L’infimo del genere umano o il più umile del genere umano?

 

Qual è la traduzione in armonia col contesto?


La cosa è per decreto dei vigilanti, e la richiesta è [per] il detto dei santi, nell’intento che i viventi conoscano che l’Altissimo domina sul regno del genere umano e che lo dà a chi vuole, e stabilisce su di esso persino l’infimo del genere umano Daniele 4:17, Traduzione del Nuovo Mondo del 1987

Questa cosa è per decreto dei guardiani, e la sentenza è per bocca dei santi, perché gli esseri viventi riconoscano che l’Altissimo domina sul regno del genere umano e lo dà a chi vuole, e insedia su di esso perfino il più umile degli uomini – Daniele 4:17, Traduzione del Nuovo Mondo del 2013


Questo articolo intende inserirsi nel troncone di quelli dedicati alla corretta traduzione biblica.

Di questo genere fanno parte gli articoli “L’importanza dei sigilli e del numero delle trombe” prima parte, “Rispettiamo il senso delle Scritture”, “Rispettiamo il contesto e il significato delle Scritture”, “Ci appelleremo a Cesare” e altri ancora.

D’ora in poi questo genere di articoli saranno seguiti dalla domanda “Qual è la traduzione in armonia col contesto?”… in questo modo sarà più facile, per il lettore, isolarli e metterli da parte se lo desidera.

Cominciamo a vedere se almeno in italiano “infimo” e “umile” possono essere sinonimi.

Dal dizionario Oxford language, per "infimo" troviamo questa definizione.

Privo di qualsiasi pregio sul piano qualitativo o su quello sociale” o, come secondo significato, “situato all'estremità inferiore o alla massima profondità” (da cui deriva anche la parola “inferi”).

In maniera simile l’enciclopedia Treccani, alla domanda “Cosa vuol dire essere infimo?” riporta… “che occupa il posto più basso in una scala di valori: gente d'infima condizione; l'infima plebe; merce d'infima qualità etc”.

Per contro, sempre le stesse opere di consultazione, alla voce “umile” riportano “Di persona o atteggiamento, mite, riservato: contegno umile.; stava in atteggiamento umile. e dimesso; ella si sedea Umile in tanta gloria (Petrarca).

  • Improntato a rispettosa sottomissione

  • Attributo riconducibile alla virtù cristiana dell'umiltà; anche s.m. e f..

    "beati gli u. di cuore”Modesto, sia per nascita che per condizione sociale: essere di umile condizione, di umili natali (anche s.m. e f. : gli umili e i potenti); di cose (Oxford language)

E ancora “Non nobile, modesto, soprattutto come origine e stato economico-sociale: essere di u. condizione, nascita, famiglia, o di umili natali; anche come sost., spec. al plur.: non sempre gli umili socialmente lo sono anche nell’animo (L. Romano); accettare i lavori, svolgere le faccende o le mansioni più umili, più materiali e servili, meno gratificanti. 3. a. Che non si esalta del proprio valore e dei proprî meriti, e si mostra invece sempre consapevole dei proprî limiti: è umile; è un grande scienziato, eppure è molto umile”… etc (Treccani).

È assolutamente evidente che i significati più immediati e diretti non fanno affatto pensare che questi termini siano intercambiabili.

La fondamentale differenza, evidente, una volta tolti tutti i tecnicismi più o meno dovuti, sta nel fatto che “infimo” indichi una condizione moralmente bassa, mentre “umile” indica al limite, e solo come seconda definizione, una condizione economica bassa (ovviamente il primo significato di “umile” indica un atteggiamento mentale remissivo, modesto, non altezzoso).

 

La Parola di Dio è sacra. Dio non chiederà conto di come è stata usata?

 

I lettori più attenti avranno subito compreso il perché sia stata scelta questa scrittura, ovvero Daniele 4:17, e non altre.

Il nocciolo della questione è, in fondo, cercare di capire a chi dovrebbe riferirsi questa scrittura, sempre ammesso che debba riferirsi ad una persona specifica.

Come abbiamo anche visto negli articoli dedicati alle 70 settimane, spesso i traduttori biblici (addirittura i traduttori degli interlineari) si sono fatti guidare dalle proprie idee religiose preconcette.

Per una dimostrazione di quanto appena affermato si vedano i video dedicati a questo soggetto nei seguenti link:

 Settanta settimane 1° parte

Settanta settimane 2° parte

Inoltre nel nostro percorso di studio biblico abbiamo potuto vedere come proprio il libro di Daniele fosse il più ritoccato di tutti e questo è significativo.

Che dire di questo singolo versetto, ovvero Daniele 4:17, e perché dovrebbe essere importante capire se la traduzione più corretta sia “umile” piuttosto che “infimo” o viceversa?

