Geremia capitolo 4
“Se
vuoi tornare, o Israele”, è l’espressione di Geova, “puoi pure
tornare a me. E se a motivo mio toglierai le tue cose disgustanti,
allora non andrai come un fuggiasco. 2 E [se] certamente giurerai:
‘Come Geova vive in verità, diritto e giustizia!’ allora in lui
le nazioni realmente si benediranno, e in lui si vanteranno” -
Geremia 4:1-2
Anche nel quarto capitolo di
Geremia, Geova invita caldamente sia Giuda che Gerusalemme a
"tornare".
Abbiamo prima fatto una
distinzione tra Giuda e Israele ms i versetti successivi si concentreranno particolarmente su Giuda.
Questo non dovrebbe
sorprenderci perché l'amorevole Padre dà sempre a tutti, ad ogni
singolo, l'opportunità di essere ricondotti a Lui con amore e
misericordia.
Dal momento che questo appello
è rivolto ad ogni singolo non dovremmo concludere che
"Giuda" sarà ricondotto come popolo (abbiamo visto che esso si riferisce realmente al popolo che era il popolo di Dio).
Come abbiamo visto i moderni
abitanti di Israele, nel loro insieme, non hanno alcuna intenzione di
"tornare a Geova" preferendo i loro amanti politici ma
grossomodo può dirsi lo stesso dei cosiddetti cristiani sparsi nel
mondo per cui dobbiamo comprendere che il messaggio è valido per tutti coloro che credono d'essere il popolo scelto da Dio.
Vediamo inoltre che un appello
simile viene rivolto in Rivelazione 18:4 e questo significa che
qualche abitante di Babilonia la Grande potrebbe essere ancora considerato "Suo
popolo".
È vero che l'appello è
rivolto principlamente a coloro che già fanno la volontà di Geova e
che vivono in quella nazione ma questo non esclude che, appunto
all'ultimo momento, qualche abitante di Giuda possa effettivamente
riflettere e pentirsi prima che sia troppo tardi – confronta
Rivelazione 11:13
Ognuno di noi ha bisogno di
fare ammenda dei propri errori prima di tornare a Lui.
Anche se sappiamo d'essere il
popolo di Dio, come abbiamo visto Geova sceglierà singolarmente i
meritevoli.
Solo questi saranno i nuovi
abitanti della Terra Promessa.
Stiamo mantenendo le nostre vesti o il giorno di Geova potrebbe coglierci di sorpresa?
3 Poiché
questo è ciò che Geova ha detto agli uomini di Giuda e di
Gerusalemme: “Arate per voi stessi un terreno arabile, e non
continuate a seminare fra le spine. 4 Circoncidetevi a Geova, e
togliete i prepuzi dei vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di
Gerusalemme; affinché il mio furore non esca proprio come un fuoco,
e certamente arda senza che alcuno estingua, a causa della malizia
delle vostre azioni”.
5 Annunciate[lo]
in Giuda, e proclamate[lo] anche in Gerusalemme, e dite[lo], e
suonate il corno in tutto il paese. Gridate ad alta voce e dite:
“Raccoglietevi, ed entriamo nelle città fortificate. 6 Alzate un
segnale verso Sion. Provvedete a trovare riparo. Non state fermi”.
Poiché farò venire dal nord una calamità, sì, un gran crollo.
7 Egli è salito come un leone dalla sua boscaglia, e colui che
riduce in rovina le nazioni è partito; è uscito dal suo luogo per
rendere il tuo paese come un oggetto di stupore. Le tue proprie città
cadranno in rovina così che non ci sarà più abitante. 8 Per
questo motivo cingetevi di sacco. Battetevi il petto e urlate, perché
l’ardente ira di Geova non si è ritirata da noi - Geremia 4:3-8
Nel periodo in cui furono
pronunciate e scritte queste parole, Giuda fu effettivamente
devastata dalla potenza che veniva "dal nord".
Una sorte simile spetta a
Babilonia la Grande e tutti coloro che vi si troveranno dentro,
durante quel terribile giudizio, spariranno con essa.
Tuttavia è interessante
notare che proprio all'approssimarsi di questo giudizio Rivelazione
11:15 dica "Ecco, io vengo come un ladro. Felice chi sta sveglio
e mantiene le sue vesti, affinché non cammini nudo e non si veda la
sua vergogna”.
