Satana e i demoni esistono davvero? (3 parte)

Come abbiamo visto nei precedenti due articoli, molti degli assunti presi come “verità” da coloro che negano l’esistenza di Satana sono semplicemente illogici e pregiudiziali.
In questo articolo valuteremo altre Scritture (con il loro contesto) le quali parlano chiaramente sia di Satana che dei demoni come creature ben definite e non semplicemente come qualcosa di astratto.
Prima di ricominciare con le Scritture greche, è necessario vedere se almeno uno dei loro assunti in merito a Satana è corretto.
Uno di questi affermava che “nelle Scritture ebraiche non compare mai Satana come persona reale”.
Se questo fosse vero non sarebbe comunque sufficiente ad eliminare il Satana delle Scritture greche perché i cristiani sanno, o dovrebbero sapere, che la Scrittura si completa.
2 Timoteo 3:16, 17 dice che “tutta la Scrittura” è ispirata da Dio e questo, come minimo, significa che dobbiamo studiarla TUTTA e non dare particolare importanza ad una parte per eliminarne completamente l’altra.
A meno che, naturalmente, non vogliamo insinuare che le Scritture greche siano in realtà dei libri apocrifi, non ispirati (e questo rientrerebbe perfettamente in “certa” mentalità ebraica che, tra l’altro, non ha mai riconosciuto il Messia).
È lo stesso discorso che abbiamo fatto in merito a certi cristiani: non possiamo sperare di capire pienamente i vangeli o le Scritture greche se non abbiamo la più pallida idea di cosa tratti tutto ciò che è stato scritto anteriormente.
Tuttavia se davvero Satana non comparisse nelle Scritture ebraiche dovremmo seriamente ammettere che sarebbe un po’ strano.
È proprio così?
Ovviamente no, se leggiamo semplicemente quello che c’è scritto.
Questo personaggio è presente fin dal primo libro della Bibbia, Genesi.
Leggendo il racconto per quello che è, senza troppe interferenze “culturali”, verrebbe subito all’occhio che questo serpente non era non serpente normale e che mentì rispetto a quello che aveva detto Dio – Genesi 3:2-5
Eva certamente non disse a se stessa “E’ proprio così che Dio ha detto?” e neppure “Ma no… non morirai...”.
Potremmo anche saltare tutto il resto della Bibbia (e sbaglieremmo, non comprendendo chi è Satana e cosa fa) e andare direttamente in Rivelazione che dice “E il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata; fu scagliato sulla terra, e i suoi angeli furono scagliati con lui” per capire chi si celasse dietro questo serpente che, col tempo, è diventato un gran dragone.
Solo queste due Scritture sarebbero sufficienti per comprendere chi fu a tentare Eva nell’Eden e anche il perché di tale simbolismo in Rivelazione.
Ci sarebbero da aggiungere tutti i riferimenti agli angeli i quali sono un piccolo problema per coloro che negano l’esistenza di Satana perché, o essi non esistono (e allora anche nel loro caso bisogna “giustificare” la loro esistenza come uomini principali o capi) oppure sono stati creati senza libero arbitrio.
In pratica: o gli angeli non esistono oppure non possono peccare – confronta Giuda 6
Supponendo di riuscire a catalogare il libro di Giobbe a semplice “insegnamento morale” (soggetto che vedremo nel prossimo articolo) ci sono altre evidenze nelle Scritture ebraiche che parlano di Satana come di una persona reale?
Davvero Satana è assente nelle Scritture ebraiche?
Per continuare a sostenere questa tesi, in maniera simile a ciò che dicono riguardo al libro di Giobbe, diranno che pure il “Satana” descritto nel libro ebraico di Zaccaria non è davvero il Satana che crediamo noi ma un generico oppositore.
Essi diranno che in Zaccaria capitolo 3 “satana” non è indicato come nemico di Dio, ma solo un avversario del Sommo Sacerdote Giosuè.
“Mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava davanti all'angelo del SIGNORE, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. Il SIGNORE disse a Satana: «Ti sgridi il SIGNORE, Satana! Ti sgridi il SIGNORE che ha scelto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?» - Zaccaria 3:1, 2 (Nuova Riveduta).
Diranno che il testo ebraico è chiaro non parlando dell’Avversario per eccellenza (con la A maiuscola), ma di un’attitudine “satanica” insita nel nemico del Sommo Sacerdote: «l’avversario [che c’è] in te».
Diranno che questo avversario non era certo “indemoniato” ma che era solo un uomo avverso nei confronti del Sommo Sacerdote Giosuè.
Le questione, però, nonostante la semplicità con cui sarebbe stata “risolta”, è tutt’altro che risolta o conclusa.
Per dimostrarlo vedremo innanzitutto il contesto e poi l’interpretazione profetica di queste Scritture.
Individuiamo i soggetti implicati in queste scritture.
C’è Geova (ma probabilmente è un angelo di Geova, come traducono alcune Bibbie, perché infatti è strano che Geova dica “Ti rimproveri Geova!”) e quindi il Sommo Sacerdote Giosuè.
Il Sommo Sacerdote intanto non è “un generico israelita” e solo questo dovrebbe far pensare che questo oppositore non sia un generico oppositore.
Questo oppositore ha una contesa con l’angelo di Geova e non semplicemente con Giosuè.
La scrittura non parla di due esseri umani che discutono o sbaglio?
Se questo oppositore era un generico oppositore (ossia un altro essere umano) dobbiamo supporre che egli abbia avuto uno scambio di parole, un litigio, con un angelo di Geova e anche questo è abbastanza strano (ci sarebbe da farsela sotto).
Una delle cose più coraggiose e “forti” che troveremo nelle Scritture da parte di un uomo contro Geova è stata “Mi sono giustamente acceso d’ira!” e sono le parole di Giona quando Dio gli fa seccare la zucca da fiaschi - Giona 4:9
Qua la situazione è molto diversa perché l’angelo non sta facendo ragionare benignamente questa persona attraverso una zucca da fiaschi ma gli sta dicendo “Ti rimproveri Geova!” e ciò significa che questa persona sta facendo qualcosa di grave (cosa?).
Insomma c’è una vera e propria diatriba ed è strano che un angelo (o addirittura Geova) si abbassi a litigare con un uomo.
Inoltre la questione è anche più profonda perché in che senso una persona poteva opporsi al Sommo Sacerdote e con quale scopo?
Forse lo voleva picchiare?
È chiaro che per specificare che si tratti del Sommo Sacerdote tale “diatriba” deve avere a che fare con l’adorazione.
Il sommo sacerdote, come dovremmo sapere, era la massima carica spirituale in Israele.
Era colui che aveva la responsabilità dell’adorazione su tutto il popolo di Dio.
Non sembra, questo, aprire la possibilità che la questione nata tra l’angelo di Geova e questo oppositore sia di carattere spirituale?
Non sembra riguardare l’adorazione?
Tra l’altro l’angelo dice “Non è questo un ceppo strappato al fuoco?”… e cosa c’entra parlare di “ceppo strappato al fuoco” se si sta parlando di un oppositore umano che poteva semplicemente avercela con Giosuè per i fatti suoi?
Se la questione fosse stata tra due esseri umani, perché non potevano vedersela tra loro?
Nella peggiore delle ipotesi poteva finire male per Giosuè, non per tutto il popolo (il ceppo è il ceppo di Israele, la nazione santa).
Infatti l’angelo ricorda a questo oppositore che è proprio Geova ad aver scelto Gerusalemme (e perché ricordargli che Geova aveva scelto Gerusalemme se stiamo parlando di un litigio tra due persone?).
Evidentemente le azioni di questo oppositore avevano lo scopo di impedire la salvezza di quel ceppo (Israele) dal fuoco.
Ma come possono le azioni di un essere umano decidere il destino di un’intera nazione o anche solo di un’altra persona?
