La Bibbia insegna davvero la trinità? - 3° parte
Parte 3 di 5:
esaminiamo onestamente le Scritture
Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo – Giovanni 17:3
Nei precedenti due articoli abbiamo visto come il popolo di Dio, quello vero, era nettamente distinto da tutti gli altri popoli e religioni.
Questa distinzione non riguardava solo le norme morali ma anche il modo di adorare, il modo di vestirsi e atteggiarsi e soprattutto Colui che essi adoravano.
Oggi, invece, queste “enormi distinzioni” si trovano solo nelle chiacchiere dei teologi e ministri vari.
In passato, infatti, si potevano trovare varie forme di adorazione di una “dea madre”, raffigurata spesso con una corona in testa e un bambino in grembo così come possiamo trovare similitudini in oggetti come il rosario, la croce, gli abiti telari e un’infinità di altre cose compresi riti e usanze.
Avremmo potuto fare degli articoli a parte solo per mostrare le tante similitudini tra le religioni antiche e quella “cristiana moderna” ma non è questo lo scopo di questi articoli.
Se siete onesti e avete osservato anche per poco le immagini postate, non è possibile negarlo.
Lo stesso vale anche, e soprattutto, per la cosiddetta trinità.
Al netto delle discussioni escatologiche che vorrebbero ostentare chissà quali profonde differenze, diverse popolazioni antiche adoravano triadi di dei che erano contemporaneamente uno e tre.
Una cosa è sicura: non c'erano tamte similitudini tra il popolo di Dio descritto nella Bibbia e i popoli circonvicini.
Non c’era alcuna possibilità di trovare una similitudine, neppur minima, tra i figli di Israele (fedeli) e il resto del mondo – Amos 3:1-2
Per coloro che studiano la Bibbia con sincerità queste similitudini non sono casuali anzi, hanno uno scopo, e soprattutto sono un marchio ben preciso ma a prescindere da questo… se qualcuno volesse anche discutere questa interpretazione sarà un po' difficile confutare un fatto, storico e indiscutibile, che la dottrina trinitaria (come diverse altre) venne fuori per la prima volta soltanto nel quarto secolo dopo Cristo.
Solo questo dovrebbe suonare molto strano a coloro che sostengono essere una dottrina biblica.
Se la trinità fosse una dottrina biblica, addirittura chiara e scontata a sentire alcuni, non sembra strano che si inizi a parlarne così tardi?
Infine si è parlato di onestà intellettuale e dei vari giochi di parole ed escamotage a cui la gente si aggrappa pur di non essere costretta a rivedere le proprie credenze.
Nella speranza che tu, lettore, non sia tra questi, questo articolo esaminerà diverse scritture bibliche nei loro contesti e mostrerà come la Bibbia, lungi dall’essere fumosa, è molto chiara sotto questo aspetto.
Lascerai che la Scrittura, e solo la Scrittura, modelli le tue convinzioni, o ti aggrapperai a ciò che ti è stato insegnato e a cui forse ti sei affezionato?
Le religioni sono costruzioni umane. La Bibbia è Parola di Dio. Chi segui tu? - Giovanni 17:17; 2 Timoteo 3:16, 17 |
Chi era il Dio di Gesù?
Gesù chiamò Dio “il solo vero Dio” - Giovanni 17:3
Ammettiamo, per amore del ragionamento, che fosse “la parte umana” di Gesù a parlare e non la parte divina.
Rimane il fatto che la scrittura dice che Dio “lo ha mandato”, giusto?
Ora, chi “manda” è superiore a colui che è mandato - confronta Matteo 8:8, 9
Se Gesù fosse stato contemporaneamente “uomo e Dio” rimarrebbe il fatto che Qualcuno avrebbe mandato non solo l’uomo ma anche Dio sulla terra, giusto?
Anche in questo caso bisogna sempre fare “ragionamenti ingarbugliati” per far stare in piedi un concetto che in ogni caso non sta in piedi.
Se Gesù fosse stato Dio egli avrebbe detto “Ho tanto amato il mondo che sono venuto sulla terra”, stop.
Dicendo invece “Lui mi ha mandato” sta dicendo semplicemente “mi ha mandato” e quindi attestando la sua sottomissione e inferiorità.
