La Bibbia insegna davvero la trinità? - 1° parte

Seguirà, tra oggi e nei prossimi giorni, una serie di 5 articoli dedicati al dogma della cosiddetta “santissima trinità”.

È davvero un insegnamento biblico? Quali sono le sue origini? I profeti, Gesù o gli apostoli la insegnarono mai?

Gli articoli saranno così suddivisi:

  1. Origini… bibliche?”

  2. L’onestà intellettuale”

  3. Esaminiamo onestamente le Scritture”

  4. Che dire dello Spirito Santo”?

  5. I passi trinitari”

Questi articoli non sono stati scritti per gli adoratori della propria religione, gli orgogliosi o i tifosi di squadra. Essi sono dedicati esclusivamente a coloro che desiderano avvicinarsi a Dio tramite la Scrittura e non la tradizione e che hanno il coraggio e la forza di rimettersi in discussione – Giovanni 17:17

 

Origini... bibliche?


Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore vostro Dio ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso; perché tu tema il Signore tuo Dio osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così sia lunga la tua vita. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia felice e cresciate molto di numero nel paese dove scorre il latte e il miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo – Deuteronomo 6:1-4, C.E.I./Gerusalemme


Il Dio di Israele contro gli dei delle nazioni

Fin dall’inizio della storia biblica il vero Dio, Yahweh, si fece conoscere mettendo in chiaro l’assoluta differenza che c’era tra Lui, il solo vero Dio, e gli dei delle nazioni.

Nella Bibbia leggeremo, ad esempio, severi moniti in merito all’idolatria.

Come dirà Paolo molto più avanti condannando gli idolatri “essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili” – Romani 1:21-23

Ovviamente l’enorme differenza che c’era tra il modo di adorare degli israeliti fedeli e il resto del mondo era evidente non solo nel concetto di idolatria e nelle norme morali ma anche sul concetto stesso di “un solo Dio dal quale sono tutte le cose” – 1 Corinti 8:6

Non abbiamo tutti un solo padre? Non ci ha creati un solo Dio?” chiese Malachia - Malachia 2:10

Benché ci fossero, nel mondo, quelli che erano chiamati “dei” sia in cielo che sulla terra, il vero popolo di Dio sapeva, da sempre, che c’era “un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti e mediante tutti e in tutti” – Efesini 4:6

Questa, insieme alla mancanza totale di immagini nell’adorazione, costituiva una differenza notevole.

Quella ebraica fu l’unica religione monoteista dei tempi antichi.

Per quanto ne sappiamo tutte le religioni mesopotamiche adoravano più dei ai quali si attribuivano ruoli diversi.

Non a caso gli israeliti furono severamente ammoniti di non imitare le nazioni a loro vicine: quando lo fecero ne subirono amaramente le conseguenze – confronta Esodo 32:3, 4; 34:17; Levitico 19:3, 4; Numeri 25:1-5; Giudici 2:11-16

La differenza tra il modo di adorare degli israeliti e quello delle nazioni era assolutamente evidente e non c’era alcuna possibilità di trovare similitudini nei riti, nelle credenze o in chissà cosa... almeno finché il popolo ebbe cura di mettere in pratica la Legge e gli statuti dati dal solo vero Dio.

Non c’era neppure similitudine tra il modo di vestire, di atteggiarsi… in pratica tutta la loro vita quotidiana era distintiva – confronta Deuteronomio 22:5

Il Dio di Israele era Uno e la forma di adorazione da Lui approvata era Una, unica e assolutamente distinguibile dalle altre.

Che dire di oggi?

Si vede ancora, come in origine si vedeva, questa differenza tra l’adorazione approvata da Dio e le religioni delle nazioni?

Non solo egiziani, caldei, fenici, greci e romani, ma anche indù, buddisti della Cina e del Tibet, goti, anglosassoni, druidi, messicani e peruviani, aborigeni dell’Australia e persino selvaggi delle isole dei mari del Sud, devono tutti avere derivato le proprie idee religiose da una fonte comune e da un centro comune. Troviamo ovunque le più sorprendenti coincidenze nei riti, nelle cerimonie, nelle usanze, nelle tradizioni, come pure nei nomi dei rispettivi dèi e dee e nei rapporti intercorrenti fra questi”. — J. Garnier, The Worship of the Dead, Londra, 1904, p.3.

