Ricontiamo il numero dei re e comprendiamo la profezia
A MOTIVO DEL RECENTE INTENDIMENTO RELATIVO AL "PICCOLO CORNO" QUESTO ARTICOLO E ALTRI SUBIRANNO, A BREVE, DELLE MODIFICHE
GLI ARTICOLI CHE TRATTANO QUESTO SOGGETTO (IL PICCOLO CORNO) E MODIFICANO IL VECCHIO INTENDIMENTO SONO I SEGUENTI
https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/daniele-le-bestie-del-passato-nel-tempo.html
https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/chi-sono-i-7-re.html
https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/chi-si-rivelera-il-piccolo-corno.html
Quando abbiamo visitato una città per la prima volta, magari con l'intento di andare a trovare un amico che si era trasferito, abbiamo avuto bisogno che qualcuno ci desse delle indicazioni e che queste fossero accurate.
Diversamente avremmo
rischiato di andare da tutt'altra parte, anche di perderci.
Sarà capitato ad ognuno
di noi, almeno una volta nella vita, di aver chiesto indicazioni
stradali e di aver trovato la persona "sbagliata",
ovvero quella persona che ci ha spediti da tutt'altra parte o che ha
aumentato la nostra confusione.
In
genere quando si danno delle indicazioni è
necessario trovare dei
punti di riferimento in
comune,
ovvero luoghi o monumenti che siano conosciuti da entrambi (colui
che da le informazioni e colui che le riceve) o
che siano immediatamente
riconoscibili.
I punti di riferimento
sono fondamentali e non dovrebbero essere opinabili.
Anche se la maggioranza di
noi non potrebbe definirsi un fisico di professione, è altresì
evidente che nel nostro modo di parlare abbiamo sempre riconosciuto
implicitamente che tempo e spazio fossero intimamente connessi
e li abbiamo sempre utilizzati nelle nostre indicazioni.
Questo ci è servito per
orientarci e per comunicare in maniera efficiente.
Se dicessimo ad una
persona "Ci vediamo in via del Molino" senza aggiungere
altro, questa persona dovrebbe necessariamente chiederci "Quando?".
Viceversa se dicessimo "Ci
vediamo alle 15 di oggi pomeriggio" il nostro interlocutore
dovrebbe chiederci "Dove?".
Diversamente potremmo non
incontrarci mai e questo perché l'informazione sarebbe
incompleta.
Ma il problema, come già
accennato, non riguarda soltanto le informazioni incomplete ma anche
quelle opinabili.
Se dicessimo "Ci
vediamo nel posto più importante della città!" il nostro amico
probabilmente ci chiederebbe "Più importante dal punto di vista
di chi?".
Oppure se dicessimo "Ci
vediamo a nord" il nostro interlocutore dovrebbe chiederci "A
nord di cosa?" e così via.
Quindi è evidente:
affinché la nostra comunicazione sia efficace dobbiamo assicurarci
entrambi di conoscere e condividere alcuni concetti fondamentali.
Per molti di noi questi
concetti saranno assolutamente scontati e banali ma partendo da
questo assunto proviamo ad applicare questa "banalità"
nello studio della Bibbia.
Sicuramente le
informazioni che Essa dà non sono incomplete (confronta
Proverbi 2:1-6; Romani 15:4; 2 Timoteo 3:16, 17) anche se, come ben
sappiamo, alcune di queste potranno essere comprese solo al tempo
stabilito da Dio.
Non sono neppure opinabili
se abbiamo compreso che l'unico "punto di vista" che
conta davvero è quello dell'Iddio Onnipotente – Isaia 55:9; Giobbe
40:1-5
Almeno i veri cristiani
non fanno dibattiti sull'attendibilità delle parole di Dio –
Romani 3:3, 4
Il problema, semmai, è il
nostro intendimento relativo alle Sue parole. Intendimento che, come
abbiamo visto, può variare notevolmente se ci facciamo guidare dai
nostri preconcetti, educazione religiosa, desideri personali o altre
cose.
Gli ultimi articoli hanno
rimesso Israele al centro dell'attenzione, non soltanto come nazione
"geografica" ma anche per quanto concerne il ripristino
della vera adorazione – (si vedano gli articoli intitolati "144.000
e oltre" e "Svelato un sacro segreto: il ripristino della
vera adorazione").
Questo, come abbiamo già
iniziato a vedere nell'articolo "Comprendere l'identità
dell'esercito dei cieli"*, sta modificando in maniera
sostanziale alcune nostre convinzioni.
