Israele e la vergine Maria: un dramma profetico importante

Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele” – Isaia 7:14

Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento…” - Romani 15:4


La Parola di Dio è veramente un’immensa miniera d’oro, piena di cose belle, profonde e utili per la nostra salvezza – Proverbi 2:1-5; 2 Timoteo 3:14, 15

Ci sono indubbiamente delle cose “difficili a capirsi” e il progresso non è sempre immediato: ci vuole costanza, dedizione… e a volte si fanno degli errori, com’è normale aspettarsi da dei semplici esseri umani, a prescindere dalle buone intenzioni, almeno finché “lo spirito non guiderà in tutta la verità” coloro che saranno impegnati nel ripristino della pura adorazione – Giovanni 16:12, 13; 2 Pietro 3:15, 16

Dopo migliaia d’anni di menzogne e occultamenti soprattutto per merito delle religioni, non è logico aspettarsi di iniziare a studiare la Bibbia e capire tutto e subito: ci vorrà del tempo anche solo per spogliarsi dai condizionamenti subiti, anche indiretti, anche inconsci.

Nell’articolo precedente, ovvero quello intitolato “Chi è la donna di  Apocalisse capitolo 12?”, abbiamo esaminato l’identità di questa donna alla luce della sola Scrittura e abbiamo visto come essa rappresenti la parte principale, dirigenziale, dell’Israele radunato e completamente ristabilito, ivi inclusa la parte settentrionale dispersa tra le nazioni ancora oggi.

Tra le varie interpretazioni smontate dall’autorità della Scrittura c’è quella che insegna che, questa donna, sarebbe “la vergine Maria”.

Questa interpretazione è assolutamente priva di ogni senso logico e contestuale: Maria non è neppure menzionata nell’Apocalisse.

Gesù non nasce certo come un bambino nel tempo della fine (per conseguenza, se la donna di Apocalisse 12 è Maria, il figlio deve essere Gesù), l’Apocalisse è scritto in ordine cronologico per cui non può fare regressioni di migliaia di anni, Maria non ebbe mai autorità sul regno di Israele e via andare…

Insomma se non estrapoliamo una scrittura per farle dire quello che vogliamo, non è proprio possibile interpretare la donna di Apocalisse 12 come Maria, la madre di Gesù.

Tuttavia bisogna ammettere che ci sono delle similitudini evidenti, compresa la fuga nel deserto della stessa – Matteo 2:13-15

Nell’articolo intitolato “Il Messia che è stato, il Messia che sarà” abbiamo visto come diverse scritture costituiscano una pietra di inciampo per gli ebrei – Salmo 119:165

Perché?

Forse si può semplificare il tutto dicendo che dal momento che essi non accettarono il Messia nella figura di Gesù il nazareno, non accettano le scritture greche per orgoglio?

Sicuramente l’orgoglio ha parte fondamentale in questa cieca presa di posizione ma ci sono almeno altri due aspetti altrettanto importanti.

Il primo è il fatto che tutte le religioni “cristiane” sono autoreferenziali: dovrebbero essi dar credito a questi che, un bel mattino, hanno fondato religioni e sette a loro uso e consumo?

La cristianità può cantarsela e suonarsela quanto vuole ma rimane un fatto oggettivo: gli ebrei sono seme di Abraamo (a cui spettano le promesse) e i discepoli del Signore, che ebbero autorità sulla congregazione cristiana, erano tutti ebrei.

Gli altri possono solo millantare discendenze inesistenti – si veda l’articolo “La discendenza: il particolare dimenticato”

Il secondo è che oggettivamente diverse volte i discepoli del Signore applicarono delle scritture, chiaramente identificanti il popolo o la nazione di Israele, a Gesù o a Maria.

La scrittura guida di questo articolo ne è un eclatante esempio.

Matteo, nel suo vangelo, riprende proprio questa scrittura, ovvero Isaia 7:14 applicandola a Maria e Gesù – Matteo 1:23

Tuttavia… avete letto questo capitolo di Isaia?

Non sembra proprio che stia parlando di Maria e Gesù o, come minimo, non sembra proprio riferirsi al primo secolo visto che si parla dell’attacco dell’Assiria e si fa riferimento alla dispersione di Efraim.

Cosa c’entrano Maria e la nascita di Gesù in tutto questo?

Se anziché tifare la propria squadra cercassimo di vedere le cose anche dal punto di vista ebraico, capiremmo subito che, almeno ad una prima lettura, il problema c’è ed è scritturale.

