La morte cancella davvero i peccati?
Una conseguenza del fatto
che la risurrezione avvenga alla fine del millennio è porsi la
domanda su quali
basi verranno giudicati i risuscitati.
Qualcuno ha insegnato che i risuscitati verranno giudicati in
base a quello che faranno dopo la loro risurrezione,
cioè nell’arco un lungo periodo sotto il regno di Cristo.
L’apostolo
Paolo in un’occasione disse… “Ho in Dio la speranza … che ci
sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti” - Atti
24:15
Perché
Paolo nutriva la speranza che ci fosse una risurrezione anche per gli
ingiusti i quali, se fossero giudicati soltanto in base alle loro
azioni passate, sarebbero poi uccisi?
Probabilmente
questi “rotoli” conterranno molti particolari della vita delle
persone e forse si aggiungeranno istruzioni dettagliate su come
procedere, valutando cause ed attenuanti, ed è ragionevole credere
che potrebbe esserci anche un tempo probatorio almeno per alcuni di
loro.
Non
abbiamo particolari a riguardo ma Geova è il Giusto Giudice e
sicuramente farà in modo che tutti quelli degni abbiano la
possibilità di vivere ed essere felici – Confronta Matteo 10:15 e
Luca 10:13, 14
Comunque
il libro biblico di Rivelazione insegna che la risurrezione avverrà
alla fine del millennio e non durante e quindi dobbiamo piegarci alle
Scritture.
La
scrittura dice infatti che il resto dei morti non venne alla vita
finché i
mille anni non furono finiti –
Rivelazione 20:5
“Finché”
significa “fino al momento in cui” e
questo lascia chiaramente intendere che in questi mille anni gli eletti
regneranno
sui
sopravvissuti di Armaghedon
e
le loro eventuali famiglie ma non sui risuscitati.
Lo
stesso termine, “finché”, utilizzato in Matteo 1:25, è stato
sempre usato
per dimostrare, ai
sostenitori della verginità di Maria,
che Giuseppe non ebbe rapporti con sua moglie fino
alla nascita del bambino
(e
ciò indica che dopo tale nascita Maria e Giuseppe consumarono il
matrimonio come qualunque altra coppia sposata).
Questo
dovrebbe essere sufficiente per dimostrare che la risurrezione
avverrà dopo la fine del millennio,
concetto che sembra essere ribadito nei versetti 12 e 13.
Se
questo è corretto, come dovremmo intendere le parole di Paolo
riportate in Romani 6:7 secondo cui “colui che è morto è stato
assolto dai suoi peccati”?
Se
alla morte si è assolti dai peccati… perché dunque si è
giudicati nel Giorno del Giudizio, ovvero alla risurrezione, secondo
le cose scritte nei rotoli?
Questa
apparente contraddizione ha portato a pensare che il Giorno del
Giudizio si sarebbe svolto in realtà durante tutto il regno
millenario di Cristo e che si venga giudicati in base a ciò che le
persone avrebbero fatto durante questo periodo*.
Anche
la durata del regno di Cristo sarebbe in armonia con il concetto di
“giorno” espresso nelle Scritture – II Pietro 3:8
Tuttavia
analizzando il contesto di Romani capitolo 6 non si evince affatto
che il Giudizio non avvenga sulla base di ciò che si è fatto quando
si era in vita.
Paolo,
infatti, parlando degli unti dice che “morirono riguardo al
peccato” e che furono battezzati nella morte di Cristo.
Dice
inoltre che furono “sepolti con lui” per mezzo del battesimo e
che tale battesimo costituiva, in effetti, una “novità di vita”.
E’
evidente che Paolo sta utilizzando un linguaggio figurato in quanto
nessun cristiano, eletto o meno, viene sepolto con Cristo.
In
altre parole sembra che Paolo stia dicendo che soltanto non peccando
più, cioè dimostrando di essere morti riguardo alla vita
peccaminosa precedente e dimostrando fede nel sacrificio di
riscatto di Cristo, si è esenti dal giudizio.
Il
versetto 8 dice pure "siamo morti con Cristo" e "crediamo
che pure vivremo con lui" ma ovviamente Paolo non era davvero
morto, né con Cristo né con nessun altro.
Lui
e molti altri erano morti rispetto alla loro precedente vita e
adesso vivevano una "novità di vita".
Avendo
deciso di essere morti rispetto alla vita precedente lui e gli altri
erano stati "assolti dal loro peccato".
Questo
è in armonia con le parole di Gesù quando disse che chi avrebbe
ascoltato la Sua parola ed esercitato fede il Lui non sarebbe andato
in giudizio – Giovanni 5:24
Inoltre
se alla morte il peccato venisse cancellato definitivamente come dovremmo intendere
le parole di Rivelazione 6:10?