Il blog di “attenzioneallaprofezia” non prende mai le opere di consultazione a dimostrazione di qualche “verità” perché per noi la Bibbia, da sola, è più che sufficiente – Giovanni 17:17; 2 Timoteo 3:16-17

Tuttavia ciò che viene espresso nell’opera citata è assolutamente scontato, quasi banale.

È sotto gli occhi di tutti, almeno di coloro che non fanno finta di non vedere, che è possibile trovare il “rosario” tra i cattolici come il mala tra i buddisti, l’adorazione di una “dea madre” tra buona parte della cristianità e molte religioni precristiane e un’infinità di altre similitudini di riti e credenze tra la religione “cristiana” di oggi e diverse religioni, più o meno antiche, che non dovrebbero avere proprio nulla a che fare con il solo vero Dio.


Sopra: mala tibetano e rosario cattolico

Molte parole, libri e discussioni sono stati fatti per enfatizzare le differenze tra l’uno e l’altro… ad “occhio” ci vedete davvero tutte queste differenze?

Confronto tra la Dea-Lucertola di Ubaid, Iside con Horo egiziana e Madonna con Gesù

Anche qui… vedete davvero tante differenze?


Confronto tra Iside e madonna

Le somiglianze arrivano fino alla corona in testa… è del tutto casuale?

 


La questione della Dea Madre è ben attestata nel mondo dell’antico Mediterraneo ed assume un nome diverso in ogni località: Ishtar per gli Accadi, Artemide-Diana ad Efeso, Afrodite-Venere a Cipro, Demetra ad Eleusi o Bellona a Roma. Ma l’esempio emblematico, e che ci permette di comprenderne le origini, è quello della “Dea Iside” di origine egiziana.

Ovviamente queste somiglianze sono assolute coincidenze, giusto?


Che dire della cosiddetta “trinità”?

È possibile trovarne traccia, almeno un abbozzo, nelle religioni precristiane, addirittura in quelle popolazioni conosciute e scacciate dagli israeliti stessi?

È vero che, chiunque abbia voglia di trovare da ridire, enfatizzerà le differenze esistenti dagli esempi che seguiranno al concetto di “trinità cristiana” ma gli eventuali bei discorsoni lasciano davvero il tempo che trovano.

Potrebbero essere discorsi interessanti per storici e storiografi ma non è questo lo scopo dell’articolo: noi non intendiamo insinuare che le triadi qui presentate siano esattamente la stessa cosa della “trinità cristiana”. Onestamente neppure ci interessa.

Ognuna di queste avrà anche una storia a sé, caratteristiche distintive e periodi di tempo diversi etc.

Non è questo il punto.

A noi interessa capire se possiamo obiettivamente trovare delle similitudini, anche solo delle somiglianze e, se sì… perché?

Al di là delle chiacchiere, osserviamo semplicemente le immagini che seguono e valutiamo da soli.


Qui vi sono rappresentati Anu, Anlil ed Enki, la triade sumera e babilonese

Enki ovvero “Signore della Terra" oppure "Signore Benevolo" è il dio mesopotamico dell'acqua, della conoscenza, dell'artigianato e della creazione. Più tardi conosciuto come Ea in accadico. Insieme a suo padre An (supremo "dio del Cielo"; El in lingua semitica) e a suo fratello Enlil ("Signore dello Spirito"; Baal in semitico), costituisce la trinità suprema celeste delle religioni della Mesopotamia e della Cananea.

Questa descrizione vi fa forse venire in mente qualcosa?


Per triade egizia si intende un gruppo di tre divinità che vengono adorate nel medesimo luogo. Rappresentano padre, madre e figlio ma non mancano esempi di triadi composte dai tre aspetti della medesima divinità come Khepri, Ra e Atum oppure tre divinità diverse come Ptah, Sokar e Osiri (immagine seguente)


Ptah-Sokar-Osiride, signore dell’oltretomba, nasce dalla fusione di tre dei: Ptah dio creatore e dell’artigianato, Osiride dio dell’Aldilà, e Sokar, patrono della necropoli menfita (Saqqara).

Quindi essi erano tre… ma erano anche uno.

Il culto di Ptah-Sokar-Osiride si diffuse in tutto l’Egitto.

In Epoca Tarda si ritrovano spesso nel corredo funebre statuette in legno di questa divinità, raffigurata con il corpo mummiforme di Ptah e Osiride, la corona piumata atef di Osiride, e il falco, immagine di Sokar.

La trinità Indù

Nella spiritualità induista la Trimurti è anche definita 'trinità indù' e classifica i tre maggiori dei 'archetipi' (Brahma, Vishnu e Shiva) come correlati all'unico dio definito anche Ishvara o Brahman, l'Assoluto.