Se esaminiamo il contesto,
anche in base a quello che abbiamo visto in alcuni articoli
precedenti*, quell'evento riguarda la guerra di Armaghedon e cioé il
momento cruciale in cui il popolo di Dio è radunato in prossimità
della Terra Promessa ancora occupata da Babilonia la Grande.
Sembra strano che
l'avvertimento giunga proprio in quel frangente perché il popolo lì
radunato è quello che è già stato selezionato dalle nazioni, che
ha predicato assiduamente durante tre anni e mezzo di grande
tribolazione e che è sopravvissuto a tutta la furia satanica –
Rivelazione 12:12
Se esso si trova lì, dovrebbe
essere un popolo già sveglio e con le proprie vesti.
Tuttavia non è detto che
singolarmente qualcuno non abbia mantenuto le proprie vesti.
Potrebbe capitare esattamente
come accaduto agli israeliti nel deserto; un'intera generazione non
entrò nella Terra Promessa.
Sarebbe davvero una vita
sprecata essere rimasti fedeli per molto tempo, davanti ad
incredibili difficoltà, e poi perdere questa opportunità a pochi
metri dalla meta! - confronta Matteo 24:13
In questo senso per ogni
singolo il giorno di Geova potrebbe "venire come un ladro"
perché, proprio quando non ce l'aspetteremmo, ognuno di noi potrebbe
ricevere un giudizio avverso.
E va da sè che questa
interpretazione getta un'ombra sulla presunta impossibilità di
calcolare il tempo dell'esecuzione di Babilonia la Grande, la guerra
di Armaghedon e, di conseguenza, l'ingresso nella Terra Promessa.
Questo aspetto lo vedremo
meglio in un prossimo articolo; per il momento preoccupiamoci di
sapere se stiamo ancora indossando le nostre vesti.
Agli abitanti di Giuda viene
detto di "provvedere scampo alle loro anime e non stare fermi"
e questo dovrebbe perlomeno farci riflettere sull'atteggiamento di
alcuni fratelli che aspettano di "vedere come và" e che
aspettano che le profezie si siano adempiute per "capire cosa
fare".
Un tale atteggiamento
indolente potrebbe costare caro ad ognuno di noi.
È evidente che "entrare
nelle città fortificate" non sarebbe stato sufficiente per gli
abitanti di Giuda i quali avrebbero dovuto anche "battersi il
petto e urlare".
Questo aspetto l'abbiamo visto
nell'articolo dedicato a Gioele intitolato "Stiamo barcollando
come ubriachi?".
Il corpo direttivo e, in
generale, tutti coloro che hanno incarichi di responsabilità, sono
invitati a prestare veramente attenzione alle parole di Gioele e
convocare "un'assembela solenne" fintanto che ne abbiamo il
tempo favorevole.
In caso contrario, l'ira di
Geova non si ritirerà da noi.
9 “E
deve accadere in quel giorno”, è l’espressione di Geova, “che
il cuore del re perirà, anche il cuore dei principi; e i sacerdoti
certamente saranno presi da stupore, e i profeti stessi saranno
sbalorditi”.
10 E
dicevo: “Ohimè, o Sovrano Signore Geova! Davvero hai completamente
ingannato questo popolo e Gerusalemme, dicendo: ‘La pace stessa
diverrà vostra’, e la spada è giunta fino all’anima” -
Geremia 4:9, 10
Possiamo immaginare che per
coloro che hanno insegnato - per anni - che l'ira di Geova si sarebbe
abbattuta soltanto sulla "cristianità" e sul mondo di
Satana, quel giorno sarà davvero sorprendente.
"I sacerdoti certamente
saranno presi da stupore, e i profeti stessi saranno sbalorditi”.
Questo ovviamente varrà per
tutti coloro che si sono allontanati dalla vera adorazione in vari
modi.
Da un punto di vista umano
potrebbe sembrare che Geova abbia ingannato il Suo popolo perché in
effetti Egli ha promesso protezione, pace e prosperità.
La mancanza, però, è
esclusivamente umana perché il patto con Geova non era e non è mai
stato senza condizioni.
L'uomo, parlando in generale,
preferisce l'etichetta alla sostanza.
A prescindere a quale dei due
gruppi fu principalmente indirizzato questo messaggio, non dovremmo applicare a noi queste parole?
Quali sono le nostre
aspettative per l'immediato futuro?
Le nostre aspettative saranno
confermate oppure deluse?
11 In
quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: “C’è un
vento bruciante dei sentieri battuti attraverso il deserto [per] la
via verso la figlia del mio popolo; non è per ventilare, né per
purificare. 12 Lo stesso vento impetuoso viene pure da questi a me.