Non solo, ma anche volendo fare i soliti giochini semantici rimarrebbe il fatto che egli, Gesù, ricevette il comando di andare quando era ancora in cielo, giusto?
In cielo, ovviamente, non si può filosofare sulla “parte umana” sottomessa a se stesso – 1 Corinti 15:50
Se Gesù era Dio, quand’era in cielo doveva essere semplicemente Dio (ciò vale a dire che nessuno gli era superiore e nessuno poteva inviarlo).
Gesù, nella sua esistenza preumana, fu “il primogenito di tutta la creazione” o, come traduce la Nuova Riveduta “il primogenito di ogni creatura” – Colossesi 1:15
Fu “il principio della creazione di Dio” - Apocalisse 3:14
“Principio” [greco archè] non significa ‘principiatore’ o originatore della creazione di Dio.
Nei suoi scritti biblici Giovanni usa più di 20 volte la parola archè, e sempre nel comune significato di “principio”.
D’altronde questo è il semplicissimo, unico e diretto significato di “primogenito” – Ebrei 1:6
Ovviamente chiunque leggesse questa parola, in qualunque contesto e cultura, capirebbe semplicemente che si sta parlando di un “primo nato”.
Nessuno ci girerebbe troppo attorno come d’altronde nessuno filosoferebbe sul concetto di Padre e Figlio.
Nessuno sano di mente discuterebbe, mai, su chi è nato prima tra padre e figlio e nessuno ipotizzerebbe che siano “nati insieme” o che fossero, più assurdamente ancora, la stessa cosa.
Per qualche strano motivo però… tutti questi concetti assolutamente diretti, semplici e addirittura banali diventano immediatamente nebulosi e incomprensibili quando si parla di religione.
Non è proprio quello che si direbbe “verità rivelata ai bambini”, vi pare? - Matteo 11:25, 26
E’ vero che Gesù, con questa espressione, stava indicando le persone umili e semplici e non specificamente i bambini ma il principio non cambia.
Un bambino che leggesse di un Padre e di un Figlio capirebbe semplicemente questo: c’è un Padre, c’è un Figlio.
Prenderebbe assolutamente alla lettera le parole del Signore sentendogli dire “Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” – Giovanni 20:17
Dio può essere tentato?
In Matteo 4:1 si legge che Gesù fu “tentato dal Diavolo”.
Dopo aver mostrato a Gesù “tutti i regni del mondo e la loro gloria”, Satana disse: “Ti darò tutte queste cose se ti prostri e mi fai un atto di adorazione” - Matteo 4:8, 9
Satana stava cercando di indurre Gesù a essere sleale nei confronti di Dio.
Ma che prova di lealtà sarebbe stata quella se Gesù fosse stato Dio?
Poteva Dio ribellarsi a se stesso? Ovviamente no.
Poteva una parte di Dio, coeterna e onnipotente, equivalente alle altre due, ribellarsi? E a chi, poi?
Ma angeli e uomini potevano ribellarsi a Dio, sì, come infatti fecero.
La tentazione di Gesù ha senso solo se egli non era Dio ma un essere distinto da lui, inferiore e dotato di libero arbitrio, che se avesse voluto avrebbe anche potuto essere sleale, come un qualsiasi angelo o un qualsiasi uomo.
Del resto è impensabile che Dio potesse peccare e sarebbe impossibile anche essere sleali a se stessi.
“La sua attività è perfetta . . . Un Dio di fedeltà, . . . egli è giusto e retto” - Deuteronomio 32:4
Perciò, se Gesù fosse stato Dio, non avrebbe potuto essere tentato anche nell’ipotesi che egli avesse avuto due nature — Giacomo 1:13.
La natura divina avrebbe reso nulla qualsiasi tentazione.
Gesù però, non essendo affatto Dio, poteva, almeno potenzialmente, divenire sleale.
Egli rimase fedele dicendo: “Va via, Satana! Poiché è scritto: ‘Devi adorare Yahweh il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’” — Matteo 4:10.
Mediatore tra Dio e gli uomini
Una delle ragioni principali per cui Gesù venne sulla terra può essere illuminante in merito alla trinità.