Proviamo ad esaminare i versetti successivi e valutiamoli senza alcun pregiudizio.
“Ora in quanto a Giosuè, era vestito con vesti sporche e stava in piedi davanti all’angelo. Quindi [questi] rispose e disse a quelli che stavano in piedi davanti a lui: “Toglietegli di dosso le vesti sporche”. E proseguì, dicendogli: “Vedi, ho fatto passare di sopra a te il tuo errore, e sei vestito con lunghe vesti da cerimonia” - Zaccaria 3:3, 4
Fermiamoci un attimo.
Dopo aver parlato di questa diatriba con l’angelo (della quale non sappiamo come sia andata a finire), Zaccaria vede in visione che il sommo sacerdote è vestito con vesti sporche.
Per quale motivo?
Giosuè si è forse rotolato nel fango mentre faceva a botte con questo oppositore?
Ovviamente no.
È chiaro che tutta la visione, qualunque spiegazione gli si voglia dare, è di carattere spirituale.
Giosuè è vestito con vesti sporche e questo, in qualità di sommo sacerdote, lo rende inadatto ad espletare il suo ruolo – vedi Levitico 16:4
Lo sporco raffigura il peccato e ciò si capisce dal contrasto che si fa, ad esempio, con la scrittura di Rivelazione 7:9 la quale, parlando della grande folla, menziona lunghe vesti bianche – vedi anche Rivelazione 3:4, 5
I peccati del sommo sacerdote, in armonia con Levitico 4:3, potevano ricadere su tutto il popolo.
Capiamo dunque che questo oppositore avesse interessi affinché Giosuè restasse in quelle condizioni (cioè con le vesti sporche, affinché non potesse espletare il ruolo di sommo sacerdote e affinché il popolo non fosse sanato dai propri peccati).
Quale oppositore potrebbe essere tanto interessato a frapporsi tra lui (cioè colui che è stato incaricato sulla guida spirituale del popolo di Dio) e l’angelo che cerca invece di “strapparlo dal fuoco”?
Certo nessun uomo potrebbe resistere all’angelo di Geova.
È dunque così ragionevole affermare che questo oppositore non sia altro che un essere umano?
Passiamo dunque all’interpretazione profetica di queste Scritture che, ovviamente, potranno essere condivise oppure no ma bisognerà comunque valutarne la logica.
Senza dilungarsi sulla spiegazione* (vedi nota in calce) partiamo dal principio che per spiegare qualsiasi passo scritturale e minimizzare il rischio di far parlare le nostre idee personali dobbiamo trovare e confrontare il “racconto parallelo”.
Il motivo per cui uno stesso episodio è stato riportato da diversi scrittori e sotto diversi punti di vista, dimostra non solo l’assoluta solidità della Parola ma ci aiuta anche a capire il significato e le implicazioni di certe espressioni.
Questo è uno dei motivi per cui non abbiamo un solo scrittore a parlarci della vita e del ministero del Signore.
Confrontando onestamente Matteo, Marco, Luca e Giovanni possiamo vedere un puzzle coerente e veritiero formarsi: ogni scrittore aggiungerà particolari omessi dall’altro e ciò che ne verrà fuori sarà una meravigliosa visione d’insieme.
Lo stesso vale per le profezie.
Per comprendere l’Apocalisse, ad esempio, abbiamo bisogno di andare su altri profeti come Ezechiele, Daniele e… naturalmente Zaccaria.
Scegliere Zaccaria per dissigillare la Rivelazione non è una scelta “arbitraria” e lo si capisce anche da Zaccaria 4:14 che dice ““Questi sono i due unti che stanno accanto al Signore dell’intera terra” - confronta Rivelazione 11:4
È vero che Zaccaria sta descrivendo cose del passato (ovvero quando la vera adorazione viene ripristinata al ritorno da Babilonia) mentre Rivelazione descrive avvenimenti futuri, ma molte profezie hanno avuto due o più adempimenti e Giovanni, quando scrisse la Rivelazione, non stava semplicemente facendo un riassunto di quello che già sapeva.