Se non ci fossero le religioni in mezzo, probabilmente la traduzione sarebbe chiara e univoca per tutti.

Comunque la Nuova Riveduta traduce questo versetto in questo modo…

Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini" – Daniele 4:17, Nuova Riveduta

La parola “misero” può avere effettivamente un duplice significato perché può indicare sia miseria a livello economico (i poveri, i miseri) o anche una miseria morale (“Sei un miserabile!”)… in entrambi i casi questa traduzione toglierebbe di mezzo qualsiasi riferimento a chi sappiamo, ovvero il riferimento a cui la TnM del 2013 vorrebbe portare.

Nessuna persona sana di mente appellerebbe il Signore con la seconda definizione e, per quanto riguarda la prima definizione, benché Egli avesse effettivamente delle origini umili in quanto figlio di un falegname, di certo non potrebbe identificarsi come “il più misero”!

E’ vero che le Scritture mostrano che Egli vivesse con poco - non era certo nel lusso come certi scribi e farisei – ma non risulta che egli sia mai morto di fame o che la Sua famiglia qui sulla terra sia morta di fame.

Che i suoi genitori umani non fossero ricchi lo capiamo ad esempio dall’offerta che essi fecero al tempio una volta compiuti i giorni della purificazione – vedi Luca 2:22-24 e confronta con Levitico 5:7

Sicuramente il Signore non era ricco e non avrebbe mai ostentato alcun bene materiale, ma di fatto egli viveva e sapeva stare in mezzo agli altri.

Ad esempio leggiamo che Egli partecipò alle nozze di Cana – Giovanni 2:1, 2

Vi sembra onestamente possibile che “il più misero degli esseri umani” potesse permettersi di partecipare a delle nozze?

È vero che sicuramente tali nozze erano umili in confronto a quelle a cui siamo abituati oggi, ma anche comprendendo questo non è possibile visualizzarlo come “il più misero degli uomini”.

Sicuramente più misero di lui era Giovanni il Battista il quale viveva nel deserto e si nutriva di miele selvatico e locuste – Matteo 2:4

Al contrario, Gesù fece notare proprio questa critica ipocrita e ingiustificata… “Così, Giovanni è venuto senza mangiare né bere, e dicono: ‘Ha un demonio’; il Figlio dell’uomo è venuto mangiando e bevendo, e dicono: ‘Ecco, un uomo che è un ghiottone e un bevitore di vino, amico di esattori di tasse e peccatori’...” – Matteo 11:18, 19

A prescindere dal fatto che questi ipocriti esagerassero e cercassero solo una scusa per calunniare il Figlio di Dio, vi sembra onestamente ragionevole che si potesse fare una critica del genere al “più misero degli uomini”?

Vediamo, comunque, come altre Bibbie traducono questo versetto.

 

Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini» - CEI, Gerusalemme (in questa traduzione cade nel versetto 14).

Anche qui vediamo che qualsiasi pretesa di applicare questa scrittura a Gesù Cristo cade davvero miseramente.

In che senso il Figlio di Dio poteva essere “il più piccolo degli uomini”?

È vero che la scrittura dice che Egli, nel momento in cui venne sulla terra, dovette “svuotare se stesso” ovvero perdere gran parte della sua gloria e potenza, ma questo paragone sarebbe rimasto in relazione alle creature spirituali – Filippesi 2:5-7

Egli infatti divenne “un poco inferiore agli angeli” e d’altronde non poteva essere diversamente dal momento che doveva essere solo un uomo, perfetto come Adamo, certo, ma solo un uomo – Ebrei 1:7-9

Come potrebbe un uomo perfetto (il secondo che abbia mai calcato il pianeta terra), il più grande insegnante che sia mai esistito, inferiore solo agli angeli, essere definito “il più piccolo degli uomini”?

Mentre la Nuova Diodati e anche la Luzzi/Riveduta traducono “infimo” esattamente come la vecchia TnM, la Martini riporta tranquillamente “l’uomo più abbietto”…

Abbiamo davvero bisogno di pensarci?

Qual è la traduzione corretta?

Tuttavia, esattamente come abbiamo fatto finora con tutti gli altri articoli, non possiamo scegliere quella che ci piace di più, neppure se TUTTE le altre traducessero come vogliamo noi.

Non possiamo farci guidare da un’idea preconcetta, fosse anche assolutamente corretta.

Ovviamente noi abbiamo visto tutte le ragioni sia logiche che scritturali per cui Daniele 4 non sta assolutamente parlando dell’istituzione del Regno di Dio (potete trovare l’articolo qui) ma a prescindere da questo chi ci garantisce che la traduzione corretta non sia “il più umile degli esseri umani”?

