SATANA E I DEMONI ESISTONO DAVVERO? (2 parte)

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, alcuni sostengono che Satana e i demoni, intesi come creature spirituali malvagie, non siano concetti realmente insegnati dalla Scrittura.
Secondo la loro interpretazione, quando non sono traduzioni errate e capziose del traduttore, allora indicano il male presente in ognuno di noi.
Per dimostrare la disonestà intellettuale di certi traduttori, essi faranno un lungo elenco di scritture in cui compare la parola “oppositore” che in certi casi è stata tradotta “Satana” mentre in altri semplicemente “ostacolo” o qualcosa di simile.
Ad esempio citeranno la scrittura di Genesi 26:21 che dice Quando i suoi servitori iniziarono a scavare un altro pozzo, scoppiò un litigio anche per quello. Perciò Isacco lo chiamò Sitna.
Leggendo il contesto si capisce che Isacco subisce persecuzione da parte dei pastori filistei i quali rivendicano continuamente la proprietà di tutti i pozzi che il patriarca scavava nel loro territorio (Gherar) per procurarsi da bere. Ad ogni pozzo che Isacco scavava, veniva assegnato un nome specifico, e in questo caso viene chiamato «Sitnàh».
Cosa significa questo nome?
Il termine sitnàh ha la stessa radice di satàn, ovvero stn, che significa “ostacolo”.
Questo perché i pastori di Abimelec si opposero al fatto che Isacco che si impossessasse di quel pozzo.
L’osservazione che in genere si fa è che da quel pozzo non sbucavano né diavoli né demoni ma semplicemente acqua.
Allo stesso modo faranno una lunga carrellata di scritture in cui “satàn” non viene personificato mentre in altre sì.
Questa è un’osservazione davvero necessaria e ragionevole?
Sarebbe stato ragionevole personificare quel pozzo (o meglio: l’opposizione che si era creata a motivo di quel pozzo) chiamandolo “Satana” e non semplicemente ostacolo o accusa?
Ovviamente no.
A parte il fatto che le due parole condividono semplicemente la stessa radice (sitnàh non è satàn) è la semplice lettura del contesto a far comprendere se si sta parlando di un generico contrasto.
Citeranno Numeri 22:32 dove l’angelo di Geova si pone come ostacolo a Balaam e chiederanno “Perché non è stato tradotto Satana?” e così via.
Una volta stabilito che Satana non è un nome personale, non è assolutamente ovvio che questa parola comparirà tutte le volte che si parlerà di ostacoli o di accuse?
È davvero “disonestà del traduttore” o è semplice, addirittura elementare, logica?
Coloro che studiano la Bibbia senza pregiudizi non si fermeranno alla singola parola (che estrapolata può significare qualsiasi cosa) ma si sforzeranno di comprendere il significato dell’intero episodio leggendo il contesto.
Chiarito questo, nell’articolo precedente abbiamo visto come i primi quattro assunti utilizzati per dimostrare l’inesistenza di Satana non sono validi.
Le superstizioni e le favolette che girano su Satana non ci riguardano; il fatto che l’uomo abbia tendenze malvagie fin dalla giovinezza non prova affatto che Satana non esista; il fatto che Satana e Diavolo siano titoli non dimostra che non esista una persona reale a cui si applicano questi titoli in maniera assoluta e il fatto che Dio sia Onnipotente e Buono non dimostra che Satana non possa esistere (al massimo può dimostrare che non esisterà per sempre).
Valutiamo attentamente le osservazioni successive.

Satana non è mai entrato nella mentalità ebraica?