A prima vista non sembra un’incongruenza?

Matteo, in questo caso, non sembra aver chiaramente forzato una scrittura?

Queste apparenti forzature si vedono anche in altre scritture greche.

Forse questo è ciò che pensarono gli ebrei di allora ed è quello che pensano tutt’oggi.

Noi avevamo già visto in diversi articoli che la Bibbia non si contraddicesse affatto, ma ora capiremo un aspetto ancora più profondo.

La vergine Maria è un modello profetico importante. Non esaltiamo il modello: ne comprendiamo il senso

Tipi e antitipi

In questo blog c’è un articolo intitolato “Tipi e antitipi, straparlare e tacere, tutto e niente”.

Quell’articolo, tra le altre cose, metteva in risalto l’importanza di trovare dei collegamenti scritturali con dei modelli e la loro controparte più grande e spirituale anche quando non sono dichiarati esplicitamente.

Nell’introduzione, ad esempio, si è parlato dei due testimoni vestiti di sacco ma valutando solo il contesto delle loro azioni, il collegamento con il Messia è risultato più che evidente.

Tutte queste similitudini non possono essere casuali e se vogliamo disseppellire gemme preziose dalla Parola di Dio dobbiamo “scavare sotto la vernice”.

Ovviamente dobbiamo anche essere prudenti: dobbiamo accertarci d’avere dei riscontri scritturali altrimenti tutto diventa il contrario di tutto e finiremmo per fare ciò che fa la cristianità da millenni.

Far dire alla Bibbia ciò che non dice.

Tuttavia è evidente che la Bibbia contenga numerose gemme nascoste e se non siamo in grado di guardare un po’ oltre il nostro naso esse rimarranno lì.

Parlando del signore Gesù, Paolo dice che attentamente occultati in lui sono tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”… e se sono “occultati” significa che sono nascosti, non immediatamente visibili o riconoscibili, no? - Colossesi 2:3

Se avessimo sempre la scrittura che ci dicesse “questo significa questo…” questi tesori non sarebbero occultati e non dovremmo certo “ricercarli come tesori nascosti” – Proverbi 2:1-5

Quindi abbiamo visto che nella Bibbia ci sono dei tipi e antitipi non chiaramente dichiarati che devono essere solo colti e compresi.


Due adempimenti o il modello e l’adempimento?

In passato abbiamo parlato spesso di due o più adempimenti di un’unica profezia.

Tuttavia siamo diventati più prudenti, ultimamente, riflettendo sulle parti “non adempiute” di quell’eventuale primo adempimento.

Per quanto ne sappiamo la Bibbia non parla affatto di due adempimenti di profezie ma parla indirettamente di modelli.

Un esempio chiarificatore può essere la distruzione di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C. per mezzo degli eserciti romani.

Noi avevamo già visto che le parole del Signore in merito al segno della sua presenza si sarebbero adempiute soprattutto su Israele e che sicuramente il punto di osservazione sarebbe stato Israele – confronta Matteo 24:16

Tuttavia vediamo anche delle parole “strane” che sicuramente non si adempirono nel primo secolo.

Ad esempio nei versetti che vanno dal 29 al 31 dello stesso capitolo si legge… “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli”.

Questo si avverò forse nel primo secolo?

Ovviamente no… anzi proprio da qui partono tutte quelle interpretazioni fasulle che vorrebbero far adempiere l’Apocalisse nel primo secolo, che vorrebbero identificare la bestia selvaggia (o Babilonia) con Roma, che insegnano che il tempo della fine o la grande tribolazione è iniziata nel primo secolo e sta durando tutt’oggi e via andare in un circo di sciocchezze sempre più estreme.

Cosa ne deduciamo, dunque?

La profezia ha avuto un primo adempimento o, piuttosto, nel primo secolo ci fu semplicemente un modello delle cose avvenire?

Sicuramente i discepoli del Signore del primo secolo presero le Sue parole alla lettera e molto seriamente: per loro non fu evidentemente il caso di ragionare su un eventuale modello per il futuro.

In quel frangente capirono di dover semplicemente “fuggire ai monti”.

Quindi non vogliamo essere categorici ma ci sembra più corretto parlare di modello anziché di “primo adempimento”.

I modelli servono per imparare: sono il “disegnino” che si fa al giovane studente per aiutarlo a capire.

Se ci fissiamo sul modello senza capirne il principio, però, alla fine non faremo alcun progresso e il modello perderà il suo scopo. 

