UNO SARA’ PRESO, L’ALTRO ABBANDONATO

Chi? Quando? In che senso?

«Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo. Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due saranno nel campo; l'uno sarà preso e l'altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l'una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà - Matteo 24:36-44

Secondo una certa interpretazione religiosa, soprattutto di carattere evangelico dispensazionalista*, le scritture di Matteo 24:36-44 e Luca 17:26-37 parlerebbero del “rapimento”, ovvero quello di cui parlò Paolo in 1 Tessalonicesi 4:17

Questa interpretazione, però, è relativamente recente ed è osteggiata da diverse religioni della cristianità come cattolici, ortodossi e protestanti storici come Luterani, riformati/calvinisti e anglicani i quali vedono questa dottrina come una novità del XIX secolo.

Premesso che per noi queste denominazioni sono tutte autoreferenziali e illegali (i primi come gli ultimi) in questo articolo cercheremo di capire il senso delle parole del Signore senza idee preconcette e alla luce innanzitutto delle loro premesse in contrasto con il contesto immediato, il contesto storico-logico e alla fine – più importante di tutto - alla luce di eventuali precedenti scritturali – 2 Timoteo 3:16, 17; Romani 15:4

A chi si riferiva, in quale contesto, e soprattutto cosa intendeva quando egli disse “Uno sarà preso e l’altro lasciato/abbandonato”?


Le premesse di questa credenza


Questo articolo, ovviamente, non contesta il “rapimento in sé” (anche se evidentemente non avverrà come la maggioranza immagina) ma il collegamento tra Matteo 24:36-44 e 1 Tessalonicesi 4:17

Noi, che abbiamo compreso l’ordine cronologico del libro di Apocalisse, abbiamo visto molto bene che non c’è alcun “rapimento” o qualsivoglia premio prima del suono dell’ultima tromba – 1 Corinti 15: 51, 52; Apocalisse 11:15-17

Solo questo dovrebbe far pensare che qualcosa non torna ma, ovviamente, essi attaccheranno l’idea che Apocalisse sia scritto in questo modo – si veda l’articolo “L’importanza dei sigilli e delle trombe

Per loro le trombe non sono in ordine sequenziale e sono decisamente più di sette.

Per essi il rapimento “pre-tribolazione” è una verità assoluta… che si scontra, però, con innumerevoli scritture.

A chi si rivolse infatti il Signore quando disse ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”? – Matteo 24:13

Meglio ancora… leggiamo i versetti precedenti: “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a causa del mio nome” – Matteo 24:9

Chi saranno coloro che saranno odiati e uccisi?

Gesù parla chiaramente ai suoi discepoli... dunque chi può essere odiato a causa del suo nome, se non loro?

Questa qui descritta non sembra una tribolazione?

Inoltre se bisogna perseverare non possono essere persone convertite dopo, chissà quando, né è bastata la loro perseveranza per essere rapiti.

Inoltre, altra contraddizione, il Signore dice che “dopo la tribolazione di quei giorni” (aprendo alla possibilità che forse possa essercene ancora un’altra più avanti)egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba, e raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”.

Per essi questi “eletti” sono sempre loro, giusto?

Ma se sono stati rapiti prima raggiungendo il Signore (l’avrebbero incontrato nell’aria), perché si dovrebbe radunarli dopo? Radunarli da dove, per dove e perché?

Per ovviare a questo problema essi distingueranno il gruppo “post-tribolazione” da quello “pre-tribolazione”, quindi anche la grande folla che si vede in Apocalisse, che sarebbe problematica dal momento che si dice chiaramente “venire dalla grande tribolazione”, sarebbero “martiri cristiani non meglio identificati”, ebrei e non ebrei che si convertono durante la tribolazione… ma anche qui sorge un piccolo piccolo problema.

Se la Chiesa è "rapita prima" della tribolazione, come possono esserci delle conversioni?

La predicazione del Vangelo è affidata proprio a essa (Matteo 28:18-20).

Se la Chiesa fosse rapita e scomparsa, chi predicherebbe il Vangelo a chi non è ancora convertito? Se la Chiesa non ci fosse, chi porterebbe il messaggio della salvezza?

La grande folla di Apocalisse 7:9-14 viene descritta come una folla di ogni nazione, tribù e lingua, che "viene dalla grande tribolazione".