Una delle obiezioni più forti che si fanno in merito a Satana e ai demoni è che essi non siano mai entrati nella mentalità ebraica.
Ogni volta che si citerà una Scrittura che parla chiaramente di Satana essi diranno che se non si capisce come ragionavano gli ebrei dell’epoca, allora non si può capire cosa volessero davvero dire.
Una maniera abbastanza soft per dire “Se non sei ebreo, allora non puoi capire”.
Ovviamente nessuna persona obiettiva vorrà sminuire l’importanza di conoscere questa “mentalità ebraica” per comprendere meglio tante cose.
La Bibbia stessa ci fa capire che “tutto ciò che fu scritto anteriormente, fu scritto per nostra istruzione” e l’apostolo Paolo si riferiva alle Scritture ebraiche - Romani 15:4
Uno dei problemi di molti sedicenti cristiani è proprio quello di aver “tagliato i ponti” con le Scritture ebraiche, pensando probabilmente che esse non sarebbero servite perché “superate”.
Ovviamente questa è una pericolosa falsità: tutti coloro che si limitano a studiare le Scritture greche (a patto che le studino) non capiranno il senso di molte espressioni e situazioni e non potranno certo comprendere vari tipi e antitipi utili per comprendere non solo la volontà di Dio ma anche la Sua Personalità – confronta Luca 4:16-21; Giovanni 2:16, 17
Questo è probabilmente uno dei principali motivi per cui molte religioni “cristiane” hanno permesso l’intrusione di molte filosofie greche senza neppure accorgersene – Colossesi 2:8
Questo però significa che un sincero studioso della Bibbia non avrebbe alcuna possibilità di comprendere il messaggio biblico non essendo “di mentalità ebraica”? - Proverbi 2:1-5
Questo non è in armonia con la Scrittura la quale, infatti, sarebbe stata predicata in lungo e in largo a persone di tutte le nazioni.
Il messaggio biblico avrebbe incontrato persone di cultura completamente diversa da quella ebraica ma non per questo la comprensione del messaggio sarebbe stata loro negata – Atti 10:34
L’autore di questo articolo, tra l’altro, è convinto che sarà proprio un “rimanente ebraico” a ristabilire la vera adorazione ma anziché accettare l’autorità di chi dice “io sono io” preoccupiamoci di vedere se certe affermazioni sono in armonia con tutta la Scrittura – 2 Timoteo 3:16, 17
Anche coloro che ripristineranno la vera adorazione non potranno certo andare contro la Scrittura.
Il cristiano dovrebbe forse accettare le parole di chicchessia anche quando queste vanno contro la logica più elementare e il contesto scritturale?
Ovviamente no: anche i cattolici fanno riferimento ai “padri della chiesa” quando le loro teorie si scontrano con il puro e semplice messaggio biblico.
Noi accettiamo solo la Parola di Dio e nessun gioco di parole che possa dire tutto e il contrario di tutto – Giovanni 17:17
Se con la Bibbia, e solo con la Bibbia, qualcuno di mentalità ebraica o meno dovesse mostrarci un errore dottrinale, noi lo accetteremo volentieri.
Di fatto, però, leggendo ad esempio Luca 11:15 sembrerebbe proprio che “il concetto di Satana” sia entrato eccome nella mentalità ebraica, anche se forse potevano avere idee errate in merito a tale soggetto.
È ovvio che se quando leggiamo del serpente che tentò Eva diciamo “E’ un racconto allegorico”, allora anche Rivelazione 12:9 che parla del gran dragone e lo identifica come “originale serpente” (quale?) dobbiamo dire che è un racconto allegorico.
Tuttavia non è sufficiente dire “io ho la mentalità ebraica e tu no” perché non si può far passare qualsiasi concetto contrario alla logica del contesto.
E questo vale per qualsiasi presunta autorità: o si dimostra una certa tesi con la Scrittura o si tace – 1 Corinti 4:6
Infine che Satana non sia mai entrato nella mentalità ebraica è una contraddizione nella loro stessa tesi che vorrebbe fare di Giobbe un racconto allegorico.
Anche ammettendo che questo sia vero (più avanti lo tratteremo) ciò dimostra oltre ogni dubbio che Satana entrò nella loro testa.
Come posso scrivere un racconto, anche inventato, dove Satana è praticamente il personaggio principale, se un tale concetto non mi è mai entrato in testa?
Ovviamente essi diranno che quel “Satana” è una persona (e non una creatura spirituale) che causò a Giobbe molti problemi.
Accettando l’Unica Autorità delle Scritture, possiamo dire che il discorso della “mentalità ebraica” è utile quando si sposa con il contesto scritturale ed è una debole scusa quando si cerca di far accettare la propria idea preconcetta contro ogni evidenza – 2 Corinti 10:5

Contestualizziamo le Scritture che parlano di Satana il Diavolo?