La Bibbia afferma: “Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti ”. — 1 Timoteo 2:5, 6, Nuova Riveduta
Gesù, né più né meno che un uomo perfetto, divenne un riscatto che compensò esattamente ciò che Adamo aveva perso: il diritto alla vita umana perfetta sulla terra.
Giustamente Gesù poté quindi essere definito “l’ultimo Adamo” dall’apostolo Paolo, che nello stesso contesto dice: “Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi” - 1 Corinti 15:22, 45
La perfetta vita umana di Gesù fu il “riscatto corrispondente” richiesto dalla giustizia divina: né più né meno.
Se però Gesù avesse fatto parte della Divinità, il prezzo di riscatto sarebbe stato infinitamente più alto di ciò che richiedeva la stessa Legge di Dio - Esodo 21:23-25; Levitico 24:19-21
Non era stato Dio a peccare in Eden, ma soltanto un uomo, Adamo.
Perciò il riscatto, per essere davvero conforme alla giustizia di Dio, doveva essere un esatto equivalente: un uomo perfetto, un secondo o “ultimo Adamo”.
Così quando Dio mandò Gesù sulla terra come riscatto fece in modo che Gesù divenisse quanto richiesto dalla giustizia: non un’incarnazione, non un uomo-dio, ma un uomo perfetto, “inferiore agli angeli” - Ebrei 2:9; confronta Salmo 8:5, 6
Come se la spiegano questa scrittura coloro che insegnano che Gesù fosse contemporaneamente uomo e Dio?
Se così fosse stato, egli non sarebbe stato di certo “inferiore agli angeli”, in nessun momento della sua vita, e di certo non sarebbe stato l’equivalente di Adamo – Ebrei 2:9
Come avrebbe potuto una parte di una Divinità Onnipotente — Padre, Figlio o spirito santo — essere mai inferiore agli angeli?
Cosa significa “Figlio unigenito”?
Come abbiamo visto anche prima, la Bibbia chiama Gesù l’“unigenito Figlio” di Dio - Giovanni 1:14; 3:16, 18; 1 Giovanni 4:9
I trinitari dicono che essendo Dio eterno, anche il Figlio di Dio è eterno.
Ma come può uno essere figlio e nello stesso tempo coetaneo del padre?
I trinitari affermano che nel caso di Gesù “unigenito” non abbia il senso che i vocabolari attribuiscono a “generare”, e cioè quello di “procreare”, “far nascere”.
Dicono che nel caso di Gesù abbia “il senso di relazione senza principio”, estranea a qualsiasi dimensione temporale - W. E. Vine, An Expository Dictionary of New Testament Words, Londra 1973, vol. III, p. 140
Vi sembra logico?
Può un uomo divenire padre di un figlio senza procrearlo, senza dargli la vita?
A questo punto potremmo trovare scritto qualsiasi cosa, proprio qualsiasi cosa, e farci spiegare dai trinitari un senso diametralmente opposto a quello che c’è semplicemente scritto.
Potrebbe scendere Gesù, adesso, in carne ed ossa o anche in spirito e ribadire con forza “Il Padre è maggiore di me” ma sentire poi i trinitari, nella loro benevolenza, spiegarci che... “non intendeva dire che è veramente maggiore di lui…”.
Sicuramente un tempo si finiva al rogo per aver osato “dissentire” dalla loro suprema interpretazione.
Purtroppo per loro, come anche per le religioni cosiddette “protestanti”, adesso la Bibbia è disponibile quasi a chiunque e non è così facile dire tutto ed il contrario di tutto davanti ad un testo ed un contesto chiaro.
Non è sicuramente facile far credere qualsiasi cosa ad una persona che leggesse la Bibbia con un minimo di onestà e senza troppi “filtri religiosi”.
Inoltre, come mai la Bibbia usa la stessa parola greca resa “unigenito” per descrivere la relazione esistente fra Isacco e Abraamo?
Ebrei 11:17 parla di Isacco come del figlio “unigenito” di Abraamo.
Non possono esserci dubbi che Isacco fosse unigenito nel senso comune del termine, non uguale al padre in quanto a età o posizione.
Sia nel caso di Gesù che in quello di Isacco la parola greca tradotta “unigenito” è monogenès, che deriva da mònos, “unico”, e gìnomai, “generare”, “divenire (venire all’esistenza)”.