Al contrario sta riportando una profezia, presente nelle Scritture ebraiche, che avrebbe avuto un secondo e definitivo adempimento.
Si potrà anche vedere che la stessa distruzione di Babilonia la Grande è descritta in Zaccaria infatti in Zaccaria 5:5-8 si legge :“Questa è l’efa che esce”. E proseguì, dicendo: “Questo è il loro aspetto in tutta la terra”. Ed ecco, il coperchio circolare di piombo fu alzato; e questa è una certa donna che siede in mezzo all’efa. Così egli disse: “Questa è la Malvagità”. E la gettava [di nuovo] in mezzo all’efa, dopo di che gettò il peso di piombo sulla bocca d’essa" – Zaccaria 5:5-8
Chi è questa “donna malvagia”?
Essa viene dal “paese di Sinar” e occupa Gerusalemme.
Sta ovviamente parlando di Babilonia la Grande ma il punto a cui dobbiamo arrivare è un altro.
Se possiamo individuare in Zaccaria e in Rivelazione lo stesso avvenimento (di cruciale importanza, tra l’altro) possiamo anche avere una visione più completa di quello che accade raffrontando le due narrazioni.
In Zaccaria 2:10 si legge che Dio avrebbe scelto “di nuovo” Gerusalemme… ma per far questo è necessario liberare questa città dalla donna malvagia che vi siede sopra, giusto?
Cosa succede, secondo Zaccaria, dopo aver scelto di nuovo Gerusalemme per il ripristino della vera adorazione?
Ebbene, succede quello che abbiamo visto prima: questo oppositore si mette a discutere accesamente con l’angelo di Geova e, se ci limitiamo a Zaccaria, non sappiamo come va a finire questa discussione.
O meglio, sappiamo che l’angelo riesce a vestire di tutto punto il sommo sacerdote ma la scrittura non ci dice se l’oppositore si spaventa e se ne va con la coda tra le gambe o prova a fare qualcos’altro.
Certo è che se fosse quel Satana di cui stiamo disquisendo (esiste o non esiste), non possiamo immaginare che se ne vada come se nulla fosse, giusto?
Ebbene se proviamo ad individuare il racconto parallelo in Rivelazione, in prossimità del ripristino della vera adorazione (azione che inizia con i due testimoni vestiti di sacco ma che non si completa fino all’apparizione della Donna) cosa troviamo?
In Rivelazione 12:5-9 si legge “La donna diede alla luce un figlio, un maschio, che deve governare tutte le nazioni con una verga di ferro. Il bambino fu rapito e portato presso Dio e il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove ha un posto preparato da Dio e dove viene nutrita per 1.260 giorni. E scoppiò una guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e in cielo non ci fu più posto per loro. Così il gran dragone, l’antico serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e i suoi angeli con lui”.
Quindi, come possiamo vedere raffrontando semplicemente lo stesso spezzone temporale, il Satana descritto in Zaccaria sembra proprio essere lo stesso Satana descritto in Rivelazione.




La Bibbia parla di un uomo qualsiasi che ce l'aveva con il Sommo Sacerdote?

Ma questo, ovviamente, crea un corto-circuito in coloro che hanno eliminato Satana dalle Scritture.
Contestualizziamo altre Scritture greche che parlano di Satana.
Altra Scrittura citata a dimostrazione dell’inesistenza di Satana è la seguente.

Si consideri ora 1Cor 7:5. Qui Paolo consiglia ai coniugi di «non privarsi l’uno dell’altra» (cioè di avere rapporti sessuali regolari), dicendo: «Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza». Ora, non possiamo immaginare che ci sia un essere demoniaco che spii i coniugi per indurli all’adulterio quando non ricevono soddisfazione sessuale dal partner. 