Senza dover accettare per
partito preso le tesi presentate in questo blog, dovremmo chiederci
se la nostra difficoltà ad accettare certe spiegazioni è dovuta
veramente a convinzioni scritturali o semplicemente al
"fastidio" di doversi rimettere in discussione in maniera
così pesante.
Il cristiano, quando
scava, cerca di comprendere quello dice la Bibbia a prescindere da
cosa "ne verrà fuori" ed è ben diverso
da colui che "scava" nel tentativo di trovare ogni
versetto, frase, virgola o accezione che possa in qualche modo
confortare le proprie convinzioni o la propria organizzazione
religiosa – Atti 17:11
Solo in questo modo
dimostriamo di accettare il "punto di vista" di Dio.
Comunque sia il ripristino
di Israele nel posto che le Scritture gli danno, ci permette di fare
alcune considerazioni importanti in merito ai rispettivi re di nord e
di sud descritti in Daniele.
Parlando di indicazioni
nessuno farebbe fatica ad accettare che le rispettive definizioni dei
re sono da attribuirsi al fatto che essi si trovassero
rispettivamente a nord e a sud di Israele.
Siamo d'accordo su questo,
non è vero?
Quindi il punto di
riferimento che dovremmo conoscere tutti senza eccezioni, come nel
caso di una chiara indicazione stradale non opinabile, è Israele.
La Parola di Dio non si è
limitata a chiamare questi re "del nord o del sud" ma si è
capito fin dall'inizio rispetto a chi o cosa fossero
tali.
Fino ad un certo punto
abbiamo seguito questa indicazione ma poi, per motivi assolutamente
discutibili, abbiamo abbandonato il punto di riferimento.
Israele scompare dalla
scena mondiale per 19 secoli ma nonostante questo noi abbiamo
continuato a cercare e ad "individuare" questi re.
A nord o a sud di cosa si
trovano, questi regni, se non c'è più il punto di riferimento?
La questione potrebbe
sembrare un pochino più sottile infatti qualcuno potrebbe asserire
che, anche se Israele non è più esistita come nazione politica,
è rimasta sempre la zona geografica dove un tempo si ergeva Israele
e questo è indiscutibilmente logico.
Questo però presuppone il
fatto che Israele fungesse esclusivamente da indicazione geografica
senza nessun'altra implicazione.
Tuttavia dovremmo
chiederci se la descrizione dei re riportata in Daniele ha a
che fare anche con le sorti di Israele
più
che essere una semplice indicazione geografica.
Ebbene, se lasciamo che
sia soltanto la Bibbia a guidarci, vediamo chiaramente come queste
definizioni riguardino le mire di questi re sul "paese
Splendido".
Che questi re abbiano
attaccato, conquistato direttamente Israele o si siano posti come
"difensori", nessuno può negare che in tutto il libro
biblico di Daniele è sempre il rapporto con la nazione
ad identificarli.
Quindi il problema rimane
ed è evidente.
Com'è possibile trovare
un qualsiasi re, di nord o di sud, nel momento in cui non esiste non
Israele come punto di riferimento geografico ma come oggetto di
contesa?
Non è forse anche questo
da ricollegarsi a quella convinzione pregressa, cioè che Israele
abbia smesso di avere importanza nel proposito di Dio?
Se volessimo essere
coerenti con il passaggio da Israele fisica ad Israele spirituale
dovremmo identificare questi re almeno in riferimento ai
cristiani ma come potremmo distinguerli, oggi, dal momento
che essi dovrebbero trovarsi in ogni parte del globo?
Se il punto di riferimento
è "dappertutto" non esiste più nord né sud
e non esiste più alcun punto di riferimento.
Quindi proviamo a
rimettere in discussione quello che ci è stato insegnato alla luce
della conoscenza attuale e vediamo se la nostra ipotesi trova il
conforto o la resistenza delle Scritture.
La statua del sogno di
Nabucodonosor e il “quinto” corno
Torniamo a parlare della
famosa statua del sogno di Nabucodonosor descritta nel secondo
capitolo di Daniele.
Ovviamente non staremo più
a fare disquisizioni se l'ultimo re, i piedi, possa essere o meno un
re del sud perché ormai abbiamo capito che non è né scritturale né
logico.
Sarà utile, però, fare
un passo indietro e contare semplicemente gli imperi.
Le gambe di ferro,
soggetto che sappiamo ormai non essere l’impero romano, non possono essere divise dai piedi di ferro e argilla - confronta Daniele 2:40-43
Possiamo disquisire sul
fatto che ogni singolo impero, fino alla sua definitiva caduta come
dominante, possa avere uno o più imperatori.