Monogenès è quindi definito “unico nato, unigenito, cioè figlio unico”. — Edward Robinson, A Greek and English Lexicon of the New Testament, New York 1850.
Su quali basi possiamo asserire che la stessa identica parola su Isacco abbia un significato mentre su Gesù abbia tutt’altro significato?
Gesù, il Figlio unigenito, ebbe dunque un principio e l’Iddio Onnipotente può essere giustamente chiamato il suo Genitore, o Padre, nello stesso senso di un padre terreno, come Abraamo, che genera un figlio - Ebrei 11:17
Perciò, quando la Bibbia parla di Dio come del “Padre” di Gesù, intende proprio questo.
Dio è il maggiore, Gesù è il minore, sia sotto l’aspetto temporale che in quanto a posizione, potenza e conoscenza.
Gesù era considerato Dio da chi gli era vicino?
Mentre nella Bibbia Gesù è spesso chiamato il Figlio di Dio, nessuno nel I secolo pensò mai che egli fosse “Dio il Figlio”.
Persino i demoni, i quali ‘credono che c’è un solo Dio’, sapevano per esperienza — vivendo nel reame spirituale — che Gesù non era Dio.
Infatti gli si rivolsero chiamandolo correttamente “Figlio di Dio” - Giacomo 2:19; Matteo 8:29
Quando i soldati romani pagani dissero, ripetendo ciò che avevano sentito dagli apostoli di Gesù, ‘questi era certamente il Figlio di Dio’, intesero forse “Dio il Figlio” o semplicemente “il Figlio di Dio”? — Matteo 27:54.
E’ abbastanza emblematico che i soldati romani, pagani, ascoltando gli apostoli capirono una semplice verità che i sedicenti cristiani di oggi proprio non riescono a capire.
L’espressione “Figlio di Dio” indica Gesù come essere creato a sé stante, non come parte di una trinità.
I discepoli inoltre consideravano Gesù come il “solo mediatore fra Dio e gli uomini”, non come Dio stesso - 1 Timoteo 2:5
Ora, onestamente, come si può essere mediatori di se stessi?
Forse la “parte umana” di Gesù doveva fare da mediatore alla parte divina di modo da convincere se stesso?
Non un “filosofo” né un tifoso di squadra ma un bambino sicuramente arriva a capire che, poiché per definizione il mediatore dev’essere persona diversa da colui che necessita della mediazione, sarebbe assolutamente illogico insinuare che Gesù fosse nello stesso tempo mediatore e mediato.
Al di là dei dibattiti stupidi, la Bibbia è chiara e coerente nell’esporre la relazione che c’è fra Dio e Gesù.
E tale relazione è quella di un Padre con Suo Figlio.
Yahweh Dio è il solo e Unico Dio Onnipotente.
Egli creò direttamente Gesù nella sua esistenza preumana.
Gesù ebbe quindi un principio e non può essere uguale a Dio in potenza o eternità.
La trinità o dualità esiste, certo… ma solo nella mente ottenebrata e macchinosa di coloro che hanno abbandonato il sano insegnamento – Geremia 8:8, 9; 2 Timoteo 4:3, 4
Gesù stesso si considerò mai Dio?
Il Signore Gesù stesso non pretese mai di essere Dio.
Tutto ciò che disse e fece indica che non si considerava in alcun modo uguale a Dio: né in potenza, né in conoscenza, né sotto il profilo temporale.
In ogni periodo della sua esistenza, sia in cielo che sulla terra, il suo modo di parlare e di agire rivelarono la sua subordinazione a Dio.
Più volte Gesù mostrò che era una creatura distinta da Dio e che egli aveva un Dio sopra di sé che adorava, un Dio che chiamava “Padre”.
Come abbiamo già scritto in Giovanni 20:17 egli disse a Maria Maddalena: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” e in 2 Corinti 1:3 l’apostolo Paolo conferma questa relazione, dicendo: “Sia Benedetto il Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo”.
Poiché Gesù aveva un Dio, il Padre suo, non poteva nello stesso tempo essere quel Dio.
Anche qui la Scrittura attesta che Egli non è solo suo Padre ma è anche il suo Dio.
Ora in che senso gli era Dio e Padre anche volendo portare avanti la storiella delle due nature di Gesù?