A questo punto, però, non ci resta che iniziare a prendere le scritture in cui compare Satana il Diavolo le quali “contestualizzate”, secondo alcuni, dovrebbero far comprendere che Satana e i demoni in realtà non esistano.
Iniziamo con Matteo 4:1 che dice “Gesù fu quindi condotto dallo spirito nel deserto per essere tentato dal Diavolo”.
Se il Diavolo è il male presente in noi, per quale motivo Gesù dovette andare nel deserto per essere tentato da una parte di lui?
Forse perché nel deserto la sua “inclinazione cattiva” sarebbe stata più forte?
La sua inclinazione cattiva non poteva tentarlo ovunque e in ogni momento? E non sono proprio le
persone, spesso, a tirar fuori il peggio di noi? - 1 Corinti 15:33
Essi diranno che “dal momento che Dio non tenta nessuno, è mai possibile che lo Spirito Santo
abbia indotto Gesù ad andare nel deserto per essere tentato ma anche questo è un assunto errato.
E’ vero che la scrittura dice che Dio non tenta nessuno ma non dice che Egli non permetta che le sue creature siano tentate.
Infatti il messaggio del libro di Giobbe sarebbe stato proprio quello, se non si fosse catalogato a “racconto allegorico”.
Non è Dio a tentare qualcuno o a causare dolore ma Egli può permettere che le Sue Creature soffrano
per un determinato periodo di tempo a motivo del Suo Santo Nome e a motivo della Sua Sovranità.
Nonostante ciò “dopo che avrete sofferto per un po’, Egli vi farà anche la via d’uscita” - 1 Corinti 10:12, 13
Nell’obiettivo di catalogare anche le tentazioni di Gesù come un racconto allegorico, si menzionerà il fatto che nessun uomo potrebbe resistere quaranta giorni e quaranta notti senza mangiare né bere.
Questo però è vero per un uomo normale e anche se Gesù doveva essere “solo un uomo” quando venne sulla terra, ciò non toglie che era anche l’unico uomo perfetto sulla terra – confronta 1 Corinti 15:45
Qualcuno di noi ha conosciuto qualche uomo perfetto per poter confermare o smentire che si possa resistere quaranta giorni senza mangiare né bere?
Un’altra obiezione sarà simile alla seguente.

E' ragionevole credere che tutto il racconto sulle tentazioni di Gesù sia simbolico?


Com’è possibile che il diavolo conducesse Gesù nella «città santa», cioè Gerusalemme, e nella sua
parte più alta, «il pinnacolo del tempio»?
Anzitutto, Gerusalemme era a chilometri di distanza dal deserto in cui Gesù si trovava (Mt 3:1;
4:1) e poi, lassù sul pinnacolo, non sarebbe passato inosservato! Tutti avrebbero notato quel “pazzo”
intento a buttarsi giù con accanto un individuo intento ad incitarlo a farlo. Ma una domanda
insidiosa sorge spontanea: com’è possibile che da «sopra un monte altissimo» egli potesse vedere
«tutti i regni del mondo»?

Coloro che credono all’esistenza di Satana diranno che egli poteva portarlo nella città santa e nella sua parte più alta perché è una creatura spirituale e, come tale, è potente.
Poteva portarlo anche dall’altra parte del mondo.
Allo stesso modo molti profeti furono condotti “dallo spirito” ovunque, anche nei luoghi celesti, senza per
questo rendere la visione un semplice turbamento emotivo del profeta.
Ezechiele fu portato all’ingresso del cortile e attraversando il muro racconta d’aver visto ogni idolo
abominevole e cose striscianti e “settanta uomini degli anziani della casa d’Israele (...) ciascuno col suo incensiere in mano, e il profumo della nuvola dell’incenso ascendeva. E mi diceva: “Hai visto, o figlio dell’uomo, ciò che gli anziani della casa d’Israele fanno nelle tenebre, ciascuno nelle stanze interne del suo pezzo da esposizione? Poiché dicono: ‘Geova non ci vede. Geova ha lasciato il paese’”.
Dovrebbe essere strano constatare che essi non videro Ezechiele fare un buco nel muro e osservarli
mentre facevano tutto questo?
Poi fu portato “all’ingresso della porta della casa di Geova, che è verso nord, ed ecco, lì sedevano le
donne, piangendo sul [dio] Tammuz”.
E anche in questo caso nessuno vide Ezechiele, tanto meno videro Colui che l’aveva portato lì.
Giovanni fu portato “nel giorno del Signore” e vide molte cose, comprese persone adorare idoli e
commettere fornicazione (Rivelazione 9:20, 21) senza per questo preoccuparsi di essere visto, mentre
lui vedeva tutto.
E potremmo continuare all’infinito con Daniele, Zaccaria e altri profeti.
C’è anche un episodio interessante che riguarda Elia, il quale, grazie allo Spirito di Dio, corse davanti
al carro di Acab e arrivò a Izreel prima del re.
Così, nel caso si obiettasse che gli esempi appena fatti riguardassero semplici visioni e non fatti reali, di
fatto Elia si trovò letteralmente davanti a Izreel dimostrando così di aver corso più velocemente del
carro di Acab (immaginiamo la scena?).
C’è scritto da qualche parte che fu visto da qualcuno?
Questo cosa dovrebbe dimostrare?
Le creature spirituali, e più che mai lo Spirito di Dio, sono in grado di fare cose incredibili a semplici
esseri umani.
Tra le varie cose “incredibili” ci sarebbe anche quello di poter mostrare “tutti i regni del mondo”,
possibilità che oggi sarebbe addirittura una banalità per chi possedesse un semplice televisore e un
collegamento satellitare.
Riusciamo a farlo noi, non può farlo un angelo?

