La Nuova Gerusalemme

21 E vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati, e il mare non è più. 2 E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito. 3 Allora udii un’alta voce dal trono dire: “Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro. 4 Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate” (Rivelazione 21:1-4)

Quando la tenda di Dio sarà con il genere umano, allora inizierà davvero il Nuovo Mondo.
Sarà il momento in cui “non ci sarà più cordoglio, né grido né dolore” e questo lascia intendere che fino a poco prima, pur avendo vissuto una felicità mai raggiunta prima, l’umanità non raggiungerà una felicità piena fino alla fine del millennio. Adesso tutte le sofferenze saranno davvero cose del passato perché “egli (cioè Dio) asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”.
Questo sarà il momento in cui Gesù Cristo consegnerà il Regno al suo Dio e Padre e quindi sarà ogni cosa a tutti – I Corinti 15:23-28
Anche la scrittura di Rivelazione 3:12, 13 parla della Nuova Gerusalemme dicendo che “discende dal cielo”.
Lo stesso concetto è ribadito, appunto, in Rivelazione 21:2 in maniera ancora più incisiva... “E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito”.
Questa espressione è molto forte e significativa.
Cosa può significare?
Il libro “re”, commentando la scrittura di Rivelazione 21:2, dice... “La ‘sposa scende dal cielo’ non letteralmente, ma nel senso che rivolge l’attenzione alla terra. La sposa dell’Agnello sarà sua leale consorte nell’agire quale giusto governo su tutta l’umanità”.
Tuttavia questa spiegazione è problematica perché, se come abbiamo visto il racconto di Rivelazione è in ordine cronologico, il Regno di Dio ha già rivolto la sua attenzione alla terra ed infatti Esso ha portato l’umanità ubbidiente alla perfezione, ha distrutto Gog di Magog ed ha “svuotato” la morte e l’Ades dai suoi morti (Rivelazione 20:12, 13).
L’ordine cronologico è confermato dalle stesse espressioni che si leggono in Rivelazione 21:3-5. Dio sarebbe stato con “loro” (ovvero con il genere umano) e la morte non ci sarebbe più stata (infatti essa è stata precedentemente scagliata nel lago di fuoco – Rivelazione 20:14).
Infine Egli dice “Ecco, faccio ogni cosa nuova”, indicando che da questo momento in poi inizia davvero il Nuovo Mondo. Ciò significa che il Regno ha portato a termine perfettamente il suo incarico.
Nel capitolo 21 di Rivelazione, come anche nel 22, non c’è alcuna menzione della risurrezione, nulla che riguardi l’attacco di Gog di Magog, nessun riferimento a Satana né alcuna cosa che potrebbe far pensare che il racconto torni indietro.
È evidente che tutto ciò che è descritto in questi capitoli è ciò che avviene dopo questi avvenimenti.
Quindi se, dopo aver salvaguardato la grande folla durante la grande tribolazione, aver distrutto il sistema satanico ad Armaghedon, aver distrutto i ribelli di Gog di Magog alla fine del millennio, aver distrutto Satana e riportato in vita i morti e dopo aver consegnato il Regno al suo Dio e Padre la Nuova Gerusalemme scende sulla terra... cosa può significare?
Probabilmente, per quanto incredibile, la spiegazione è più semplice di quello che potrebbe sembrare.
Gesù in un’occasione disse: “Or io vi dico che molti verranno da luoghi orientali e occidentali e giaceranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli” – Matteo 8:11; vedi anche Luca 13:28, 29
Com’è possibile che Abraamo, Isacco e Giacobbe avrebbero giaciuto a tavola “nel regno dei cieli” se, come sappiamo, essi sarebbero stati risuscitati sulla terra?
La spiegazione dello Schiavo è sempre la stessa: essi non sono letteralmente nel regno dei cieli…
Sappiamo che questa speranza è riservata a 144.000 persone le quali costituiscono un numero letterale; questa possibilità, cioè quella di diventare coeredi con Cristo, è stata aperta solo dalla morte di sacrificio di Gesù Cristo – Matteo 11:11
Ebrei 11:10 parla di Abraamo il quale aspettava la città “che ha reali fondamenta, il cui edificatore e costruttore è Dio”.
Se Abraamo si riferiva ad una città in cielo, invisibile, qualcosa che non avrebbe mai visto... perché “aspettarla”? Se la sua visione era una visione per fede, non avrebbe avuto senso aspettarla in quanto Essa era già presente nella sua mente e nel suo cuore.
Di tutti questi fedeli precristiani la Bibbia dice che essi “aspirano a un [luogo] migliore, cioè uno che appartiene al cielo. Quindi Dio non si vergogna di loro, di essere chiamato loro Dio, poiché ha preparato per loro una città” – Ebrei 11:16
Quindi com’è possibile armonizzare queste scritture con quelle che dicono chiaramente che il regno dei cieli è riservato a 144.000 persone vissute dopo la morte di Cristo, il quale ha riscattato l’umanità, che ricevano un corpo spirituale incorruttibile?