In un’altra scrittura si legge che “nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. Essi vieteranno il matrimonio e ordineranno di astenersi da cibi che Dio ha creati perché quelli che credono e hanno ben conosciuto la verità ne usino con rendimento di grazie” - 1 Timoteo 4:1-5
L’ispirato apostolo Paolo sta dicendo che ci sarebbero state persone che avrebbero dato retta a dottrine de demòni, tra le quali il celibato obbligatorio.
Questa visione distorta di moralità avrebbe portato le sue conseguenze; conseguenze che conosciamo tutti e che sono all’ordine del giorno (violenza sessuale tra il clero, omosessualità, pedofilia).
Satana ha indotto questo concetto perverso di moralità, che tuttavia potrebbe essere nato con un motivo nobile.
Magari qualcuno ha iniziato a privarsi di un naturale dono di Dio per dedicarsi maggiormente alla preghiera ma, non essendoci stata un’adeguata difesa da parte del credente attraverso la “spada dello Spirito”, ovvero la Parola di Dio, ed essendo stato sviato da questi lupi rapaci, una cosa nata con una buona intenzione è diventata presto una piaga.
Piaga che Satana ha sfruttato a suo piacimento.
Infatti le religioni sono spesso uno strumento di Satana per non far raggiungere la comprensione della Verità – 2 Corinti 4:3, 4
Non è necessario spiare ogni singola coppia sposata per indurli all’adulterio o ad altre trasgressioni.
Basta immettere un concetto di moralità distorto nelle menti di qualcuno, in particolare di coloro che hanno incarichi di responsabilità nelle congregazioni e in tanti altri modi (come ad esempio questa società egoistica).
Comunque essi faranno notare che a Satana viene attribuita la colpa per alcune malattie comuni (un po’ come faremmo noi, oggi, per giustificare le nostre trasgressioni).
Quello che segue è ciò che essi dicono.

Di fronte ad un cieco fin dalla nascita i discepoli di Gesù gli domandano: «“Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”.
Gesù rispose: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori”» (Gv 9:2-3).
Anticamente le malattie erano attribuite al peccato e, di conseguenza, a Satana.
Tuttavia, credo venga spontaneo chiedersi: come può un uomo nascere cieco per via di un peccato da lui commesso? E quando lo avrebbe commesso? Avrà forse commesso peccato dentro al grembo materno? Certo che no. 

E qua torniamo sempre al punto di partenza.
Intanto unire i concetti “satana” e “peccato” non è corretto perché questo non fa altro che rimarcare che “satana” non sarebbe altro che il male che c’è in noi. E, come è stato già argomentato, non è quello che insegna la Bibbia.
Inoltre i discepoli non stavano personificando alcun male: stavano semplicemente chiedendo se era a motivo del peccato (e di chi) che quell’uomo fosse nato cieco.
Il concetto errato non era se il peccato era la causa di quel problema (perché lo era) ma chi ne fosse il responsabile.
I discepoli di Cristo pensavano che il responsabile fosse lui stesso o i suoi genitori ma ciò era errato perché la causa era SI’ il peccato (non Satana) ma quel peccato che era entrato nel mondo a motivo di Adamo – Romani 5:12-14
Quindi se c’era un responsabile, quello era Adamo che aveva disubbidito volontariamente a Dio mentre tutta la sua discendenza, da quel momento in poi, avrebbe semplicemente “ereditato” il peccato come una sorta di macchia genetica.
Se abbiamo gli occhi marroni anziché azzurri è “colpa” dei nostri genitori (almeno di uno dei due); non abbiamo potuto scegliere, giusto?
Allo stesso modo i discendenti di Adamo non hanno potuto scegliere se nascere senza questa “tara genetica” che porta alla vecchiaia e alla morte (perché discendiamo tutti da lui e non da un’altra coppia) e, dal momento che stiamo parlando di qualcosa di imperfetto, questa tara genetica può portare anche a vari problemi di salute (tra cui la cecità dalla nascita) prima di portarci alla morte.
