete se è accaduta una cosa come questa. Ha una nazione scambiato dèi, pure per quelli che non sono dèi? Ma il mio proprio popolo ha scambiato la mia gloria per ciò che non può recare beneficio. Stupite di questo, o cieli; e rabbrividite con grandissimo orrore’, è l’espressione di Geova, ‘perché ci sono due cose cattive che il mio popolo ha fatto: Hanno lasciato perfino me, la fonte d’acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne rotte, che non possono contenere acqua’ - Geremia 2:10-13

Geova invita il popolo a riflettere sul grande privilegio che Essi hanno di conoscere l'Iddio vivente.
Le altre nazioni hanno i loro dèi, ovviamente falsi, ma chissà quanto li avranno pregati!
Nonostante essi non li abbiano mai protetti, non abbiamo mai parlato e nonostante la loro assoluta inutilità, chissà quanto i falsi adoratori sono stati fedeli ad essi!
Geova ha visto sicuramente queste scene per molti anni e in tutto il mondo.
A loro modo questi falsi adoratori sono stati più coerenti di questo popolo.
Il popolo di Dio ha lasciato il suo proprietario, l'unica fonte d'acqua viva, per farsi dèi di legno e di metallo!
Si sono scavati cisterne rotte.
Sperano, adesso, di salvarsi dalla calamità e di essere benedetti?


“‘È Israele un servitore o uno schiavo nato in casa? Perché è divenuto per la preda? Contro di lui ruggiscono i giovani leoni forniti di criniera; hanno fatto udire la loro voce. E facevano del suo paese un oggetto di stupore. Le sue proprie città sono state incendiate, così che non c’è abitante. Perfino gli stessi figli di Nof e Tafnes continuarono a pascersi di te alla sommità del capo. Non è questo ciò che tu facevi a te stessa, lasciando Geova tuo Dio nel tempo in cui ti faceva camminare per la via? E ora, che ti deve importare della via d’Egitto, per bere le acque di Sihor? E che ti deve importare della via d’Assiria, per bere le acque del Fiume? La tua malizia ti deve correggere, e i tuoi propri atti d’infedeltà ti devono riprendere. Sappi, quindi, e vedi che il tuo lasciare Geova tuo Dio è qualcosa di cattivo e di amaro, e non te [ne è derivato] nessun terrore di me’, è l’espressione del Sovrano Signore, Geova degli eserciti – Geremia 2:14-19

Ancora una volta Geova invita il Suo Popolo a riflettere.
Gli israeliti del tempo di Geremia dovrebbero conoscere la loro stessa storia.
Essi dovrebbero sapere cosa successe quando il popolo si sviò.
Varie nazioni predarono il popolo causando molte sofferenze e questo fù ciò che la nazione fece a se stessa.
Si fece del male.
L'Iddio Onnipotente, benché non sia tenuto a dare alcuna spiegazione, è come se dicesse: "Rifletti! Ti sei fatta del male in passato! Non farti altro male!"
Perché dunque, adesso, sta cercando rifugio in Egitto?
Perché sta cercando protezione nell'Assiria?


“‘Poiché molto tempo fa ruppi il tuo giogo; strappai i tuoi legami. Ma dicesti: “Non servirò”, poiché su ogni alto colle e sotto ogni albero lussureggiante giacevi in maniera scomposta, prostituendoti. E in quanto a me, ti avevo piantato come una vite rossa scelta, tutta di vero seme. Come ti sei dunque cambiata verso di me in [tralci] degenerati di vite straniera?’
“‘Ma anche se tu ti lavassi con gli alcali e ti prendessi grandi quantità di liscivia, il tuo errore sarebbe certamente una macchia dinanzi a me’, è l’espressione del Sovrano Signore Geova. Come puoi dire: ‘Non mi sono contaminata. Non ho camminato dietro ai Baal’? Vedi la tua via nella valle. Nota ciò che hai fatto. Una veloce, giovane cammella senza meta che corre da una parte all’altra nelle sue vie; una zebra abituata al deserto, alla brama della sua anima, che fiuta il vento; al tempo del suo accoppiamento, chi può farla tornare indietro? Tutti quelli che la cercano non si stancheranno. Nel suo mese la troveranno. Trattieni il tuo piede dal [divenire] scalzo, e la tua gola dalla sete. Ma tu dicevi: ‘È senza speranza! No, ma mi sono innamorata di estranei, e camminerò dietro a loro’ - Geremia 2:20-25