La stessa antica Babilonia
qui descritta iniziò con Nabucodonosor ma si protrasse, almeno per
un po’ di tempo, fino a Baldassarre (Daniele capitolo 5) pur
rimanendo la testa d’oro finché non fu sostituito dall’impero
dominante successivo, la Media-Persia.
Allo stesso modo possiamo
vedere che Roma, durante il periodo di dominazione su Israele, ebbe
più imperatori eppure rimase simboleggiata da un'inica parte della statua (che è il ventre di rame e che rappresenta l'impero greco-romano).
Di fatto la statua indica
vari imperi differenti i quali sono stati appunto
Babilonia, Media-Persia, e Grecia-Roma.
Prendendo atto di questo
fatto scritturale… non notiamo che c’è già qualcosa che non
torna con quello che ci è stato insegnato?
Se i vari re del nord si sono susseguiti a prescindere da
Israele, da quale parte della statua sarebbero identificati l’impero
carolingio, l’impero tedesco e il Terzo Reich?
Anche volendo unire
l’impero tedesco con il Terzo Reich a motivo della condivisione
territoriale, non manca come minimo lo spazio per uno o due imperi?
Infatti come abbiamo
visto, a prescindere da chi sia l’ultimo impero descritto nella
statua, è evidente che esso dev’essere in vita ancora oggi dal
momento che il Regno di Dio non è ancora intervenuto negli affari
umani ponendo loro fine – Daniele 2:44, 45
Non sembra questo in
armonia con la tesi della scomparsa di Israele?
Israele, infatti, scompare
proprio sotto l’impero Romano come conseguenza della distruzione di
Gerusalemme – confronta Daniele 11:15-17; Luca 21:20-22
Chiediamoci anche perché,
proprio su quegli imperi su cui si sprecano le interpretazioni
discordanti di svariate confessioni religiose, proprio dalla statua
di Nabucodonosor non abbiamo nulla.
Daniele ebbe
l’intendimento di diversi imperi che si sarebbero susseguiti anche
molti anni dopo la caduta di Babilonia e ammesso e non concesso che
si potesse disquisire sull’identità di questi, di
certo nessuno si è mai messo a disquisire sulla quantità -Daniele 7:17
Infatti la storia conferma
l’esatta successione degli imperi da egli descritti.
Come mai solo noi del XX e
XXI secolo stiamo disquisendo che, dopo le gambe di ferro ce ne
siano in realtà altri due, tre o quattro?
Quanti imperi contiamo nella statua del sogno di Nabucodonosor? Quanti ce ne sarebbero stati? - Daniele 2:40-43; Daniele 7:17 |
Proviamo anche a riflettere
su un’altra parte del libro di Daniele, ovvero il capitolo 8.
Ai versetti da 8 a 12 si
legge “Il capro si esaltò
moltissimo, ma appena fu diventato potente, il grande corno si ruppe;
al suo posto spuntarono quattro corna notevoli, verso i quattro venti
dei cieli. Da uno di essi spuntò un altro corno, piccolo, che crebbe
moltissimo verso sud, verso est e verso il Paese Splendido. Crebbe
così tanto da raggiungere l’esercito dei cieli, e fece cadere a
terra parte dell’esercito e parte delle stelle, e le calpestò.
Sfidò perfino il Principe dell’esercito, e a Lui fu tolto il
sacrificio continuo, e il luogo stabilito del Suo santuario fu
abbattuto. A motivo della trasgressione un esercito fu ceduto insieme
al sacrificio continuo; e il corno continuò a gettare a terra la
verità, agì ed ebbe successo".
Riflettiamo un attimo su
quello che sappiamo.
Intanto dobbiamo dire che
questo è uno dei capitoli più "controversi" di Daniele a
cui sono state date svariate interpretazioni.
Per alcuni, dal momento che
il "quinto corno" (cioè l'ultimo, quello che spunta da uno
dei quattro) si vede sulla testa del capro, dev'essere un generale
dell'esercito greco.
Infatti l'obiezione più
comune ha a che fare con il tempo di riferimento.
Non sembra in effetti un po’
strano che la profezia faccia un balzo di migliaia di anni?
Noi sappiamo che il grande
corno sulla testa del capro è Alessandro Magno e le quattro corna
che spuntano alla sua morte sono i suoi quattro generali che di fatto
dividono quell'immenso impero.
Uno di questi corni si
rivelerà essere l'impero romano e su questo c'è ben poco da
discutere perché è la storia a confermarlo ma da questo punto in
poi non si fa menzione di nessun altro impero intermedio
perché di quest'ultimo corno si dice
che "Crebbe così tanto
da raggiungere l’esercito dei cieli, e fece cadere a terra parte
dell’esercito e parte delle stelle, e le calpestò. Sfidò perfino
il Principe dell’esercito, e a Lui fu tolto il sacrificio continuo,
e il luogo stabilito del Suo santuario fu abbattuto".