Per questo motivo il Cristo è “l’ultimo Adamo”, perché egli sostituì Adamo in tutto e per tutto pagando per noi quello che avevamo perso (vale a dire la vita eterna che Adamo avrebbe avuto, da perfetto).
Gli apostoli, dunque, non stavano asserendo che Satana c’entrasse qualcosa in tutto questo (anche se è evidente che egli fosse in grado di creare molte sofferenze nelle persone) ma si chiedevano chi fosse il colpevole.
E i colpevoli non erano né lui né i suoi genitori, come Egli disse.
I colpevoli erano i suoi/nostri primogenitori.
È quantomeno strano che coloro che negano l’esistenza di Satana, passando per esperti di ebraico e quant’altro, poi cadano in errori così elementari – Romani 5:12
Essi parleranno anche di Giuda spiegando che scrivere “Satana entrò in lui” avesse lo stesso significato dell’avere un pensiero cattivo di suo.
Non che ci fosse qualcuno che fosse entrato letteralmente in lui (menzioneranno liquami verdi in stile “l’esorcista” etc…) ma che, esattamente come disse il Signore, è dal cuore dell’uomo che provengono i malvagi ragionamenti.
Intanto anche qui si prende come “contraddizione” quello che dovrebbe fare un indemoniato a differenza della calma e pacatezza di Giuda, come se un indemoniato debba agire sempre allo stesso modo e debba essere riconoscibile sempre dalle stesse caratteristiche.
Insomma stiamo dicendo che noi esseri umani possiamo inscenare migliaia di caratteri e comportamenti diversi mentre un “demone” ha fantasie e possibilità così limitate che deve limitarsi ad urlare, vomitare e strattonare le persone – confronta Atti 16:17
La descrizione di quello che accade a Giuda, comunque, non ha proprio nulla a che vedere con il classico caso di “indemoniato” descritto nelle Scritture.
Se Giuda fosse stato “indemoniato” nel senso appena descritto, ciò avrebbe significato che quando fece quello che fece non era in grado di intendere e di volere.
E se non fosse stato in grado di intendere e volere non sarebbe stato giudicato e in maniera così forte (egli è chiamato “figlio della distruzione”).
Risulta dalle Scritture che Gesù abbia “curato” e liberato le persone indemoniate e non le abbia mai condannate.
La condanna è stata sempre rivolta ai demoni e mai al malcapitato che ne era posseduto.
Dunque perché, nel caso di Giuda Iscariota, il Signore non fece semplicemente quello che aveva già fatto più volte?
Semplicemente perché Satana non entrò nel senso letterale in Giuda ma “entrò” nel senso che lo spinse a ragionare in maniera malvagia, in maniera simile a come fece con la prima coppia umana.
Il serpente descritto in Genesi si dice forse che “entrò” in Eva?
Ovviamente no, ma gli entrò in testa perché con le sue parole mise in Eva il dubbio che Dio stava privandogli di qualcosa di bello.
In questo senso “entrò in Eva”… cioè gli mise un tarlo (che poteva semplicemente respingere) che la portò a disubbidire a Dio.
Giuda aveva già mostrato una debolezza, infatti rubava nella cassa comune.
Poteva resistere a tale debolezza?
Certo e probabilmente per questo motivo Gesù non lo smascherò subito.
Satana entrò in Giuda nel senso che gli mise questo tarlo, tarlo a cui lui avrebbe potuto resistere e quindi fu pienamente responsabile delle sue azioni.
Ci sono ovviamente tante altre Scritture che vengono “spiegate” in maniera da dimostrare che Satana non esiste e ovviamente non è possibile trattarle tutte.
In genere, attraverso la lettura del contesto priva da pregiudizi, si arriva a comprendere il significato.
Nel prossimo articolo si tratterà il libro di Giobbe e altre Scritture greche in genere utilizzate per supportare questa tesi.

Nota in calce. Per avere maggiori dettagli in merito alla spiegazione profetica di Zaccaria si veda l'articolo intitolato "Il ripristino della vera adorazione: 2 parte".

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