In
questa scrittura si parla delle anime dei giusti che chiedono di
essere vendicate ma si suppone che i carnefici di questi cristiani
siano morti ormai da tempo.
Se
alla morte il peccato dei carnefici è stato estinto… su quali basi
possono essi gridare vendetta?
E su chi dovrebbe rivalersi questa vendetta se non ci sono più i peccatori?
E su chi dovrebbe rivalersi questa vendetta se non ci sono più i peccatori?
Anche altre scritture contribuiscono a far luce su questo aspetto.
Riferendosi
a quelle città che non avrebbero ascoltato il messaggio, Gesù disse
che nel Giorno del Giudizio sarebbe stato più sopportabile per
Sodoma e Gomorra che per loro – Matteo 10:14, 15; Matteo 11:20-24
Per
quale motivo sarebbe stato più “sopportabile” per Sodoma e
Gomorra o Tiro e Sidone se alla morte il peccato sarebbe stato
cancellato e alla risurrezione sarebbero tutti ripartiti da zero?
In
base allo stesso principio possiamo ragionare su ciò che viene detto
in Rivelazione 14:13.
La
scrittura si riferisce ai cristiani e dice “Felici i morti...
perché le cose che fecero vanno direttamente con loro”.
Se
le cose buone vengono conservate nella memoria di Dio anche
dopo la morte, non è ragionevole credere che ciò avvenga per tutto
il resto?
Riflettiamo attentamente, e senza pregiudizi, su altre Scritture.
Matteo
12:36 dice “Io vi dico che di ogni parola non profittevole che gli
uomini avranno detto renderanno conto nel Giorno del
Giudizio”.
Se
leggiamo soltanto quello che c’è scritto senza cercare
interpretazioni articolate, si capisce bene che “avranno detto” è
al passato, riferendosi ovviamente a ciò che è stato detto in
questa vita e non a quello che avrebbero potuto dire in
futuro (infatti Gesù sta condannando i farisei che hanno appena
asserito che Egli scacci i demoni per mezzo di Beelzebub).
Di
questo avrebbero reso conto nel Giorno del Giudizio.
In
Matteo 23:33-36 Gesù condanna la nazione d’Israele ed in
particolare gli scribi e farisei per la loro ipocrisia e violenza e
dice “affinché venga su di voi tutto il sangue giusto versato
sulla terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria
figlio di Barachia, che voi assassinaste fra il santuario e
l’altare”.
Come
si sarebbe potuto richiedere il sangue di Abele e di tutti quelli
morti successivamente se anche i loro assassini erano morti e quindi
ormai privi di peccato?
In
2 Timoteo 4:14 l'apostolo Paolo disse "Alessandro il ramaio mi
ha recato molti mali — Geova gli renderà secondo le sue
opere".
Geova
gli avrebbe reso secondo le sue opere quando?
Prima
della sua morte, cioè nel primo secolo?
Geova
forse intervenne per punire tutti i persecutori dei cristiani nel
primo secolo?
Non
è forse chiaro che l’apostolo Paolo sta dicendo che Geova avrebbe
ricordato le opere di questo Alessandro nel giorno del Giudizio?
Da
queste scritture è evidente che la morte non cancelli
automaticamente il peccato ma lo farà soltanto il Giudizio di Geova
– Confronta Rivelazione 18:5
Come
dice Romani 6:23 il salario che il peccato paga è la morte e quindi,
anche ammesso che la morte ripaghi il debito, tali persone devono
rimanere nella morte.
Ciò
significa che alla loro eventuale risurrezione essi dovranno comunque
rispondere dei propri peccati perché, appunto, non sono rimasti in
tale condizione.
In
effetti i termini “salario” e “paga” rientrano perfettamente
in questo concetto.
Se
a motivo dei miei debiti ho dovuto vendere le mie proprietà
(ripagando così i miei debiti) non posso riprendere quello che ho
venduto.
Se
mi riprendessi le proprietà vendute proprio per estirpare quel
debito, sarei nuovamente in debito.
L’unico
modo per riprendermi quelle proprietà in maniera lecita è che
qualcuno paghi al posto mio restituendomi le proprietà.
Infatti
la scrittura di Romani 6:23 termina con le parole… “ma il dono
che dà Dio è la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore”.
Cristo
ha pagato per noi quel debito permettendoci di non rimanere nella
morte ovvero restituendoci la vita che avevamo legalmente perduto –
Confronta Matteo 18:23-27
Tra l'altro, contraddizione che pochi di coloro che credono al "giudizio per le azioni successive" sembrano rendersi conto, è che se la morte cancella veramente il peccato allora non è il sacrificio di Cristo a farlo.