 

Il dramma profetico

Un esempio interessante di come Paolo intendesse l’utilità del modello o dramma profetico lo troviamo in Ebrei 11:17-19 e in Galati 4:22-31

Nel primo caso egli parlò di come la vicenda di Abraamo ed Isacco costituì un modello profetico, un “modo illustrativo”, per spiegare una realtà spirituale molto più grande.

Ovviamente egli non parlò certo di “primo adempimento” o “adempimento in piccolo” di una profezia: quello fu un modello, un dramma profetico importante.

In maniera simile in Galati Paolo prese a modello Sara e Agar per spiegare il loro superiore privilegio e anche perché fossero perseguitati dagli altri giudei.

Ovviamente il dramma profetico non è “la realtà” ma solo un modello di realtà: non possiamo prendere un modello e fissarci su quello perché non sarà perfetto.

Dobbiamo, semmai, comprenderne il significato.

Da qui iniziamo a capire meglio lo scopo di questo articolo.


Maria è la donna di Apocalisse capitolo 12 o è stato un modello di cose future?

Come avevamo già scritto e ribadito nell’articolo precedente, ovviamente la donna descritta in Apocalisse capitolo 12 non è “la madonna”, come vorrebbe insegnare qualcuno.

In effetti fin qui non stiamo dicendo nulla di nuovo dal momento che molte religioni protestanti si scontrano coi cattolici o gli ortodossi proprio su questo.

Coloro che identificano la donna di Apocalisse capitolo 12 come la “madonna” hanno ovviamente individuato le similitudini con Maria ma non ne hanno capito il senso creando delle forzature logiche e contestuali davvero irricevibili.

Questi credenti non capiscono il modello nè il suo lo scopo.

Essi abbandonano la “realtà” per esaltare ed adorare fino all’estremo il modello che avrebbe dovuto illustrare quella realtà.

In un certo senso essi assomigliano a quegli israeliti nel deserto che si misero ad adorare il serpente di rame quando in realtà esso sarebbe dovuto servire come provvedimento da parte di Dio per non farli morire – leggi Numeri 21:7-10

Il serpente avrebbe dovuto ricordare loro cosa avevano fatto e perché in quel frangente stavano soffrendo.

In breve tempo però essi dimenticarono lo scopo di quel “serpente infuocato” e ne fecero un oggetto di adorazione che dovette essere distrutto – 2 Re 18:4

Essi persero completamente il senso, lo scopo di quel modello: anziché ricordargli quella punizione e l’importanza dell’ubbidienza a Dio… divenne un idolo!

Che esempio vergognoso di come anche un modello giusto possa essere usato per deviare dalla pura adorazione!

In maniera simile i ministri cattolici, come anche gli altri, hanno individuato delle similitudini tra la donna di Apocalisse 12 e Maria la madre del Signore ma non ne hanno compreso lo scopo (o hanno fatto finta di non comprenderlo) esaltandolo all’estremo perdendo così il senso di tutto l’Apocalisse nonché della Scrittura nel suo insieme.

Non esiste alcuna “madre di Dio” o equivalente di Astarte nelle Scritture: c’è una donna che ebbe un privilegio enorme e fu usata come modello per illustrare una realtà futura molto più grande.

A Maria non venne mai dato alcun onore particolare se non quello di aver partorito il Messia, cosa che molte donne dell’antichità speravano – leggi Luca 1:38; 8:19-21; 11:27

Ora riusciamo anche a capire meglio perché Matteo e altri “forzarono” apparentemente le scritture nel riferirsi a Maria o a Suo Figlio.


Le scritture si applicano al modello e al suo adempimento

Come abbiamo scritto all’inizio a volte i discepoli del Signore applicarono delle scritture, chiaramente identificanti il popolo o la nazione di Israele, a Gesù o a Maria.

Questo è il primo scoglio per i giudei credenti.

Come potete credere che queste parole siano ispirate” diranno “non vedete che la citazione è assolutamente fuori contesto?”.

E a rigor di termini non hanno torto… se non si capisce il modello e il suo scopo.

Se a questo ci aggiungiamo tutte le farneticazioni idolatriche della cristianità che esalta Maria a “madre di Dio”, che ha una storia di odio e persecuzione verso gli ebrei, che inventa di sana pianta dottrine e ritualità e che addirittura millanta un’autorità inesistente… è davvero così incredibile che essi non accettino le loro spiegazioni?

Con questo non vogliamo neppure dire che i giudei, oggi, si attengano alla Torah: se così fosse arriverebbero comunque a comprendere l’identità del Messia.