Se, come suggeriscono alcuni dispensazionalisti, questa folla sono coloro che si convertono dopo il rapimento, a chi si convertono?

E se la Chiesa è già stata tolta, cosa resta? Chi sono i predicatori?

Ovviamente queste interpretazioni servono a mettere una toppa (che risulta decisamente peggiore del buco) a quelle scritture che tendono a smentire la loro dottrina ma in ogni caso, a qualunque interpretazione vogliamo dar credito, essi dimenticano che la tribolazione serve proprio alla purificazione di queste persone – confronta Daniele 11:34, 35

Se essi fossero “rapiti prima”, non ci sarebbe alcuna prova, non ci sarebbe alcuna base provata e comprovata di fedeltà… come invece avvenne per Abraamo e per tutti i personaggi biblici approvati – confronta Ebrei 11:32-40; 12:7-11; 1 Corinti 3:12-15

Romani 5:3-5 dice… “ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce tolleranza, la tolleranza produce virtù provata, la virtù provata, speranza; e la speranza non inganna, perché l'amore divino s'è riversato nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato”.

Quindi la tribolazione servirà per “provare la virtù”, come nel caso dello stesso Signore Gesù il quale “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” – Ebrei 5:8

Anzi, la Scrittura va anche oltre dicendo… “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando venite a trovarvi in prove di vario genere, perché la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un’opera perfetta” (Giacomo 1:2-4) e “Ora, se è necessario, siete afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, che è molto più preziosa dell’oro che perisce, sia trovata degna di lode, gloria e onore” – 1 Pietro 1:6-7

Quindi infine non si capisce neppure perché, se la prova — secondo la Sacra Scrittura...

purifica la fede (1 Pietro 1:7),

produce perseveranza (Giacomo 1:3),

ci conforma a Cristo (Romani 8:17),

e addirittura è da ritenere una gioia (Giacomo 1:2),

Dio dovrebbe sottrarre proprio la Sua Chiesa alla prova più importante della storia? Quella grande tribolazione che, secondo le parole stesse di Gesù, verrà “su tutti quelli che abitano sulla faccia della terra”? - Luca 21:35

Più che la Scrittura pura e semplice, non sarà stato forse il desiderio di non vederla affatto, questa tribolazione, a plasmare una tale credenza?


Il contesto storico-logico


Anche se Matteo 24 e Luca 17 e 1 Tessalonicesi parlano del “tempo della fine”, l’associazione tra tempo della fine e rapimento non è automatico e neppure necessario.

Il tempo della fine è un arco di tempo specifico, più o meno lungo, in questo arco temporale accadono diverse cose ed è evidente che il rapimento non avviene all’inizio – confronta Matteo 24:21, 22

Oltretutto in quel contesto Gesù sta parlando ai suoi e sta parlando di fuga… cosa che non sarebbe assolutamente necessaria se si venisse rapiti, presi miracolosamente – Matteo 24:18-20

Perché mi devo preoccupare di fuggire se tanto aspetto il rapimento in cielo?

Ovviamente c’è anche chi disquisisce tra “presi” (παραλαμβάνεται, paralambanetai) e “lasciati” (ἀφίεται, aphietai) che potrebbero significare l’opposto di quello che normalmente si pensa.

Queste parole possono avere accezioni sia positive che negative in base al contesto.

In alcuni casi i “presi” possono essere i condannati mentre i “lasciati” possono essere i “risparmiati”, gli esclusi dal giudizio.

È ovvio che se non comprendiamo bene il contesto di questa frase la semplice parola greca non risolve il problema.

Rimane però un punto fermo facilmente intuibile: se si prende come modello ciò che è avvenuto nel primo secolo, bisogna prenderlo tutto non una parte.

Se essi citano Noè e Lot come esempi di vigilanza e ubbidienza… ebbene Noè e Lot non furono rapiti in cielo ma furono tirati fuori o uscirono dal luogo della distruzione, esattamente come fecero i cristiani.

Anzi, proprio attraverso il precedente di Lot vedremo più avanti un collegamento molto interessante.

Il contesto scritturale e storico mostra che “essere vigilanti” non avrebbe significato “essere mentalmente pronti per il rapimento improvviso” ma “essere pronti per la fuga” – Luca 21:20-24

Ed è ben diverso perché ripetutamente il Signore avvisa i suoi di fare questo: osservate bene, non dormite, quando vedrete la cosa disgustante… fuggite!