Tra l'altro, contraddizione che pochi di coloro che credono al "giudizio per le azioni successive" sembrano rendersi conto, è che se la morte cancella veramente il peccato allora non è il sacrificio di Cristo a farlo.
Che dire, dunque?
E' la morte a cancellare il peccato oppure è il sacrificio di Cristo?
Comunque
tutto questo sembra lasciar intendere che il Giorno del Giudizio non
significherà automaticamente la distruzione dei peccatori e
probabilmente non è un caso che Gesù abbia utilizzato la parola
“sopportare” - Matteo 10:15
Armonizzando
le parole di Paolo il quale nutriva la speranza che ci sarebbe stata
una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti, possiamo supporre
che si tratterà di un periodo di disciplina il quale, nei casi
estremi porterà alla morte definitiva, mentre per tutti gli altri
consisterà in un periodo probatorio, più o meno lungo e più o meno
duro, che avrà lo scopo di raggiungere la salvezza – Confronta
Matteo 5:25, 26
Non
ci sono molte indicazioni al riguardo e quindi non vogliamo andare
oltre ciò che è scritto ma di fatto il libro Rivelazione fa
chiaramente capire che la risurrezione avverrà alla fine del
millennio (non durante) e che le persone saranno giudicate in base a
ciò che si troverà scritto nei rotoli.
Quanto
peseranno i singoli peccati di ogni individuo non è dato sapere ma
siamo grati che sia Cristo Gesù a giudicare e non un semplice uomo!
Essendo
Egli l’immagine dell’invisibile Iddio, possiamo avere la certezza
che il Suo giudizio sarà giusto e retto – Deuteronomio 32:4;
Giovanni 5:21, 22; 8:15, 16
Nota in calce
* Ovviamente non è da escludere che il giorno del Giudizio, dovendo giudicare miliardi di persone, duri anch'esso mille anni.
Nota in calce
* Ovviamente non è da escludere che il giorno del Giudizio, dovendo giudicare miliardi di persone, duri anch'esso mille anni.
Ciao Israeli, interessante la parte finale del tuo ragionamento sulla delicata questione del peccato. Meditando con accuratezza sulle scritture in oggetto, risulta chiaro che il peccato ha come conseguenza la morte e la risurrezione, che è possibile solo grazie al sacrificio di Cristo Gesù, porta molti di noi comunque ad essere giudicati in base a ciò che è scritto nella memoria di Geova!
RispondiEliminaUna considerazione va fatta sul versetto di Romani che dichiara: "il salario che il peccato paga è la morte". In questo versetto ci si riferisce al peccato edenico e non al peccato commesso dal singolo individuo! Per quanti saranno risorti ci sarà poi il giudizio in base alle opere! Penso che questo pensiero sia aderente alla Bibbia.
RispondiEliminaComplimenti Domenico, questa a mio avviso è un'ottima riflessione
EliminaNon sono certa di condividere la riflessione di Domenico. Del peccato edenico non siamo responsabili direttamente,piuttosto le nostre debolezze,le nostre colpe la nostra predisposizione al peccato sono conseguenza del peccato originale,per questo Dio ci concede di riscattarci attraverso il sacrificio di Gesù ma passaggio obbligato è la morte perché comunque dobbiamo pagare per la nostra condotta,per quanto cerchiamo di trincerarci dietro umane giustificazioni,nel 99% dei casi abbiamo consapevolezza del nostro comportamento e quindi siamo indifendibili. Ma Dio conosce la nostra natura e il nostro cuore e soprattutto ci ama,quindi vuole che ci salviamo,per questo io leggo in Romani 6:23 la possibilità di salvezza resa possibile dal dono di Cristo. Sennò chi sarebbero gli ingiusti risuscitati? E i giusti? Sì,per ognuno di noi ci sarà un diverso trattamento a seconda del nostro vissuto pertanto come Davide dobbiamo pregare affinché Dio ricordi solo le cose buone che abbiamo fatto e dimentichi i nostri errori. Salmo 25:7
RispondiEliminaNon credo che il tuo commento, cara Patrizia, sia in contrasto con il commento di Domenico in quanto egli non ne ha fatto una questione di volontarietà.
EliminaDi fatto il peccato adamico ci porta alla morte e il sacrificio di Cristo ci riscatta proprio da questo. Infatti la scrittura dice chiaramente che per mezzo di un solo uomo (Adamo) il peccato entrò nel mondo e così la morte. Quindi "l'ultimo Adamo" diventa spirito vivificante. Quindi responsabili o no, questo peccato ereditato ci fa morire.