Scritture come queste hanno fatto pensare che la speranza celeste sia riservata a “tutti i buoni” e che 144.000 sia un numero simbolico. Dallo studio della Bibbia noi sappiamo che non è possibile.
L’unico modo per armonizzare queste scritture apparentemente in contrasto tra loro, è leggere semplicemente quello che c’è scritto: “”E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito” – Rivelazione 21:2
E’ da notare che c’è differenza tra l’essere regnanti e giacere a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe.
È anche significativo che il termine “regno dei cieli” non indichi assolutamente l’ubicazione di tale regno ma solo l’autorità o nascita. Il regno dei cieli non dev’essere necessariamente nei cieli.
Il “regno dei cieli”, dunque, è nato nei cieli ed ha autorità su tutti i cieli… ma dove si trova?
Noi sappiamo che Geova dimora in un luogo ben preciso (quindi non è in ogni luogo) e “se c’è un corpo fisico, ce n’è anche uno spirituale” – I Corinti 15:44
Quindi anche un corpo spirituale deve avere una dimora letterale in cui risiedere – Giovanni 14:2, 3 Tra tutti i luoghi presenti nell’universo, c’è forse qualche scrittura che impedisca a queste creature spirituali di porre il loro luogo di dimora proprio sulla terra? - Matteo 5:34, 35 (confronta Ezechiele 43:7-9)
La Scrittura dice chiaramente: “Riguardo ai cieli, i cieli appartengono a Geova, ma la terra l’ha data ai figli degli uomini” (Salmo 115.16); noi sappiamo che i regnanti sono (o sono stati) sia uomini che creature spirituali – Confronta Rivelazione 21:17
Lo stesso Figlio di Dio è chiamato “figlio dell’uomo” a motivo del fatto di essere stato un uomo durante la sua vita sulla terra – Daniele 7:13; Rivelazione 1:12, 13
Dallo studio della Bibbia comprendiamo che gli angeli, come creature spirituali, hanno sempre avuto la possibilità di materializzarsi e vivere sulla terra. Anche se alcuni di loro hanno abusato di questa capacità, Geova si è servito spesso di angeli per trattare con gli esseri umani – Genesi 6:1-2; 19:1-3
Quando essi erano materializzati, potevano mangiare e svolgere altre attività di solito riconducibili agli esseri umani – Genesi 18:3-5
Se questa eventualità vi sembra troppo strana, come dovremmo intendere le parole di Gesù quando disse... “Ma io vi dico che da ora in poi non berrò più di questo prodotto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”? – Matteo 26:29
Anche se ammettiamo di sapere poco o nulla dei reami spirituali, sicuramente l’uva e il vino sono qualcosa che possiamo ricollegare facilmente alla nostra dimora, cioè la terra.
Questo riporta anche alla mente le parole di Gesù citate prima quando parlò del “sedere a tavola” con Abraamo, Isacco e Giacobbe.
La città che ha “reali fondamenta” potrebbe essere una città fisica, letterale, il cui costruttore è Dio, la quale avrà sede sulla terra e in cui dimoreranno i regnanti (ed evidentemente in mille altri luoghi) – Giovanni 14:2
Questo è in armonia con la scrittura di Salmo 15:1, 2 che chiede... “O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi risiederà sul tuo monte santo?  2 Colui che cammina senza difetto e pratica la giustizia E proferisce la verità nel suo cuore” – vedi anche Rivelazione 21:3
Tra questi ospiti ci saranno certamente personaggi come Abraamo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide... e molti altri.
Ovviamente gli ospiti non sono i regnanti e quindi essi non avranno bisogno d’avere corpi spirituali per essere invitati “alla tavola del regno di Dio” la quale si troverà sulla terra – confronta Ezechiele 42:7-9
Inoltre proprio la terra è stata il centro della contesa universale nonché il luogo della battaglia finale tra Cristo e Satana.
Parlando dell’unigenito Figlio di Dio si dice che “egli si dilettava” presso i figli degli uomini – Proverbi 8:27-31
Se, come abbiamo stabilito, anche un corpo spirituale necessita di una dimora, perché tra le mille altre dimore sparse nell’universo, una di queste non dovrebbe trovarsi proprio sulla terra?
Questo sarebbe anche un modo diretto per comunicare con i principi del nuovo mondo i quali non avrebbero più bisogno di intermediari (gli angeli) per farne rispettare le direttive.
Essi dovrebbero semplicemente recarsi regolarmente alla Casa di Geova esattamente come facevano gli israeliti fedeli – Ezechiele 37:26-28
Gli stessi Adamo ed Eva, fintanto che rimasero fedeli, non ebbero bisogno di alcun intermediario per comunicare con il loro Padre Celeste – Genesi 3:8, 9
Dobbiamo concludere che la città santa è una città letterale e fisica che scenderà dal cielo sulla terra da dove regneranno Cristo e i 144.000 i quali potranno, ovviamente, risiedere in tutti gli altri luoghi dell’universo e anche presentarsi direttamente davanti a Geova Dio – Giovanni 14:2; Matteo 5:8; I Corinti 6:3
L’attenzione è ora riportata su Geova Dio l’Onnipotente…