Nella versione evangelica dispensazionalista questo avvertimento diventa “sii pronto… sei pronto per il rapimento?” ma ovviamente questo non ha senso.

Essere “mentalmente pronti” (qualunque cosa voglia dire) che meriti darebbe in contrapposizione a chi non lo è?

Cosa cambia se tanto il rapimento dipende dal Signore e non da noi?

In pratica essi starebbero dicendo che la differenza tra l’essere presi o abbandonati (come nel caso delle due donne che macinano al mulino) sta nel fatto che una era mentalmente pronta e l’altra no.

Vi sembra una distinzione convincente?

Invece “essere pronti” nel contesto originale di queste parole stava a significare “siate pronti a darvi una mossa, a fuggire e a lasciarvi tutto alle spalle”.

Questa è un’istruzione pratica, geografica, e strategica.

Non è “simbolica”: Gesù sta parlando di una città e di un pericolo reale.

Il parallelismo con Babilonia (586 a.C.) e Roma (70 d.C.) non è solo un'analogia vaga, ma un modello ricorrente di giudizio divino tramite potenze umane.

Se essi ammettono che ciò che è avvenuto nel primo secolo è stato un modello per qualcosa di più grande nel tempo della fine, allora il modello va preso tutto.

Molti lettori evangelici accettano il parallelo con eventi storici (Es. Noè, Lot, Gerusalemme nel 70 d.C.) solo quando conviene alla dottrina, ma lo ignorano quando complica la narrativa del rapimento. Questo crea una selettività arbitraria:

Prendono sul serio “i giorni di Noè e Lot” per enfatizzare l’improvvisa separazione tra giusti e ingiusti...

...ma non prendono sul serio il fatto che in quei casi i giusti furono separati fisicamente e rimasti sulla terra, non rapiti al cielo.

Se Gesù parla chiaramente di un assedio militare, perché poi si dovrebbe improvvisamente passare a un rapimento soprannaturale?

Anche se il modello può essere limitato sotto certi aspetti, di certo non possiamo stravolgerlo come vogliamo altrimenti non è più un modello.

Ovviamente però qualcuno potrebbe obiettare che resta comunque una difficoltà logica: se Gesù dice di essere vigilanti e pronti per darsi alla fuga quando vedranno certe cose, allora non avrebbe senso dire “uno sarà preso e l’altro abbandonato”.

A cosa serve fare di tutto per dire “siate svegli e fuggite” per poi menzionare quelli che dormono o che stanno alla macina o che fanno qualsiasi altra cosa tranne che fuggire?

Ed ecco che i precedenti scritturali risponderanno alla domanda più importante di tutte.

 

Sei pronto? A fare cosa?

 

I precedenti scritturali


Gesù menziona specificamente “i giorni di Lot” ed anche se le parole di Gesù vollero rimarcare l’assoluta indolenza degli abitanti (proprio per ribadire l’importanza di essere svegli, vigilanti) agli ascoltatori non poté non essere venuto in mente tutto l’episodio di Lot e la sua famiglia.

Lot fu preso letteralmente preso per mano e portato fuori!

Leggiamo… “Ma egli indugiava. Allora quegli uomini lo presero per mano, lui, sua moglie e le sue due figlie, perché il SIGNORE aveva avuto pietà di lui, lo condussero fuori e lo lasciarono fuori della città” – Genesi 19:16

Lot non fu proprio un modello di vigilanza e neppure di prontezza ad ubbidire, non è vero?

Non ubbidì, non fu pronto… ma Dio ebbe comunque pietà di lui perché “si ricordò di Abramo” – Genesi 19:29 (vedi anche Genesi 18:16-33)

Questo episodio rende implicito che Dio potrebbe mostrare misericordia anche a chi non ubbidisce prontamente.

Poteva essere questo il senso delle parole del Signore e forse quelle persone “alla macina da mulino” sarebbero state non suoi discepoli ma comunque un rimanente da salvare, a motivo di Abramo?


"Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un piccolo residuo, saremmo diventati come Sodoma, simili a Gomorra” – Isaia 1:9


Noi abbiamo imparato che il popolo di Dio è sempre lo stesso.

Non c’è distinzione tra ebrei e cristiani, geneticamente parlando.