Nonostante le millantate “differenze” che i teologi della cristianità vorrebbero enfatizzare, rimane il fatto che anche in questo caso “Brahman” era uno ed era tre. Era tre ed era uno.

Vi ricorda qualcosa?



Triade buddhista: il Buddha Amida con i Bodhisattva Kannon e Seishi



Sopra: triade di Apollo, Minerva e Mercurio





La triade norrena: Odino, Thor e Fenrir


Ci sono sicuramente altre triadi o trinità di dei e ci sarebbe tanto da dire ma queste immagini e relative descrizioni dovrebbero essere più che chiare.

Anche da questo punto di vista, se siamo onesti, non è che si veda questa enorme differenza con la religione “cristiana” di oggi… sicuramente non così netta come si vedeva, e si doveva vedere, con il popolo ebraico del passato.

Si potrebbe giustamente obiettare che queste immagini e questi culti abbiano una somiglianza relativa e del tutto casuale e che, di per se, non dimostrino nulla.

Certo è che per coloro che credono esserci un governante del mondo il quale ha avuto interessi a fondare diverse religioni, queste similitudini mostrano quantomeno un marchio, un’impronta digitale, la firma “dell’artista”… (confronta 1 Giovanni 5:19) ma prendiamo per buona questa osservazione e vediamo più da vicino come nasce, secondo gli stessi storici, studiosi cattolici e protestanti, il concetto di trinità.


A sentire tutti coloro che difendono a spada tratta questa dottrina (pur essendo in disaccordo su tante altre cose), si potrebbe giungere alla conclusione che questa credenza sia ormai un assunto, un dato di fatto per tutti… una credenza acquisita e comprovata senza il minimo dubbio.

È realmente così?

Assolutamente no.

Ovviamente sia chiaro: quello che dice studioso Tizio o erudita Caio per noi è sempre relativo e in secondo piano davanti a ciò che insegna la Bibbia, ovvero la parola di Verità, e infatti i prossimi articoli si concentreranno esclusivamente sulle Scritture e la loro logica contestuale, ma è necessario andare a vedere cosa è stato scritto per abbattere un pregiudizio di fondo.

Il mondo cosiddetto “cristiano” è concorde nel sostenere che la Bibbia insegni la trinità?

Tra gli stessi trinitari c’è unità di pensiero?


Cosa dicono gli stessi trinitari?

Il termine Trinità non si trova nella Bibbia . . . Non trovò formalmente posto nella teologia della chiesa fino al IV secolo. (The Illustrated Bible Dictionary, Sydney e Auckland 1980, parte 3a, p. 1597) E un’autorità cattolica dice che la Trinità “non è ... direttamente e immediatamente parola di Dio”. — New Catholic Encyclopedia, cit., vol. XIV, p. 304.

Nella Scrittura non c’è nessun termine col quale le Tre Persone Divine vengono indicate insieme. Il termine τρίας [trìas] (del quale il latino trinitas è una traduzione) si trova per la prima volta verso il 180 d.C. in Teofilo di Antiochia. . . . Poco tempo dopo compare in Tertulliano nella forma latina trinitas”. — The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XV, p. 47.

E’ un po’ strano che nessuno abbia trovato una sola parola o anche il concetto di trinità nella Bibbia, tant’è che dobbiamo arrivare all’anno 180 d.C. per trovarne una prima traccia storica, se fosse davvero una dottrina così solida, chiara e scritturalmente comprovata, vi pare?

Partiamo dalle scritture ebraiche.

Cosa dicono le opere di consultazione sia cattoliche che protestanti in merito all’eventuale presenza di trinità nelle scritture ebraiche?

“Oggi i teologi convengono che la Bibbia ebraica non contiene una dottrina della Trinità”. (The Encyclopedia of Religion, di Mircea Eliade, New York 1987, vol. 15, p. 54) E la già citata enciclopedia cattolica dice pure: “La dottrina della Santissima Trinità non è insegnata nel VT [Vecchio Testamento]”. — New Catholic Encyclopedia, vol. XIV, p. 306.