Domenico ha scritto, giustamente a mio avviso, che un conto è il peccato di cui non abbiamo colpa e non siamo responsabili (per questo la risurrezione) e un conto sono le opere malvagie di cui ci rendiamo responsabili e per cui andremo sotto giudizio. Ora, fino a che punto anche le nostre azioni malvagie siano un risultato del peccato ereditato oppure dovute all'assoluta volontà, questo è argomento complesso per cui il Signore è incaricato di giudicare (e meno male). La fede in Cristo permetterà di "non andare in giudizio" mentre per tutti gli altri ci sarà un giudizio che, come abbiamo visto, non significherà automaticamente e per tutti la distruzione ma comunque dovranno risponderne
Ciao. Questo è il mio primo commento. Sono d'accordo sul fatto che la morte non cancella affatto i peccati. Adamo peccò, insieme alla moglie, ma vissero abbastanza perchè il peccato li portasse alla morte. Voglio dire che chiunque vivendo 930 anni (circa) avrebbe arricciato il naso nel credere che una punizione per un peccatore lo portasse al cimitero dopo quasi un millennio. Ci dovrebbe essere qualcos'altro che non si menziona nella trattazione. Adamo fu fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Perciò sarebbe più logico che egli fosse morto nello spirito e non nella carne, dal punto di vista di Dio. Noi viviamo nel peccato, perchè siamo carne. materia, come lo divenne Adamo quando fu creato, il quale era principalmente spirito (immagine del Padre), e non solo carne come si afferma. Se si prende per buona questa spiegazione (mio pensiero ovviamente), si arriva alla conclusione che, anche se Adamo viveva nella carne, era morto agli occhi di Dio, non essendo più unito a Lui in Spirito. La sua vita terrena durò piuttosto a lungo per dire che era stato punito nel peccato. Così Gesù Cristo con il suo sacrificio riaprì la strada "spirituale" a tutti gli uomini, ma poi dipendeva da loro beneficiarne se solo osservavano i Comandamenti della Legge. Gesù divenne "Spirito vivificante", proprio perchè dopo la morte nella carne la nostra anima riceve la risurrezione nello Spirito.Certo, non sarai d'accordo con la mia tesi, ma accetto qualsiasi scambio di idee. Grazie.
EliminaGrazie Anonymous per il commento. Ovviamente per dare una risposta adeguata a questo commento bisognerebbe capire cosa entrambi intendiamo per spirito e cosa intende in questo particolare contesto. Ovviamente noi non abbiamo alcun problema al confronto, che è sempre utile, ma abbiamo dei punti fermi che riteniamo molto molto importanti. Uno di questi, se vogliamo davvero imparare dalla Parola di Dio, è innanzitutto accertarsi di non avere condizionamenti culturali e/o religiosi (accertarsi per quanto possibile) e corredare ogni affermazione importante con una o più scritture non forzandone il significato estrapolandolo dal contesto. Noi riteniamo la Scrittura, e SOLO la Scrittura, l'unica autorità. L'unica fonte da cui apprendere questo o quello. Noi non prendiamo alcun riferimento, al di fuori della Bibbia (men che meno i cosiddetti "padri della Chiesa" se escludiamo gli apostoli) concili, filosofie greche o orientali o altro per sostenere una qualsiasi dottrina. Per noi la Bibbia è più che sufficiente per essere "pienamente competenti" - 2 Timoteo 3:16, 17
EliminaIl resto, onestamente, non ci interessa.
Stabilito questo, se siamo d'accordo, allora possiamo affrontare cosa si intende per "spirito" solo tramite la Bibbia e vedere come si applica in questo contesto.
Inoltre forse non ho ben compreso cosa intende con "Noi viviamo nel peccato, perchè siamo carne. materia, come lo divenne Adamo quando fu creato"... ma forse significa che la creazione materiale/carnale abbia, in sé, il seme del peccato e dell'imperfezione? Se non sbaglio fu Innocenzo III a dire che tutto ciò che era materia era peccato e, anzi, arrivò al punto di dire che Satana era il creatore della materia mentre Dio era il creatore dello spirito? Non so se in maniera velata volesse dire questo (o avvicinarsi a questo concetto) ma per noi queste sono sciocchezze di persone assolutamente agli antipodi dalla Scrittura. Tutta la creazione di Dio fu perfetta ed eterna: la terra stessa durerà per sempre. Tutta la creazione di Dio fu "molto buona" - Genesi 1:31
Comunque a prescindere dalle convinzione personali, se siamo entrambi d'accordo nel considerare la Bibbia l'unica autorità, siamo assolutamente disposti e felici al confronto.
Nel blog non facciamo confronti perché diventerebbe dispersive ma chi lo desidera, fermo restando le premesse scritte nel commento precedente, puà scrivermi alla mail israeli.bar.avaddhon@gmail.com
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