Ora io stesso anche pronuncerò i giudizi riguardo a loro. 13 Ecco,
egli salirà come nuvole di pioggia, e i suoi carri sono simili
all’uragano. I suoi cavalli sono più veloci delle aquile. Guai a
noi, perché siamo stati spogliati! - Geremia 4:11-13
In questi versetti Geova
rimarca l'assoluta inevitabilità del giudizio.
"Non è per purificare"
che avviene questo giudizio, perché non c'è più nulla da salvare
in questa nazione apostata.
Comunque ogni singolo può ancora "fuggire da essa".
L'esercito che la spoglierà
sarà forte, veloce e numeroso.
14 Lava
il tuo cuore perché sia puro dall’assoluta malizia, o Gerusalemme,
affinché tu sia salvata. Fino a quando albergheranno dentro di te i
tuoi pensieri erronei? 15 Poiché una voce annuncia da Dan e
proclama qualcosa di nocivo dalla regione montagnosa di Efraim.
16 Menzionate[lo], sì, alle nazioni. Proclamate[lo] contro
Gerusalemme”.
“Vedette
vengono da un paese lontano, e faranno risuonare la loro voce contro
le medesime città di Giuda. 17 Come guardie della campagna si
trovano contro di lei da tutti i lati, perché si è ribellata
perfino contro di me”, è l’espressione di Geova – Geremia
4:14-17
All'approssimarsi di questo
giorno di vendetta, coloro che comporendono la profezia hanno
l'incarico di proclamarlo pubblicamente.
È a motivo della ribellione
contro Geova che si è arrivati a questa situazione.
Non vogliamo far finta di
niente e raccontarci che tutto va bene.
Sia la punizione contro il
popolo di Dio "sparso in tutta la terra" che quello
destinato a Babilonia la Grande è una notizia che si deve dare.
18 “La
tua condotta e le tue azioni: queste ti saranno rese. Questa è la
calamità su di te, poiché è amara; perché è giunta fino al tuo
cuore”.
19 Oh
i miei intestini, i miei intestini! Sento penosi dolori nelle pareti
del mio cuore. Il mio cuore è tumultuoso dentro di me. Non posso
tacere, poiché la mia anima ha udito il suono del corno, il segnale
d’allarme di guerra. 20 È stato chiamato crollo su crollo,
poiché l’intero paese è stato spogliato. All’improvviso sono
state spogliate le mie tende, in un momento i miei teli di tenda.
21 Fino a quando continuerò a vedere il segnale, continuerò a
udire il suono del corno? 22 Poiché il mio popolo è stolto. Non
mi hanno prestato attenzione. Sono figli non saggi; e non sono quelli
che hanno intendimento. Sono saggi per fare il male, ma per fare il
bene in effetti non hanno conoscenza – Geremia 4:18-22
Il versetto 18 inizia con le
parole "la tua condotta e le ture azioni ti saranno rese".
Queste parole ci ricordano
qualcosa?
Certo. Esse ci ricordano le
parole riportate in Rivelazione 18:6 se leggiamo queste scritture
senza condizionamenti.
Come prevedibile, questo
popolo non ascolterà il messaggio.
I due testimoni vestiti di
sacco, i quali rappresenteranno un Geremia moderno, avranno il
compito di avvertire questo popolo stolto.
È importante prestare
attenzione alle profezie di Geremia perché esse potranno svelarci
particolari interessanti non solo in merito a Babilonia la Grande ma
anche in relazione a questo messaggio.
Come abbiamo visto in articoli
precedenti, questa predicazione è l'avvenimento a cui tutti i
cristiani sparsi nel mondo devono prestare attenzione.
23 Vidi
il paese, ed ecco, [era] vuoto e vacuo; e nei cieli, e la loro luce
non c’era più. 24 Vidi i monti, ed ecco, sobbalzavano, e i colli
stessi erano tutti scossi. 25 Vidi, ed ecco, non c’era uomo
terreno, e le creature volatili dei cieli eran tutte volate via.
26 Vidi, ed ecco, il frutteto stesso era un deserto, e tutte le sue
medesime città erano state demolite. Era a causa di Geova, a causa
della sua ira ardente.