Molti di loro l’hanno semplicemente sostituta deviandone il senso per mezzo del loro intoccabile “talmud”… comunque bisogna ammettere che le chiacchiere della cristianità non possono scalfire coloro che, come minimo, conoscono e non devono inventare la propria origine.

Comunque noi sappiamo che la Bibbia, comprese le scritture greche, è la Parola di Dio ed essa non può mentire né sbagliare.

Quando non capiamo qualcosa, anziché concludere prematuramente che ci sia una contraddizione, dobbiamo semplicemente capire che c’è da scavare un po’ di più.

Come nell’esempio scritturale fatto all’inizio in merito ai tesori nascosti, probabilmente le gemme più preziose sono quelle che si trovano più in profondità.

Ammettendo obiettivamente che i discepoli del Signore, più di una volta, fecero delle citazioni “fuori contesto”, avevamo concluso che lo Spirito Santo desse semplicemente loro l’autorità per farlo.

Qui c’è indubbiamente una parte di verità ma è anche vero che se ci limitiamo a questa spiegazione apriamo un portone a tutti i sedicenti profeti per far dire alla Scrittura tutto e il contrario di tutto.

In effetti questo è già quello che fanno: davanti ad una o più scritture che smentiscono categoricamente le loro credenze essi rispondono “io ho lo spirito santo per capire, tu no”.

A questo punto a cosa serve la Scrittura se possiamo farle dire anche l’opposto di quello che dice?

Se è (o sarà) lo Spirito Santo a fare tutto… bastavano le rivelazioni dello Spirito Santo: la Bibbia sarebbe un surplus.

Semmai lo Spirito Santo avrebbe guidato in tutta la verità attraverso la Scrittura… non certo a discapito d’essa. Ovvero avrebbe dato il giusto intendimento della Scrittura anche nelle parti più profonde e complesse.

Cosa possiamo dire, dunque, di quelle scritture citate “fuori contesto” dai discepoli del Signore?

Matteo poté citare una scrittura riferita ad Israele ed applicarla a Maria perché essa, Maria, sarebbe stata il modello di quella realtà futura.

Come Paolo poté menzionare la vita reale di due donne, Sara e Agar, applicandole a due realtà spirituali diverse legate allo stesso popolo, così fece Matteo.

Israele ristabilito come casta vergine avrebbe “partorito un figlio”, ovvero il Regno di Dio, in maniera simile a ciò che accadde a Maria quando concepì Gesù, ovvero il Re e principale esponente di quel regno – Isaia 9:6, 7; Romani 16:20; Apocalisse 1:6

Non solo: da qui capiamo di dover setacciare le scritture greche per trovare diversi modelli, anche non apertamente dichiarati, che si adempiranno nel tempo della fine – vedi ad esempio Matteo 2:18

E’ possibile che Erode sia un modello del falso profeta, ad esempio – leggi Atti 12:21-23

E’ assolutamente possibile che diversi episodi del primo secolo passati sottobanco si riveleranno modelli di qualcosa di immensamente più grande nel tempo della fine.

Non ci resta che scavare.

Ovviamente non perdiamo di vista la differenza che passa tra il modello e la realtà.

Il modello, per quanto ben fatto, non sarà mai la copia esatta della realtà.

Ad esempio Giuseppe fuggì con Maria in Egitto per sfuggire all’ira di Erode, e in Apocalisse si vede la donna fuggire, ma non risulta affatto che vi stettero solo tre anni e mezzo.

Israele fu circondata e distrutta dai romani ma il cielo non si oscurò e non arrivò il giudizio del Signore all’epoca e così via.

Se ci concentriamo troppo sui particolari rischiamo di perderne lo scopo generale.

Sicuramente però, anziché fermarci al modello esaltandolo all’estremo e adorandolo, come fanno i cattolici in maniera simile agli idolatrici del deserto, comprendiamo che la vita della vergine Maria è stata un modello profetico importante da cui dobbiamo apprendere.

Anziché diventare idolatrici come quegli israeliti nel deserto o restare in superficie come molti ebrei attuali che pensano che le scritture greche contraddicano quelle ebraiche, continuiamo a scavare alla ricerca di tesori nascosti rallegrandoci nel vedere come il quadro generale diventa sempre più ampio, meraviglioso e profondo.

Continuiamo inoltre a ringraziare il Signore di questo meraviglioso privilegio mantenendo viva la curiosità per quello che disseppelliremo domani.

Se Dio vorrà.

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