Era Padre solo della sua parte umana? Era il Dio della sua parte umana ma non il Dio della sua parte divina in quanto sarebbero stati pari?
L’apostolo Paolo parla senza problemi di Gesù e di Dio come di due realtà nettamente distinte: “Per noi c’è un solo Dio, il Padre, . . . e un solo Signore Gesù Cristo” - 1 Corinti 8:6, CEI
L’apostolo ribadisce questa distinzione quando dice: “Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti” - 1 Timoteo 5:21, CEI
Se è logico supporre che Dio e Gesù siano la stessa persona, allora dovremmo per logica concludere che lo sono anche “gli angeli eletti”.
Significative sono anche le parole di Gesù riportate in Giovanni 8:17, 18: “Nella vostra stessa Legge è scritto: ‘La testimonianza di due uomini è vera’. Io sono uno che rende testimonianza di se stesso, e il Padre che mi ha mandato rende testimonianza di me”.
Qui Gesù mostra che lui e il Padre, cioè l’Iddio Onnipotente, devono essere due entità distinte, perché altrimenti come potrebbero esserci davvero due testimoni?
Qua Gesù viene già “ripreso” dai farisei che gli dicono che la sua testimonianza non è valida perché egli darebbe “testimonianza a se stesso” ma alla fine dirima la questione dicendo “Il Padre che mi ha mandato rende testimonianza di me”.
Ora immaginiamo come si sarebbe risolta la questione se egli fosse stato lo stesso Dio che mandava se stesso.
In pratica starebbe ingannando gli accusatori facendo credere che c’era una seconda persona come testimone (e quindi validando la sua testimonianza) quando in realtà non c’era, visto che era sempre lui.
In pratica non erano due testimoni ma solo uno… che per giunta dava testimonianza a se stesso.
Gesù quindi mentì o, come fanno tanto i ministri religiosi e i politici, giocò con le parole per ingannare gli ascoltatori?
Oppure è più corretto e rispettoso concludere che, quando Gesù disse che c’era un secondo testimone, c’era effettivamente un secondo testimone?
Guarda caso, questa sarebbe stata l’occasione d'oro, l'occasione veramente perfetta per tirare fuori la terza persona della trinità ovvero lo Spirito Santo.
Gesù avrebbe potuto anche non dare “testimonianza a se stesso” come dissero i farisei, ma dire “Ho due testimoni che rendono testimonianza di me: il Padre e lo Spirito Santo”.
A questo punto non ci si sarebbe più potuti attaccare a nulla, no?
Strano che Gesù “dimenticò” un testimone così importante (che era addirittura coeterno e onnipotente come lui e il Padre) in una diatriba dove servivano due testimoni.
Gesù mostrò pure di non essere Dio anche quando disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo” - Marco 10:18
Qui Gesù stava dicendo che nessuno è buono quanto Dio, nemmeno Gesù stesso.
Il grado di bontà di Dio è tale da distinguerlo anche da Gesù.
Umile servitore di Dio
Più volte Gesù fece affermazioni di questo genere: “Il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre” - Giovanni 5:19
“Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” - Giovanni 6:38
“Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato” - Giovanni 7:16
Interessante è anche un'illustrazione che Gesù fece circa una vigna.
Egli paragonò Dio, suo Padre, al proprietario di una vigna che, dovendo andare all’estero, affidò la vigna a dei coltivatori, che rappresentavano il clero giudaico.
A suo tempo il proprietario mandò uno schiavo per farsi dare parte del frutto della vigna, ma i coltivatori picchiarono lo schiavo e lo mandarono via a mani vuote.
Il proprietario mandò allora un secondo e un terzo schiavo, ai quali però fu riservato lo stesso trattamento.
Infine il proprietario disse: “Manderò il mio figlio diletto. Forse lui lo rispetteranno”... ma quei perfidi coltivatori si dissero “‘Costui è l’erede; uccidiamolo, affinché l’eredità divenga nostra’. Allora lo gettarono fuori della vigna e lo uccisero” - Luca 20:9-16
Gesù illustrò così la sua posizione di inviato di Dio per compiere la volontà di Dio, proprio come un padre invia un figlio che gli è sottomesso.
C’è qualcosa, in questa illustrazione, che vi fa pensare che il padre e l’erede fossero la stessa persona?