Similmente il gesuita Edmund Fortman ammette: “L’Antico Testamento . . . non ci dice nulla — esplicitamente o implicitamente — di un Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. . . . Non c’è nessuna prova che alcuno scrittore sacro abbia anche solo sospettato l’esistenza di una [Trinità] all’interno della Divinità. . . . Anche vedere [nell’“Antico Testamento”] suggerimenti o prefigurazioni o ‘segni velati’ della trinità delle persone significa andare oltre le parole e l’intento degli scrittori sacri” — The Triune God, Grand Rapids 1972, pp. Xv, 8, 9

Secondo questi e altri studiosi, dunque, nelle scritture ebraiche non viene insegnata la trinità e nemmeno indirettamente.

Ammettiamo che esistano altrettante opere di consultazione che affermino il contrario, questo cambierebbe anche solo di poco il concetto che stiamo portando avanti?

C’è unità di pensiero tra gli studiosi, siano essi cattolici, protestanti o atei?

Assolutamente no.

Cosa pensano, invece, delle Scritture greche?

La succitata enciclopedia delle religioni dice: “I teologi convengono che nemmeno il Nuovo Testamento contiene un’esplicita dottrina della Trinità”. — The Encyclopedia of Religion, vol. 15, p. 54.

Il gesuita Fortman afferma: “Gli scrittori del Nuovo Testamento . . . non ci danno una dottrina ufficiale o chiaramente espressa della Trinità, nessun esplicito insegnamento che in un unico Dio ci siano tre persone divine coeguali. . . . In nessun luogo troviamo una dottrina trinitaria sull’esistenza di tre distinte persone divine all’interno della stessa Divinità”. — The Triune God, cit., pp. xv, xvi, 16.

Un enciclopedia afferma: “Né la parola Trinità né l’esplicita dottrina compaiono nel Nuovo Testamento”. — The New Encyclopædia Britannica, Chicago 1985, Micropædia, vol. 11, p. 928.

In un libro di Bernhard Lohse si legge: “Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, non vi si trova un’effettiva dottrina della Trinità”. — A Short History of Christian Doctrine, Filadelfia 1966, p. 38.

Un dizionario teologico dice: “Il NT [Nuovo Testamento] non contiene la dottrina della Trinità pienamente elaborata. ‘Nella Bibbia manca l’esplicita dichiarazione che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano della stessa essenza’ [dice il teologo protestante Karl Barth]”. — The New International Dictionary of New Testament Theology, di C. Brown, Grand Rapids 1976, vol. 2, p. 84.

Un docente della Yale University, E. Washburn Hopkins, ebbe a dire: “A Gesù e a Paolo la dottrina della trinità era evidentemente sconosciuta; comunque sia, non ne parlano”. — Origin and Evolution of Religion, New Haven 1923, p. 336.

Lo storico Arthur Weigall osserva: “Gesù Cristo non menzionò mai un fenomeno del genere, e la parola ‘Trinità’ non compare affatto nel Nuovo Testamento. Questa idea fu adottata dalla Chiesa solo tre secoli dopo la morte di nostro Signore”. — The Paganism in Our Christianity, cit., p. 197.


Se non campare nella Bibbia… come nasce la trinità?

La trinità quando divenne una dottrina della cristianità?’

Molti pensano che sia stata formulata al concilio di Nicea, nel 325 d.C.

Non è così ma lì si iniziarono sicuramente a gettarne le basi.

Il concilio di Nicea affermò in effetti che Cristo era della stessa sostanza di Dio, cosa che pose le basi per la successiva teologia trinitaria ma non stabilì la trinità, poiché in quel concilio non si fece menzione dello spirito santo come terza persona di un Dio trino.

Non prendiamo per scontato che la dottrina trinitaria, com’è presentata oggi, subì molte “evoluzioni”.

Per vari secoli l’idea che Gesù fosse Dio, idea in fase di elaborazione, aveva incontrato molta opposizione.

Nel tentativo di risolvere la disputa, l’imperatore romano Costantino convocò tutti i vescovi a Nicea. Solo una parte però, circa 300, partecipò effettivamente alle sessioni del concilio.

Costantino, però, non era neppure “cristiano”.

Ovviamente noi abbiamo imparato che a quell’epoca, di cristiano, non c’era proprio nessuno ma Costantino non lo era neppure formalmente.

Egli non fu battezzato se non in punto di morte e questa è storia.

Riguardo a lui è detto: “Costantino, come suo padre, adorava il Sole invitto; . . . la sua conversione non va interpretata come un’esperienza interiore di grazia . . . Fu una questione militare. La sua comprensione della dottrina cristiana non fu mai molto chiara, ma egli era sicuro che la vittoria in battaglia dipendeva dal favore del Dio dei cristiani”. — Henry Chadwick, The Early Church, Harmondsworth 1967, pp. 122, 124.