D’altronde, non solo non siamo esperti di ebraico (in questo caso, di aramaico) ma anche se lo fossimo senz’altro arriveremmo al momento in cui qualcuno, anche solo una minoranza, difenderebbe le ragioni della traduzione “umile” a discapito dell’altra.

Come possiamo uscirne, categoricamente e senza interpretazioni, in maniera netta e definitiva?

La questione sembra complessa ma in realtà non lo è.

Una volta eliminate le religioni e le loro “ragioni”, tutto diventa chiaro perché a noi non importa davvero quante accezioni di traduzione può avere quella parola.

A noi interessa soltanto capire cosa voleva dire lo scrittore.

Di fatto, se vogliamo davvero mettere tutte la carte in tavola, la stessa Treccani riporta che, come secondo significato decisamente più raro, “infimo” può significare “di stile umile” o “le persone più umili”… .

In teoria dovremmo quindi essere punto a capo, giusto?

Assolutamente no e lo capiamo da un semplice ragionamento logico, addirittura banale.

La Watchtower traduce “il più umile degli uomini” perché vuole fare un chiaro riferimento al Messia, Gesù Cristo, non è vero?

La spiegazione da essi addotta è la seguente… “Dio diede il potere all’“infimo del genere umano” — Gesù Cristo — considerato così spregevole dai suoi nemici che lo misero perfino al palo”… (farse estrapolata dal libro “Profezie di Daniele”, al capitolo 6), pagina 97 nell’edizione italiana.

Come detto noi abbiamo visto tutte le prove scritturali che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il sogno dell’albero di Nabucodonosor non può applicarsi in nessun modo all’istituzione del Regno di Dio sulla terra ma facciamo finta che non sia così…

Accettiamo questa interpretazione per amore del ragionamento.

Perché Daniele 4:17 non può tradursi “umile” e perché non può essere un riferimento al Messia?

Ebbene, perché secondo la loro stessa interpretazione tale profezia si adempirebbe nel 1914, giusto?

Il regno verrebbe dato al “più umile del genere umano”, quando?

Nel primo secolo o nel 1914?

E' troppo facile, quando fa comodo, ricordare il Gesù del primo secolo quando ci si è sperticati per dimostrare che tale profezia si adempirebbe nel 1914.

Se questo eventuale secondo adempimento riguarda il momento in cui Dio dà il Regno al “più umile del genere umano”… appunto avviene quando il regno è istituito, giusto?

Parlando di quel Gesù che ha ricevuto il Regno… come lo vide Giovanni?

E mi voltai per vedere la voce che parlava con me, ed essendomi voltato, vidi sette candelabri d’oro, e in mezzo ai candelabri qualcuno simile a un figlio dell’uomo, vestito di una veste che giungeva fino ai piedi e cinto al petto di una cintura d’oro. Inoltre, la sua testa e i suoi capelli erano bianchi come lana bianca, come neve, e i suoi occhi come fiamma di fuoco; e i suoi piedi erano simili a rame fino quando splende in una fornace; e la sua voce era come il suono di molte acque. E aveva nella mano destra sette stelle, e dalla sua bocca usciva una lunga spada affilata a due tagli, e il suo viso era come il sole quando splende nella sua potenza. E quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto” – Apocalisse 1:12-17

Questo è il Gesù che ha ricevuto legalmente il Regno (non l’ha ancora ricevuto effettivamente: ciò avviene solo alla settima tromba).

Dalla descrizione che Giovanni ne fa sotto ispirazione, vi sembra davvero il più “umile degli esseri umani” o, peggio ancora, “il più infimo, il più insignificante, il più piccolo o quello più abbietto”?

Possiamo davvero portare rispetto per la Scrittura se ci facciamo guidare dalle credenze preconcette di una religione?

Rispetteremo il significato delle Scritture solo se a guidarci sarà l’amore sincero e la voglia di comprendere, non la voglia di giustificare la propria religione – Apocalisse 22:18, 19


Commenti

  1. Grandissima riflessione biblica. Tutti i vari studiosi e religiosi possono sbatterci la testa in ogni modo possibile sul termine fine a se stesso, ma chiunque ha L umiltà di seguire un filo logico andando a visionare L insieme delle informazioni come hai ben fatto capirà che, a prescindere dalla singola parola è sempre il contesto a farne da padrone. In questo caso è evidentissimo una manipolazione o forzatura per far credere che quei passi rappresentano il regno che Dio ha dato a Gesù ma che così non è.
    Bravo

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  2. Coerente e nel puro stile 'bereano' un articolo illuminante e ragionevole, aderente al significato dei termini originali ed a ciò che voleva trasmettere lo scrittore. Ed è anche assai facile comprendere perché la TNM abbia volutamente fatto scivolare il ragionamento dentro un 'imbuto' privo di pertinenza alcuna.

    RispondiElimina

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