I seguaci di Gesù lo considerarono sempre un servitore di Dio a Lui sottomesso, non uno uguale a Dio.
Pregarono Dio con espressioni come queste: “Il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, . . . perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù”. — Atti 4:23, 27, 30
Anche nel caso della storiella delle “due nature di Gesù”, come si spiega che fosse il “servo di Dio”?
Forse la natura umana di Gesù era serva della parte divina?
Sì perché, non dimentichiamolo, la dottrina trinitaria non dice solo che essi sono onnipotenti, coeguali e coeterni ma anche che sono “un unico Dio”.
Quindi, in qualche modo, la parte umana di Gesù doveva essere “serva” della sua stessa parte divina.
È assolutamente logico, limpido e ragionevole, non è vero?
Proprio all’inizio del ministero di Gesù, quando questi uscì dall’acqua in cui era stato battezzato, si udì la voce di Dio dal cielo dire: “Questo è mio Figlio, il diletto, che io ho approvato” - Matteo 3:16, 17
Dio stava forse dicendo di essere figlio di se stesso, di aver approvato se stesso, di aver inviato se stesso?
Oppure Dio stava dicendo di aver “approvato” la sua parte umana? Perché avrebbe potuto “non approvarla”?
Sembra davvero inutile e ridondante ripeterlo ma, esattamente come colui che manda è superiore a colui che è mandato, anche colui che approva è superiore a colui che è approvato.
Di certo l’approvatore e l’approvato non possono essere la stessa persona.
Gesù additò la superiorità del Padre quando disse: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri”- Luca 4:18
L’unzione costituiva l’autorizzazione o l’affidamento di un incarico da parte di un superiore a qualcuno che non aveva ancora tale autorità.
Samuele, ad esempio, unse il giovane Davide quando era solo un pastorello – 1 Samuele 16:4-13
Qui il superiore è
chiaramente Dio, poiché unse Gesù, conferendogli un’autorità che
precedentemente non possedeva (e questo la dice molto lunga sui ministri della cristianità che si sono "inviati" e "unti" da soli).
Gesù mise in risalto la superiorità del Padre quando la madre di due suoi discepoli chiese che i suoi figli sedessero uno alla destra e l’altro alla sinistra di Gesù quando egli sarebbe stato nel suo Regno.
Gesù rispose: “Non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio”, cioè da Dio - Matteo 20:23
Se Gesù fosse stato l’Iddio Onnipotente, sarebbe stato compito suo assegnare quei posti.
Ma Gesù non poteva concederli semplicemente perché lui non era Dio.
Per la millesima volta vediamo che anche la storiella delle “due nature” di Gesù non regge alla logica più elementare.
Se la parte “umana” di Gesù non poteva concedere un tale privilegio, sicuramente avrebbe potuto farlo quella divina, giusto? Perché "la parte divina" di Gesù va bene quando dice che ha il potere di perdonare i peccati (e questo, per i trinitari, sarebbe la dimostrazione che era Dio) e invece non va bene quando deve concedere i posti nel Regno?
Di fatto si stava parlando di quando egli sarebbe stato nel suo regno, non di qualche posizione lì sulla terra o in quel momento.
Anche e soprattutto le preghiere di Gesù sono un chiaro esempio della sua posizione.
Quando stava per essere ucciso mostrò chi era superiore chiedendo in preghiera: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” - Luca 22:42
A chi rivolse quella
preghiera? A una parte di se stesso?Chiese a se stesso o alla sua parte divina di togliergli quella terribile prova?
No, la rivolse a qualcuno che era nettamente distinto da lui, il Padre suo, Dio, la cui volontà era superiore e poteva non coincidere con la propria.
Dio era il Solo che avrebbe potuto ‘allontanare quel calice’.
In punto di morte, Gesù gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” - Marco 15:34, CEI
A chi si stava rivolgendo Gesù? A se stesso o a una parte di se stesso?
Quel grido, “Dio mio”, non poteva certo essere pronunciato da qualcuno che pensava di essere Dio.
E se Gesù era Dio, da chi era stato abbandonato?