Già solo questo dovrebbe gettare un’ombra non solo sui vari concili da lui (e quelli successivi) presieduti ma un cattolico sincero dovrebbe almeno valutare chi fosse davvero il fondatore della sua religione nonché uno dei “santi” più importanti e conosciuti.

Che ruolo ebbe al concilio di Nicea questo imperatore non battezzato e dichiaratamente pagano? L’Encyclopædia Britannica spiega: “Costantino stesso presiedette, guidando attivamente le discussioni, e propose personalmente . . . la formula cruciale che esprimeva la relazione fra Cristo e Dio nel simbolo formulato dal concilio, ‘consustanziale col Padre’ . . . Intimoriti dall’imperatore, i vescovi, con due sole eccezioni, firmarono il simbolo, molti fondamentalmente contro la loro volontà”. — Chicago 1971, vol. 6, p. 386.

Il ruolo di Costantino fu dunque determinante.

Dopo due mesi di accaniti dibattiti religiosi, quest’uomo politico pagano intervenne decidendo a favore dei sostenitori della divinità di Gesù.

Quindi non furono neppure un gruppo di vescovi o di teologi a stabilirlo ma un imperatore pagano.

Perché?

Costantino fu forse convinto biblicamente o ebbe una qualche rivelazione divina?

Ovviamente no: egli non capiva proprio nulla di Bibbia o di questioni escatologiche.

Da buon politico, però, ciò che capiva molto bene era che le divisioni religiose costituivano una minaccia per l’impero, che egli voleva invece consolidare.

Lì si iniziò a propagare l’idea che Gesù fosse della stessa natura di Dio e poi Dio stesso… ma ancora non si parlava di trinità.

Passarono ancora diversi decenni prima che la “dualità” diventasse “trinità” con l’aggiunta dello Spirito Santo.

Per quale motivo?

Se fosse stata una verità biblica… perché furono necessari molti altri anni prima che qualcuno si accorgesse di questa verità?

Come detto, dopo Nicea, il dibattito sull’argomento si protrasse per decenni.

Quelli che credevano che Gesù non era uguale a Dio tornarono addirittura in auge per un certo tempo ma poi l’imperatore Teodosio si schierò contro di loro.

Egli confermò la validità del Simbolo Niceno nel suo impero e nel 381 E.V. convocò il concilio di Costantinopoli per rendere più chiara la formula.

Questo concilio accettò di mettere lo spirito santo sullo stesso piano di Dio e Cristo.

Solo a quel punto, per la prima volta, cominciò a delinearsi la trinità della cristianità.

Tuttavia anche dopo il concilio di Costantinopoli la trinità non divenne una dottrina estesamente accettata.

Molti vi si opposero, attirando su di sé un’intensa persecuzione.

Solo in secoli successivi la trinità fu formulata in maniera ben definita.

L’Encyclopedia Americana afferma: “Il pieno sviluppo del trinitarismo si ebbe in Occidente, con la Scolastica medievale, quando si tentò una spiegazione in termini filosofici e psicologici”. — Op. cit., vol. 27, p. 117.

Ora, onestamente, una persona che ama la Scrittura dovrebbe seguire e dare credito a questo schifo di concili opportunisti e politici?

Per una persona sincera la minima conoscenza storica di queste cose dovrebbe essere più che sufficiente per farsi quantomeno due domande.

Ovviamente è importante accertarsi che tali resoconti storici siano affidabili ma comprendere che la parola e il concetto stesso di trinità non compare se non secoli dopo la morte degli apostoli non dovrebbe essere sufficiente per rigettare questa dottrina?

Chi asserisce di credere che la Bibbia sia la Parola di Dio e sia “utile per insegnare, riprendere, correggere, disciplinare nella giustizia” etc. ha davvero bisogno d’altro o è solo coerenza rigettare una qualsiasi dottrina, a prescindere dalla convinzione o foga con cui viene insegnata, che non compare nella Bibbia?

Una volta compreso che quanto scritto finora è semplicemente storia accertata, c’è davvero bisogno di tante altre parole?


Potremmo continuare con moltissime altre pubblicazioni e resoconti storici che ribadirebbero lo stesso concetto sia su Constatino e i vari concili politici, sia sulla mancanza del concetto trinitario nelle Scritture ma ovviamente, come abbiamo già scritto e qui ribadiamo, queste testimonianze per noi hanno un valore relativo e se non diamo ad esse particolare valore quando insegnano qualcosa che riteniamo antiscritturale, neppure lo facciamo quando dicono quello che crediamo essere vero: alla fine solo la Bibbia traccerà il solco tra il vero e il falso.