I primi cristiani erano giudei e le “altre pecore” erano gentili delle nazioni originari delle tribù settentrionali – si veda l’articolo “Preparati per tornare a casa”

Tutte le dottrine che parlano di abbandono, sostituzione o “secondo popolo di Dio”, sono false.

I cristiani veri non erano altro che giudei che accettarono il Messia nella figura di Gesù Cristo e quindi arrivarono gli efraimiti che si aggiunsero dopo.

Questo avverrà anche nel tempo della fine.

Durante la prima distruzione di Gerusalemme ci saranno ovviamente cristiani veri (altrimenti Gesù non si sarebbe rivolto a loro) ma anche giudei tradizionali che non accettano la figura o l’insegnamento di Cristo.

La conversione in massa dei giudei rimasti avverrà, ovviamente, ma non prima della dispersione che sarà causata proprio da quella distruzione iniziale – Romani 11:12

Se Gesù salvasse solo coloro che hanno ascoltato le sue parole, salverebbe solo i cristiani, non è vero?

Ovviamente per "salvare" non si intende portarli in cielo in quel contesto, ma risparmiargli la terribile tribolazione che toccherà ad Israele infedele (avvenimento che darà inizio alla grande tribolazione).

Ma se salvasse solo loro… che ne sarebbe della profezia del ritorno, la terra promessa, nonché la promessa fatta ad Abraamo di dare alla sua discendenza quel paese?

Su chi governerebbero, gli eletti celesti, se le nazioni avessero “mano libera” su questa distruzione?

Ovviamente, se Dio non preservasse un rimanente… le nazioni non avrebbero nessuna pietà.

Come dice Isaia… farebbero la fine di Sodoma e Gomorra.

Notiamo un’altra profezia interessante inerente al popolo sotto giudizio.

Ezechiele 5:1-4 dice… “E tu, figlio dell'uomo, prendi una spada affilata che rada i peli, prendila e passala sui peli del tuo capo e su quelli della tua barba, poi procurati una bilancia per pesarli, per farne delle parti. Un terzo lo brucerai sul fuoco in mezzo alla città nel compiersi i giorni dell'assedio; un terzo farai in pezzi colla spada intorno alla città; un terzo lo spanderai al vento e io vi sguainerò la spada dietro. Ne prenderai un piccolo numero e li legherai alla falda del tuo mantello. E da questi ancora ne prenderai alcuni e li getterai in mezzo alla fiamma e li abbrucerai sul fuoco; e di qui uscirà un fuoco per tutta la casa d'Israele».

Questa profezia, estremamente cruda, mostra una punizione davvero terribile ma distingue tra chi subisce il giudizio e chi viene sparso o conservato nei lembi della veste.

Questo gruppo, piccolo, non è necessariamente fedele ma serve a mantenere un residuo del popolovedi anche Zaccaria 13:7-9

Gesù parla di alcuni presi, senza specificare se sono suoi discepoli (ed evidentemente non lo sono) ma a prescindere da chi sono, sono comunque seme di Abramo che deve essere preservato.

Queste parole non solo servirono a creare profondità e serietà alle sue parole, ma anche a specificare la differenza di salvezza tra due gruppi.

I cristiani, ubbidendo, si garantiscono la salvezza (e il precedente storico è lampante: essi fuggirono ai monti, non aspettarono il rapimento).

Tra gli altri, ovvero componenti di quella nazione, ebrei, qualcuno sarà anche salvato, per ovvi motivi inerenti al proposito di Dio, ma non c’è garanzia per nessuno in particolare.

E avverrà in quel giorno, che un resto d'Israele e la parte della casa di Giacobbe scampata non continueranno più ad appoggiarsi su colui che li percuote, ma si appoggeranno sul Signore, sul Santo d'Israele sinceramente. Un resto si convertirà; un resto, dico, di Giacobbe all'Iddio forte. Perché se anche il tuo popolo, o Israele, fosse come le sabbie del mare, avanzi di esso si convertiranno: una definitiva recisione farà rifluire la giustizia” – Isaia 10:20-22 (vedi anche Sofonia 3:12, 13)


In conclusione...

Il contesto storico, la logica e i precedenti scritturali, quindi, non giustificano in alcun modo la dottrina degli evangelici dispensazionalisti o dottrine simili: il rapimento non c’entra nulla.