Gesù disse pure: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito” - Luca 23:46
Se Gesù era Dio,
perché mai avrebbe dovuto affidare il suo spirito al Padre? Anche per coloro che credono nell'anima immortale e distinguono l'anima immortale da risurrezione... che senso hanno queste parole? Perché avrebbe dovuto affidare "il suo spirito" al Padre se lui, o una parte di lui, era Dio?
Dopo la morte, Gesù rimase nella tomba per tre giorni.
Se egli era Dio, allora Abacuc 1:12 ha torto quando dice: “O mio Dio, mio Santo, tu non muori”… e qui, soprattutto le religioni evangeliche si sperticano per insegnare un’anima immortale come cosa distinta dalla risurrezione.
In pratica Gesù sarebbe morto… ma nello stesso tempo non sarebbe mai morto.
Ma la Bibbia dice che Gesù morì veramente e rimase inconscio nella tomba – Apocalisse 1:18
Solo dopo la sua risurrezione (unica via per tornare in vita) egli venne alla vita “per i secoli dei secoli”.
Chi risuscitò Gesù dai morti?
Se era veramente morto, non poteva risuscitare se stesso.
Se non era veramente morto, la sua finta morte non avrebbe pagato il prezzo di riscatto per il peccato di Adamo.
Ma egli pagò appieno quel prezzo morendo veramente.
Come è scritto, “Dio lo ha risuscitato [Gesù], sciogliendolo dalle angosce della morte” - Atti 2:24, CEI
L’Iddio Onnipotente risuscitò Gesù: concetto semplicissimo da capire per le persone che non devono difendere la propria religione ma, ovviamente, concetto assolutamente impossibile da capire per chi una religione ce l’ha e non intende ridiscuterla.
La capacità di Gesù di compiere miracoli, come quello di risuscitare i morti, è una prova che fosse Dio o un uomo-Dio?
Allora anche gli apostoli e i profeti Elia ed Eliseo lo furono.
Essi ebbero quel potere, certo, ma ciò non li rese Dio e neppure superiori agli altri uomini in quanto a natura.
Dio diede il potere di compiere miracoli ai profeti, a Gesù e agli apostoli come prova del Suo sostegno ma non per questo essi divennero parte di un Dio in più persone.
La conoscenza di Gesù era grande ma non illimitata
Oltre alla scrittura di Marco 13:32 che abbiamo già commentato, in Ebrei 5:8 leggiamo che Gesù “imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì”.
Possiamo immaginare che Dio debba imparare qualcosa?
No, mentre Gesù lo fece, perché a differenza di Dio egli non sapeva tutto.
Egli dovette imparare qualcosa che Dio non ha mai avuto bisogno di imparare: l’ubbidienza.
Dio non deve ubbidire a nessuno.
Ma forse era la parte umana di Dio a dover imparare l’ubbidienza?
E a chi?
La differenza fra ciò che sa Dio e ciò che sa Cristo rimase anche quando Gesù fu risuscitato alla vita celeste per essere con Dio.
Si notino le parole iniziali dell’ultimo libro della Bibbia: “Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede” - Apocalisse 1:1
Se Gesù fosse stato la seconda persona della trinità, avrebbe avuto bisogno di ricevere una rivelazione da un’altra persona della trinità?
Difficilmente qui ci si può appellare alla sua “parte umana” perché quelle parole furono dettate quando ormai Gesù era in cielo, glorificato, non più un uomo.
Insomma per allora doveva semplicemente essere una parte della trinità.
Perché ebbe bisogno, allora, che qualcun altro gli desse la rivelazione?
Chi diede a Dio la rivelazione?
Al di là delle acrobazie semantiche che ministri della cristianità, filosofi e teologi vari possono fare per cercare di cambiare il senso delle tante scritture citate, rimane il fatto che Gesù continuò a rimanere sottomesso al Suo Dio e Padre anche una volta tornato in cielo.
Parlando della risurrezione di Gesù, Pietro e quelli che erano con lui dissero al Sinedrio ebraico: “Dio lo ha esaltato [Gesù] . . . alla sua destra” - Atti 5:31
In maniera simile Paolo disse: “Dio lo ha esaltato a una posizione superiore” - Filippesi 2:9
Se Gesù fosse stato Dio, come avrebbe potuto essere esaltato, cioè innalzato a una posizione superiore a quella che aveva prima?