5 E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. E dice: “Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veraci”. 6 E mi disse: “Sono avvenute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. A chi ha sete darò della fonte dell’acqua della vita gratuitamente. 7 Chiunque vince erediterà queste cose, e io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. 8 Ma in quanto ai codardi e a quelli senza fede e a quelli che sono disgustanti nella loro impurità e agli assassini e ai fornicatori e a quelli che praticano lo spiritismo e agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nel lago che brucia con fuoco e zolfo. Questo significa la seconda morte” (Rivelazione 21:5-8)

A questo punto Dio farà ogni cosa nuova e ciò significa che tutta la terra diventerà un paradiso come sarebbe dovuto essere dall’inizio.
Tutti i danni causati da Satana e dai suoi seguaci, sulla terra come sulle persone, saranno eliminati per sempre, anche dai ricordi – Isaia 65:17-19
Il versetto termina con un avvertimento per ricordare a tutti coloro i quali leggono questa profezia chi non potrà beneficiare di queste benedizioni.
I codardi, quelli senza fede, quelli che sono disgustanti nella loro impurità nonché gli assassini e i fornicatori e quelli che praticano lo spiritismo, gli idolatri e i bugiardi finiranno nel lago di fuoco.
È dunque importante, nonché urgente, fare i cambiamenti necessari per riuscire a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere – Luca 21:36

9 E venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene delle sette ultime piaghe, e parlò con me e disse: “Vieni qui, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello”. 10 E mi portò nella [potenza dello] spirito su un grande e alto monte, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, 11 avendo la gloria di Dio. Il suo fulgore era simile a pietra preziosissima, quale pietra di diaspro splendente come cristallo. 12 Aveva un grande e alto muro e aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e furono incisi dei nomi che sono quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. 13 Ad oriente c’erano tre porte, e al settentrione tre porte, e al meridione tre porte e ad occidente tre porte. 14 E il muro della città aveva dodici pietre di fondamento, e su di esse i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello (Rivelazione 21:9-14)

Anche qui si dice, per la terza volta, che la Nuova Gerusalemme “scende dal cielo, da Dio”.
Cos’altro dovrebbe esserci scritto o quante altre volte dovrebbe essere scritta la stessa cosa per comprendere che la Nuova Gerusalemme scende effettivamente dal cielo, da Dio?
Nelle scritture ebraiche si parla del tempio di Dio, il quale era sito in Gerusalemme, e la luce Scecchina indicava effettivamente la Sua presenza.
L’apostolo Paolo, parlando agli idolatri ateniesi, spiegò chiaramente che Dio non dimora in templi fatti con mani – Atti 17:24
In Ebrei 9:24 è sempre Paolo a dire che il tempio era una “copia della realtà”.
La Nuova Gerusalemme, comunque, non è stata fatta “da mani”, cioè da mani umane, ma la Scrittura dice che è Dio stesso il suo costruttore ed edificatore – Ebrei 11:10
La magnificenza ma anche le dimensioni descritte nel libro di Ezechiele, fanno chiaramente capire che è qualcosa che va al di là delle capacità umane.
Questo tempio non è più “una copia” ma la realtà stessa.
La Nuova Gerusalemme è la dimora di Gesù Cristo e della sua Sposa (i 144.000) e non di Geova il Quale, ricordiamolo, l’universo stesso non può contenere – 1 Re 8:27
Quindi non c’è nulla, nella Scrittura, che indichi che la Nuova Gerusalemme non possa essere ubicata su un alto monte della terra.
La magnificenza della Sposa dell’Agnello è qualcosa di inimmaginabile; perfetta come giustizia e splendore, cosa che viene rimarcata nei versetti successivi.