27 Poiché
Geova ha detto questo: “Tutto il paese diverrà una distesa
desolata, e non eseguirò io un assoluto sterminio? 28 A causa di
ciò il paese farà cordoglio, e i cieli di sopra certamente si
oscureranno. È perché ho parlato, ho considerato, e non ho provato
rammarico, né me ne ritrarrò. 29 A causa del suono dei cavalieri
e dei tiratori d’arco l’intera città fugge. Sono entrati in
folte [boscaglie], e sono saliti sulle rocce. Ogni città è
abbandonata, e non c’è chi vi dimori” - Geremia 4:23-29
Nonostante la seria punizione
da parte dell'Iddio Onnipotente non è ancora giunta la fine per gli
abitanti di Giuda e Gerusalemme.
Se così fosse il paese non
potrebbe "far cordoglio".
Questo aspetto lo vedremo meglio tra poco.
30 Ora
che sei spogliata, che farai, visto che ti vestivi di scarlatto,
visto che ti adornavi di ornamenti d’oro, visto che ti allargavi
gli occhi col belletto nero? Invano ti facevi bella. Quelli che [ti]
desideravano ardentemente ti hanno rigettato; continuano a cercare la
tua medesima anima. 31 Poiché ho udito una voce come quella di una
donna malata, l’angustia come quella di una donna che partorisce il
suo primo figlio, la voce della figlia di Sion che continua a
respirare affannosamente. Continua a stendere le palme delle sue
mani: “Guai a me, ora, poiché la mia anima è stanca degli
uccisori!” - Geremia 4:30, 31
Anche questi versetti
dovrebbero essere utili per identificare correttamente il soggetto.
Chi è vista adornata di
ornamenti d'oro e "vestita di scarlatto" in Rivelazione? -
Rivelazione 17:4
Tutti coloro che la
"desideravano ardentemente" adesso cercano di ucciderla.
Questi versetti, però, non
parlano ancora della sua definitiva distruzione, anche se è
prossima.
Questo lo comprendiamo dal
fatto che essa ancora si lamenta e fa cordoglio.
Da ciò possiamo ipotizzare
due interpretazioni differenti.
Può darsi che questi versetti
si applichino soltanto alla nazione del tempo di Geremia la quale,
dopo un certo periodo, fu ricondotta a Geova.
Questo non avverrà nei
confronti di Babilonia la Grande il qual fumo, al contrario, continua
ad ascendere per i secoli dei secoli.
È una possibilità.
La seconda ipotesi riguarda la
descrizione della quinta tromba riportata in Rivelazione 9:1-12.
Abbiamo ipotizzato, in uno
studio precedente, che questa punizione riguardi proprio Babilonia la
Grande anche se non riguarderà ancora la sua distruzione.
Confrontando con Daniele 11:30
il re del nord dovrà "prendere in considerazione" quelli
che hanno lasciato il patto santo e sappiamo che essi non possono
essere altri che gli abitanti di Babilonia la Grande.
C'è infatti una differenza
sostanziale tra "quelli che hanno lasciato il patto santo"
e quelli che "agiscono malvagiamente contro il patto" i quali, al contrario, vengono sedotti con la lusinga.
"Prenderli in considerazione" non sembra avere nulla di positivo.
Non sappiamo fino a che punto
il re del nord "denuncerà" Israele ma è evidente che la
punizione sarà molto dolorosa anche se avverrà per un periodo di
tempo limitato.
Può darsi dunque che questi
ultimi versetti del capitolo 4 di Geremia siano un riferimento a
quell'avvenimento.
Dobbiamo aspettarci un attacco
contro Israele ma questo non segnerà certo la sua fine.
Al contrario, questo porterà
ad una guerra molto più estesa e cruenta la quale includerà il re
del sud.
Dal momento che alla fine
della guerra Israele esisterà ancora (ed è evidentemente una delle
poche nazioni sopravvissute alla guerra) è evidente che questa
nazione riuscirà ad "accordarsi" con il re vincitore.
È inutile negare, però, che
ci sfuggono ancora molti particolari.
Per questo e per altre
ragioni, prestiamo attenzione alle profezie di Geremia perché
aggiungerà un tassello alla nostra comprensione.
Nota in calce.
Gli articoli precedenti sono "Prissima fermata, Israele"
http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/10/prossima-fermata-israele.html
e "Identificati i re provenienti dal sol levante"
http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/10/identificati-i-re-provenienti-dal-sol.html
Nota in calce.
Gli articoli precedenti sono "Prissima fermata, Israele"
http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/10/prossima-fermata-israele.html
e "Identificati i re provenienti dal sol levante"
http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/10/identificati-i-re-provenienti-dal-sol.html
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