Se era una parte di Dio, come poteva essere esaltato ulteriormente e in ogni caso, chi mai avrebbe potuto esaltarlo?
Se prima di essere esaltato Gesù fosse stato uguale a Dio, esaltarlo ulteriormente (ammesso che sia concettualmente possibile esaltare una parte di Dio Onnipotente) questo lo avrebbe reso superiore a Dio.
Paolo dice anche che Cristo entrò “nel cielo stesso, allo scopo di presentarsi, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore” - Ebrei 9:24, CEI
Se si compare al cospetto di qualcuno, come si può essere quel qualcuno?
Deve necessariamente trattarsi di due individui diversi.
Analogamente il martire Stefano prima di essere lapidato “fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra” - Atti 7:55, CEI
Chiaramente vide due
esseri distinti (uno alla destra dell’Altro) e, tra l’altro,
ennesima coincidenza inspiegabile, egli non vide nessuno spirito
santo, nessuna Divinità trina. Strano che neppure in punto di morte si vide la terza persona della trinità...
In Apocalisse da 4:8 a 5:7, Dio — non Gesù — è seduto sul suo trono celeste.
Gesù deve avvicinarsi a Dio per prendere un rotolo dalla mano destra di Dio.
Anche questo mostra che in cielo Gesù non è Dio.
È davvero così
difficile o così interpretabile? Quante altre scritture servono per ribadire lo stesso concetto?
Infine 1 Corinti 15:24, 28 la Bibbia dice: “...poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza (…) Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti” – Nuova Riveduta
Come mai una parte della trinità, coeterna, increata e onnipotente, parte di un unico Dio, dovrebbe consegnare il Regno a Dio?
Come mai una parte della trinità, coeterna, increata e onnipotente, parte di un unico Dio, dovrebbe sottomettersi a Dio? Chi si sottomette a Dio? La parte umana di Dio?
Che senso ha dire
“affinché Dio sia tutto in tutti” se anche il Figlio era Dio? E come si può consegnare qualcosa a qualcuno se quel qualcuno è sempre la stessa persona?
La Bibbia, parola di Verità, è chiarissima su questo punto.
Non solo l’Iddio Onnipotente, Yahweh, è distinto da Gesù, ma gli è sempre stato superiore e sempre lo sarà.
Gesù, anche da potentato risuscitato è sempre presentato come servitore di Dio, distinto da lui.
Per questo la Bibbia
dice chiaramente che “il capo del Cristo è Dio”, così come “il
capo di ogni uomo è il Cristo” - 1 Corinti 11:3
Gesù non è Dio e mai pretese di esserlo.
Questa verità è talmente chiara, ripetuta mille volte e così lampante che sempre più trinitari sono costretti a riconoscerlo.
Ovviamente molti continuano a credere alla trinità ma almeno sono costretti ad ammettere di rifarsi ai “padri della chiesa” o ai propri ministri, non certo alla Scrittura.
Se per qualcuno è giusto mettere la tradizione sopra la Bibbia, lo valuti da se – Matteo 15:5-8
Per noi la Bibbia, e solo la Bibbia, ha la prima e l’ultima parola su questo argomento – Giovanni 17:17
Anche le religioni protestanti si facciano qualche domanda.
Esse non hanno certo
partecipato al concilio di Nicea o di Costantinopoli e spesso sono le
prime a criticare il cattolicesimo o l’ortodossia per quella o quell'altra dottrina.
Perché, dunque, millantare tante diversità se poi, alla fine, hanno abbracciato le stesse identiche falsità?
Essi vorrebbero sbandierare una certa diversità dai cattolici o dagli ortodossi ma sono davvero qualcosa di diverso o semplicemente due facce della stessa medaglia? - 2 Corinti 11:13-15; vedi anche Matteo 7:22, 23
Il prossimo articolo tratterà lo Spirito Santo, soggetto che, come abbiamo visto, compare solo qualche volta e sempre come ultimo della fila.
Anche sotto questo aspetto la Bibbia è molto chiara.
Prima di leggere il prossimo articolo, però, forse l’unica domanda importante che il lettore si dovrebbe fare è “Io voglio davvero capire ciò che la Bibbia insegna? Sono pronto ad accettare ciò che verrà fuori a prescindere dei miei affetti e dalle mie abitudini?”
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