15 Ora colui che parlava con me teneva come misura una canna d’oro, per misurare la città e le sue porte e il suo muro. 16 E la città giace quadrata, e la sua lunghezza è uguale alla sua larghezza. Ed egli misurò la città con la canna, dodicimila stadi; la sua lunghezza e la larghezza e l’altezza sono uguali. 17 E ne misurò il muro, centoquarantaquattro cubiti, a misura d’uomo, nello stesso tempo d’angelo. 18 Ora la struttura del suo muro era diaspro, e la città era oro puro come vetro puro. 19 Le fondamenta del muro della città erano adorne di ogni sorta di pietra preziosa: il primo fondamento era diaspro, il secondo zaffiro, il terzo calcedonio, il quarto smeraldo, 20 il quinto sardonico, il sesto sardio, il settimo crisolito, l’ottavo berillo, il nono topazio, il decimo crisopraso, l’undicesimo giacinto, il dodicesimo ametista. 21 E le dodici porte erano dodici perle; ciascuna delle porte era fatta di una sola perla. E l’ampia via della città era oro puro, come vetro trasparente (Rivelazione 21:15-21)

Questa descrizione mette in risalto non soltanto il suo splendore fisico ma lo splendore e perfezione morale e spirituale. Le sue dimensioni sono perfette. Per Giovanni questa visione dev’essere stata un’emozione indescrivibile!
Notiamo che nella descrizione del muro si dice che esso sia “a misura d’uomo, nello stesso tempo d’angelo” e anche questo particolare sembra rimarcare il fatto che questa città unisca, in qualche modo, sia la realtà spirituale che quella umana/carnale.
Al termine della creazione terrestre “Dio vide poi tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, [era] molto buono” - Genesi 1:31
Al termine del regno millenario di Cristo tutta la creazione terrena torna ad essere ciò che era all’inizio e cioè qualcosa di “molto buono” quindi perché la Nuova Gerusalemme non dovrebbe trovarsi proprio in questa meravigliosa parte della creazione di Geova?

22 E non vidi in essa alcun tempio, poiché Geova Dio, l’Onnipotente, è il suo tempio, e [lo è] l’Agnello. 23 E la città non ha bisogno del sole né della luna che risplendano su di essa, poiché la gloria di Dio la illuminò, e la sua lampada era l’Agnello. 24 E le nazioni cammineranno mediante la sua luce, e i re della terra porteranno in essa la loro gloria. 25 E le sue porte non saranno affatto chiuse di giorno, poiché la notte non vi esisterà. 26 E porteranno in essa la gloria e l’onore delle nazioni. 27 Ma non vi entrerà nulla che non sia sacro né alcuno che pratichi cosa disgustante e menzogna; [vi entreranno] solo quelli che sono scritti nel rotolo della vita dell’Agnello (Rivelazione 21:22-27)

Della città si dice che “non ha bisogno del sole né della luna che risplendano su di essa” perché essa sarà costantemente illuminata dalla gloria di Dio.
Non dice che non ci sarà il sole o la luna (il che potrebbe indicare che l’ubicazione di questa meravigliosa città sia in un luogo remoto nell’universo) ma semplicemente che non ne ha bisogno.
Le nazioni qui descritte devono indicare tutte le persone in vita sulla terra e i re non sono certo quelli a cui siamo abituati oggi.
Infatti questi re portano in essa la loro gloria.
Come abbiamo visto, tra questi re ci saranno senz’altro uomini come Abraamo, Davide, Giobbe, Mosè… e l’unico modo per portare in essa la loro gloria è che questa città santa sia alla loro portata.
Riflettiamo su queste parole.
Esattamente come i governatori o i re vassalli della storia avrebbero fatto con l’imperatore sovrano portando a lui primizie di ogni genere.
È facile immaginare che questi uomini fedeli dell’antichità ma anche altri morti in tempi più recenti avranno un ruolo speciale nel Nuovo Mondo di Dio e questo non potrà che accrescere la gioia di tutti gli abitanti.
Non vi entrerà nulla che non sia sacro o alcuno che pratichi qualcosa di disgustante o nocivo, quindi questa città sarà pura, perfetta e inespugnabile.
La sua luce, ovvero la sua guida, sarà per il bene di tutta l’umanità.

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