Le premesse sono errate (guidate da un pregiudizio di fondo), il contesto parla di guerra e fuga, e i precedenti scritturali mostrano sia cristiani ubbidienti (salvati) che singoli non particolarmente ubbidienti (e neanche giusti) ma salvati comunque.

I suoi ascoltatori capirono molto bene il senso di quelle parole: loro, cristiani e ubbidienti, si sarebbero salvati fuggendo ai monti. Altri, israeliti non cristiani ma comunque connazionali e seme di Abraamo, non sarebbero ovviamente fuggiti ai monti (non avrebbero riconosciuto il segnale per farlo) e sarebbero stati colti alla sprovvista, in qualsiasi altra attività come dormire, lavorare o altro ma, anche in quel caso, alcuni di loro sarebbero stati "presi", cioé preservati, in adempimento delle profezie sul rimanente.

Le parole del Signore fecero stare sull’attenti gli ascoltatori e sicuramente i veri cristiani si resero conto che alla fine, da Gerusalemme, si salvò anche qualcuno del popolo che non era un “seguace della Via”.

Dio preservò comunque un resto di Israele per portare avanti i Suoi propositi. Questo avverrà anche nel tempo della fine.

A questo riguardo acquistano ancora più significato le parole del Signore riportate in Marco.

Si potrebbe forse evitare questa “scelta arbitraria” tra due donne al mulino?

Le sue parole, forse, sarebbero state ascoltate anche da altri?

Quel che dico a voi, lo dico a tutti: "Vegliate"» - Marco 13:37

 

 

Nota in calce

*Il dispensazionalismo fu inventato da: John Nelson Darby.

  • Epoca: 1830 circa.

  • Diffuso da: Cyrus Scofield con la sua Bibbia annotata (1909).

  • Radicato in: Evangelicalismo angloamericano, soprattutto nei movimenti fondamentalisti del XX secolo. Si farà un articolo specifico su questa dottrina in futuro


Ascolta il podcast di questo articolo

 



Commenti

  1. Se lo spirito santo è fermo da 2000 anni mediante cosa voi avete la presunzione di voler capire la verità? Gesù disse che avrebbe mandato lo spirito verità che avrebbe insegnato. Se tale spirito non c'è oggi non c'è come conoscete la verità? Poi , perché criticare gli altri per piazzare le vostre presunte verità? Non bannate questo commento

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    Risposte
    1. Salve, non abbiamo la presunzione di comprendere "tutta la verità" ma, come disse Salomone, studiando con costanza, onestà e umilità, inclinando il cuore e chiedendo l'aiuto di Dio abbiamo colto diverse pietre preziose e siamo stati benedetti. Questo è in armonia con la scrittura di Proverbi 2:1-5
      Alla fine solo lo spirito guiderà in TUTTA la verità ma la Bibbia resta utile per insegnare e da essa, almeno in senso generale, tutti possono apprendare. Come minimo si può fare eliminando i condizionamenti religiosi che impediscono uno studio veramente obiettivo

      Elimina
    2. P.S. Banniamo o non pubblichiamo i commenti solo se: 1) sono volgari o irrispettosi verso la Parola di Dio; 2) Sono ripetitivi o hanno lo scopo di portare alla propria organizzazione religiosa. Dal momento che questo suo messaggio pone una domanda legittima, non c'è alcun motivo di bannare. Non lascio il mio numero a chi non conosco ma, se vuole scrivermi privatamente, non ci sono problemi. Il mio indirizzo mail è israeli.bar.avaddhon@gmail.com

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    3. Cito: "Poi , perché criticare gli altri per piazzare le vostre presunte verità?". Noi ci sforziamo di dimostrare tutto con le Scritture. La critica è legittima e ovvia se non ci si attiene alla Scrittura ma alla propria tradizione o ad altre cose. Se lei può confutare con le Scritture (e solo con le Scritture) quello che abbiamo scritto, bene. Saremo felici di valutare l'argomentazione

      Elimina
  2. Salve, certo che posso confutare tutto quello che dite. Bisogna fare una videochiamata per parlare di questi argomenti. Voi, siete disposti al confronto?

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    Risposte
    1. E per quale motivo bisognerebbe fare una videochiamata? Me lo scriva nella mail, con calma, citando tutte le Scritture necessarie. Io mi prenderò il tempo per leggerlo e meditarlo

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