La "sposa novella" divenne quasi subito infedele.
Si prostituì su ogni alto colle e sotto ogni albero lussurreggiante... indicando che ripose la sua fiducia in altri dèi e cercò la protezione e l'appoggio delle nazioni.
Essa era una vite rossa scelta ma si contaminò facendo alleanze scellerate contro la volontà del Suo Proprietario maritale.
La colpa del popolo è così grande che neppure la liscivia la purificherebbe.
Eppure, sfacciatamente, come se l'Iddio Onnipotente potesse essere ingannato, ella dice "Non mi sono contaminata. Non ho camminato dietro ai Baal".
Israele si comporta proprio come una moglie infedele che è stata colta in flagrante adulterio.
Nonostante le evidenze, continua a negare sperando di far leva sul suo ascendente.
Esattamente come una cammella o una zebra nel periodo dell'accoppiamento, ella ha fatto di tutto per farsi notare dai suoi appassionati amanti.
E i suoi appassionati amanti, alla fine, l'hanno trovata.
É andata in ogni direzione pur di tradire Suo Marito.
Non solo ella non ammette le sue colpe ma si giustifica dicendo "Mi sono innamorata".
Esattamente come accade ai nostri giorni, essere "innamorati" viene citato come scusa per ogni sorta di tradimento.
"L'amore" giustifica tutto, agli occhi del mondo, quando in realtà questo aggrava il tradimento – confronta Numeri 25:6-9


Come con la vergogna di un ladro quando è scoperto, così hanno provato vergogna quelli della casa d’Israele, essi, i loro re, i loro principi e i loro sacerdoti e i loro profeti. Dicono a un albero: ‘Tu sei mio padre’, e a una pietra: ‘Tu stessa mi hai generato’. Ma a me hanno rivolto la nuca e non la faccia. E nel tempo della loro calamità diranno: ‘Levati e salvaci!’
Ma dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti? Si levino, se ti possono salvare nel tempo della tua calamità. Poiché i tuoi dèi son divenuti come il numero delle tue città, o Giuda – Geremia 2:26-28

Essi sanno benissimo da dove vengono i loro "dèi": dagli alberi e dalle pietre.
E agli alberi e alle pietre dicono: "Tu sei mio padre" ma a Geova, che aveva deliziato la Sua Sposa con ogni sorta di bendizione, voltano le spalle.
Ma adesso che è arrivata la calamità... perché questi dèi non la stanno aiutando?
Eppure sono in tanti!
"I tuoi dèi son divenuti come il numero delle tue città".


“‘Perché continuate a contendere contro di me? Perché avete trasgredito, voi tutti, contro di me?’ è l’espressione di Geova. Invano ho colpito i vostri figli. Non accettarono nessuna disciplina. La vostra spada ha divorato i vostri propri profeti, come un leone che causa rovina. O generazione, vedete da voi stessi la parola di Geova.
Son io divenuto un semplice deserto per Israele o un paese di dense tenebre? Perché questi, il mio popolo, hanno detto: ‘Abbiamo vagato. Non verremo più a te’? Può una vergine dimenticare i suoi ornamenti, una sposa le sue fasce? Eppure il mio proprio popolo mi ha dimenticato per innumerevoli giorni.
Perché, o donna, abbellisci la tua via per cercare amore? Perciò è stato anche nelle cose cattive che hai insegnato le tue vie. Inoltre, nei tuoi lembi si son trovati i segni del sangue delle anime dei poveri innocenti. Non li ho trovati nell’atto di sfondare, ma [sono] su tutti questi – Geremia 2:29-34