Tuttavia è stato necessario citare queste fonti per un eventuale lettore che partisse con la convinzione, preconcetta ed errata, che “tutti gli studiosi” (cattolici e non) sarebbero d’accordo su questa dottrina.

Se anche fosse, questo dimostrerebbe soltanto che essi, come il Signore e gli apostoli avevano correttamente predetto, si allontanarono dalla sana dottrina divenendo di fatto lupi rapaci, falsi profeti, illegali predatori e pura zizzania - Matteo 13:24-30; Atti 20:29, 30; 1 Giovanni 2:18, 19 Comunque sia non è neppure così.

La trinità non è una dottrina accettata da tutti e tra gli stessi trinitari non c’è accordo.

Nei prossimi articoli vedremo diverse scritture, comprese quelle considerate “trinitarie”, cercando di valutarle alla luce del solo contesto biblico e nella maniera più logica e obiettiva possibile.

È chiaro però che questi articoli non sono pensati per chi non ha alcuna intenzione di rimettersi in discussione, per chi cercherà qualsiasi minima ed eventuale imprecisione per costruirci un castello, per chi parte con l’idea di dover difendere la propria religione, orgoglio o tradizione.

Sicuramente questi articoli non sono pensati per i tifosi di squadra o gli adoratori della propria religione.

Come tutti quelli pubblicati finora essi sono indirizzati a quelle persone che forse sono confuse ma che davvero vogliono comprendere la questione alla luce della Sola Scrittura e con l’obiettivo di avvicinarsi a Dio.

Il prossimo articolo, secondo di cinque, affronterà l’importanza dell’onestà intellettuale.


Nota in calce.

Al fine di evitare sciocche ed inutili polemiche questo articolo, e in parte i successivi, ha fatto e farà riferimento a diverse opere di consultazione tra cui l’enciclopedia britannica, l’enciclopedia cattolica e altre.

Vengono citate varie fonti religiose ed in particolare l’opuscolo, edito dalla Watchtower “Dovreste credere nelle trinità?” il quale mette insieme molte fonti extra bibliche comunque storiche e riscontrabili.

Tutte queste fonti servono per introdurre un ragionamento e comprendere l’origine della dottrina trinitaria e non per abbracciare una particolare religione: solo la Bibbia, alla fine, segnerà la distinzione tra il vero e il falso – Giovanni 17:17

In maniera simile il blog di “attenzioneallaprofezia” cita diverse traduzioni bibliche, sia cattoliche che protestanti, senza preoccuparsi di chi l’abbia tradotta.

A noi interessa soltanto che una certa traduzione, da chiunque venga, sia in armonia con la logica del contesto scritturale.


Cosa crediamo in merito a Gesù?

Al fine di evitare fraintendimenti è giusto chiarire cosa crediamo in merito al Signore Gesù e i termini che utilizzeremo nei prossimi articoli.

Ovviamente non crediamo che sia Dio o una parte di Dio ma sappiamo che egli era in cielo prima di venire sulla terra.

Egli stesso dichiarò che era “disceso dal cielo” (Giovanni 3:13) ed in seguito disse ai suoi seguaci: “Che direste, dunque, se vedeste il Figlio dell’uomo [Gesù] ascendere dov’era prima?” — Giovanni 6:62.

Disse anche “Padre, glorificami presso te stesso con la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse” – Giovanni 17:5

Queste scritture sono più che sufficienti per asserire che Gesù non fu solo un uomo e che ebbe una vita in cielo prima di venire sulla terra.

Sappiamo anche che egli è il Primogenito di tutta la creazione ed è chiamato anche “unigenito” – Ebrei 1:5, 6; 1 Giovanni 4:9

Quindi sappiamo che egli ebbe un rapporto privilegiato col Padre, tra le altre cose, collaborando alla creazione di tutto il resto – 1 Corinti 8:6

Prendendo atto di questo, quando parleremo di “divinità di Cristo” non intenderemo affatto dichiarare la parità col Padre, tanto meno insegnare la dualità o la trinità.

Il Figlio di Dio è chiamato esplicitamente “Dio potente” quindi è ovvio parlare della sua divinità ma con questo termine non intendiamo assolutamente identificarlo come un unico Dio con il Padre e lo Spirito Santo e neppure considerarlo coeterno e onnipotente.

 

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