Parlando della possibilità di trasformare le pietre in pane e sfamarsi, la risposta che Gesù darebbe (a se stesso) viene interpretata come il pensiero positivo che egli interpone al suo stesso pensiero negativo.
Egli direbbe a se stesso «Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio».
Ovviamente dovremmo accettare che “rispondendo egli disse” significava rispondere alla sua inclinazione malvagia.
Da quello che si vede, invece, il Signore utilizzò la Scrittura per rispondere a Satana esattamente come Paolo incoraggiò, molto più tardi, tutti i cristiani a fare: per uscire vittoriosi nel combattimento per la fede e spegnere i dardi infuocati del nemico dobbiamo saper maneggiare bene “la spada dello spirito, cioè la parola di Dio” - Efesini 6:17
Ovviamente Gesù non aveva bisogno di ricordare a se stesso le Scritture visto che era egli stesso la Verità – Giovanni 14:6
Gesù rispose a Satana con la Parola di Dio, esattamente come fece con tutti coloro che lo mettevano alla prova o lo contraddicevano – Matteo 12:3, 5; 15:3; 19:4; 21:16; 21:49; 22:29;

Riguardo alla tentazione che consiste nel gettarsi dal pinnacolo del Tempio essi diranno che… “In questo
modo Gesù avrebbe iniziato la sua missione attirando su di sé il consenso del popolo che attendeva
proprio in modo meraviglioso e sensazionale la manifestazione del Messia”.
In pratica diranno che fu Gesù stesso a pensare di fare una cosa del genere (non c’è nessun tentatore) ma anche questa osservazione denota un evidente pregiudizio di fondo.
Abbiamo appena visto che secondo loro tutto il racconto delle tentazioni è simbolico (e citano il digiuno per 40 giorni per dimostrarlo) e anche puntualizzato che se egli fosse stato davvero portato sul pinnacolo del tempio lo avrebbero visto tutti (ciò vale a dire: non è mai stato lì)… e adesso com’è possibile che il Signore possa buttarsi dal pinnacolo del tempio se non c’è mai stato?
Qualcuno potrebbe pensare che si sta facendo di tutto per “eliminare Satana” anche se, per far questo, bisogna giungere ad evidenti contraddizioni nella propria tesi.
Parlando dell’ultima tentazione scriveranno…

L’unica condizione posta per ottenere il dominio del mondo è prostrarsi a “satana”; «Se tu ti prostri e
mi adori» (Mt 4:9), cioè «se abusassi del potere di cui dispongo, otterrei ciò che il Padre mi ha
designato ad avere a modo mio».

Anche questa spiegazione è ragionevole?
Quale indicazione più chiara ci potrebbe essere dell’esistenza di Satana di lui che dice “ti darò tutte
queste cose se mi fai un atto di adorazione”?
Certo non poteva fare un atto di adorazione a se stesso.
A questo punto potremmo trovare scritto QUALSIASI COSA e la spiegazione sarebbe comunque l’opposto di quello che si legge.
I veri cristiani dovrebbero piegarsi alle Scritture o piegare le Scritture al proprio pensiero?

La spiegazione di Matteo 12:26 e le altre affini (Se Satana espelle Satana egli è diviso contro se stesso;
come dunque potrà sussistere il suo regno?) risente sempre dello stesso preconcetto di fondo.
Leggendo semplicemente quello che c’è scritto, Gesù sta mostrando l’illogicità dell’accusa fatta
dagli scribi e dai farisei che dissero che lo faceva per mezzo del “governante dei demoni” perché che interessi avrebbe potuto avere “Beelzebub” nello scacciare i suoi stessi accoliti?
Non solo.
Se per ipotesi accettiamo che Gesù e i farisei intendessero Satana come una generica tentazione o cattiveria personale e interna, che significato avrebbero le sue parole successive “se io espello i demoni per mezzo di Beelzebub, per mezzo di chi li espellono i vostri figli?” - Matteo 12:27

Il prossimo articolo tratterà altre Scritture “spiegate” da coloro che non accettano l’esistenza di Satana.
Qualunque sia la nostra idea, chiediamoci cosa intendesse l’apostolo Paolo quando disse di non andare oltre ciò che è scritto.
Facciamo in modo che la Scrittura sia davvero “una luce al nostro cammino” - Salmo 119:105

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