In passato Geova aveva già colpito Israele nella speranza di ricondurlo con misericordia.
La punizione era stata molto severa ma essi "non accettarono nessuna disciplina".
Quelli a cui è rivolto questo messaggio potrebbero controllare la loro storia scritta, nel caso fossero di memoria corta.
Questo popolo, però, continua ad abbellire il suo aspetto per "cercare amore".
Ella cerca di abbellirsi per le nazioni, come l'Egitto e l'Assiria, nella speranza che vengano a salvarla dalla calamità.
A motivo di queste alleanze adulterine e della sua "nuova" religione, ella è anche sporca di sangue innocente.
Anche questi versetti dovrebbero farci riflettere.
Un altro soggetto che è stato ridiscusso e che ha destato perplessità, è quello relativo a Babilonia la Grande.
In questi versetti si vede una nazione o popolo che si "abbellisce" e cerca di far leva su altre nazioni per essere protetta – Rivelazione 18:7
Fino all'ultimo momento non cerca Geova ma semplicemente i suoi amanti – Rivelazione 17:3-5
Inoltre, in questa nazione o popolo è stato trovato molto sangue innocente – Rivelazione 18:24
Se non fossimo abituati a fare i nostri soliti collegamenti indotti, i paralleli sarebbero evidenti.
La nazione che ha continuato a prostituirsi su ogni alto colle e sotto ogni albero lussurreggiante, ovvero è la madre di tutte le meretrici, è una soltanto.
Questa nazione è sempre stata una nazione letterale e specifica e non ha mai raffigurato "tutte le religioni" ma, al contrario, si è piegata ad ogni Baal pur di offendere Geova.
Vediamo un'altra caratteristica di questo popolo negli ultimi versetti di questo capitolo.


Ma tu dici: ‘Sono rimasta innocente. Sicuramente la sua ira si è ritirata da me’.
Ecco, entro in controversia con te a motivo del tuo dire: ‘Non ho peccato’. Perché consideri molto insignificante il cambiamento della tua via? Anche dell’Egitto ti vergognerai, proprio come ti vergognasti dell’Assiria. Anche per questo motivo uscirai con le mani sulla testa, perché Geova ha rigettato gli oggetti della tua fiducia, e con loro non avrai successo” - Geremia 2:35-37

Invece di fare i cambiamenti necessari, ella ripete stupidamente "Sono rimasta innocente. Geova si ricorderà di me".
A motivo della sofferenza a cui sta andando incontro, adesso forse si "ricorda" di Suo Marito... ma il suo ricordo è assolutamente opportunista.
Ella non cerca in alcun modo il Suo perdono perché continua a dire "Sono innocente".
Chi è innocente non dev'essere perdonato di niente.
Continua a credere che, nonostante il suo comportamento sfacciato e immorale, avrà sempre una relazione speciale con l'Iddio Onnipotente.
Questa è una falsa e sciocca sicurezza.
Geova aveva scelto il popolo di Isarele a motivo della Sua amicizia con Abraamo ma essi avrebbero dovuto ubbidire alla Sua voce.
Nessun patto è senza condizioni.
Il fatto che Geova abbia mostrato un'incredibile pazienza, ha forse illuso il Suo popolo che essi avrebbero potuto continuare a trasgredire e a tradire all'infinito.
Questo popolo si accorgerà presto che le cose non stanno così.
Presto usciranno "con le mani sulla testa" e si vergogneranno dei loro amanti.
Anche su questo possiamo riflettere.
A volte ci ripetiamo di essere il popolo di Dio, e questo è senz'altro vero, ma queste parole potrebbero nascondere una falsa sicurezza.
Non dobbiamo dimenticare che siamo noi ad avere un disperato bisogno di Dio, non il contrario.
Cosa avrebbero dovuto fare, gli abitanti di Giuda, per essere sicuri della protezione di Geova?
Bastava ripetersi a cantilena "siamo il popolo di Dio"?
Assolutamente no; essi avrebbero dovuto accertarsi di conoscere e fare la volontà di Dio.
Lo stiamo facendo, noi?
Quanto sarebbe problematico, per Dio, sostituirci in blocco oggi stesso?
È Lui ad aver bisogno di noi o siamo noi ad aver bisogno di Lui?
Quindi, invece di ripetere "siamo il popolo che ha resistito ai campi di concentramento nazisti e ai campi di lavoro sovietici" dovremmo chiederci se stiamo continuando a fare la volontà di Dio – confronta 2 Corinti 13:5
Dobbiamo chiederci cosa si aspetta da noi, Geova, in questo particolare periodo di tempo.
Dobbiamo onestamente chiederci se ci siamo fatti anche noi il nostro idolo personale e se non adoriamo nessun altri che Geova.
A somiglianza degli abitanti di Giuda ai tempi di Geremia, presto il re del nord e farà uscire "con le mani sulla testa" tutti coloro che hanno riposto fiducia in qualsiasi cosa fuorché Geova, l'Unico che potrebbe proteggerci.
Chiediamoci onestamente: assomigliamo di più a quella sposa novella, ansiosa di piacere al proprio marito in ogni cosa o a quell'altra donna che dice "sono il popolo di Dio, sono in patto speciale, non sono vedova, non vedrò mai lutto"?

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