Da questi versetti non solo
vediamo che non c'è alcun altro impero tra il quarto corno e il
quinto, ma che è sempre il paese dell'Adornamento ad essere il filo
conduttore.
Quindi qual è l'unica
risposta logica all'obiezione "Per quale motivo la profezia ha fatto un salto salto di quasi 2.000 anni"?
Perché per quasi 2.000 anni
non c'è più stato l'oggetto della contesa che ha
intitolato i re antagonisti come re del nord e re del sud. Ovvero
Israele.
Implicazioni per noi
Questo scenario ci porta a
delle conclusioni davvero significative.
Intanto scardina
definitivamente l’ipotesi che “il quinto corno” del capitolo 8
di Daniele possa essere Antioco IV Epifane e quindi l’ipotesi sul
periodo di riferimento ma aggiunge un altro motivo (se mai ce ne
fosse stato bisogno) per cui il "tempo della fine" non può
essere iniziato nel 1914.
Se, infatti, l'ultimo impero
doveva rivelarsi solo alla comparsa di Israele, nessuna data
antecedente al 1948 può essere considerata valida.
Può essere una data
posteriore, ovviamente, ma non precedente.
Questo ci aiuta anche a
comprendere che quando il Signore parlò di “guerre e notizie di
guerre”, nonché degli altri aspetti del segno, il punto di
riferimento sarebbe stato Israele sia nel primo secolo
che nel tempo della fine – Matteo 24:3-29
Anche il libro biblico di
Rivelazione, il quale menziona profezie a venire, elenca gli stessi
avvenimenti dei vangeli e abbiamo compreso che almeno una parte delle
trombe di giudizio sono dirette proprio contro questa nazione.
Ricostruzione storica
Come abbiamo ipotizzato,
dunque, visto che la penultima parte della statua raffigura la potenza greco-romana, il penultimo re del nord deve essere un imperatore
romano e non può essere uno qualsiasi.
Esso deve svolgere la sua
ultima attività entro la distruzione di Gerusalemme o,
al limite, entro la fine del primo secolo.
Infatti se non possiamo
separare i vari re di nord e di sud dalla nazione di Israele, non
possiamo neppure farlo dalla vera adorazione (che
sappiamo scompare, come religione organizzata, alla fine del primo
secolo).
L'ultimo
re del nord storico
deve essere colui che
ha a che fare con la
distruzione di Gerusalemme o, al
limite, con la
morte dell'ultimo apostolo.
Stiamo
parlando quindi
dell'imperatore Vespasiano (69-79 E.V.) o al massimo dell'imperatore
Traiano (98-117)**.
La ricostruzione storica
dettagliata in merito alla rivalità tra il re del nord e il re del
sud sarà presa in esame in un prossimo articolo perché adesso è
importante vedere se la nostra ipotesi della centralità di Israele
trova il conforto della Scrittura, quindi della storia biblica.
Inoltre qual è
l’avvenimento descritto in Daniele che conclude l’attività del
penultimo re del nord e quale quello che dà inizio all’ultimo?
Rispondere a questa domanda
è molto importante perché ci permetterebbe di comprendere a
che punto ci troviamo, profeticamente
parlando, e cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro.
Una delle difficoltà
maggiori che potrebbero confonderci è considerare che alcune
scritture abbiano, o possano avere, due adempimenti, e
nella Bibbia abbiamo molti esempi di questo tipo.
Lo stesso Signore Gesù
Cristo, parlando del tempo della fine, menzionò vari avvenimenti che
i cristiani del primo secolo avrebbero potuto riconoscere ma che
avrebbero riguardato anche avvenimenti futuri – confronta Matteo
24:14, 21, 29-31
Quindi è evidente, in
particolare per quanto riguarda i versetti che vanno dal 29 al 39 del
capitolo 11 di Daniele, che la difficoltà dell’intendimento
riguarda anche comprendere quali versetti abbiano un secondo
adempimento e quali, invece, sono circoscritti esclusivamente nel
passato.
Dobbiamo fare molta
attenzione a non far dire alla Scrittura quello che non dice e il
pericolo esiste per cui, per il momento, cerchiamo di
dimenticare che le scritture possano avere un secondo adempimento
cercando una ricostruzione cronologica coerente.
Possiamo intanto isolare un
passaggio chiave nel
capitolo 11 di Daniele che è il versetto 31 ovvero la “cosa
ripugnante che causa devastazione” (v. 31) avvenimento citato da
Gesù stesso in riferimento agli eserciti romani che distrussero
Gerusalemme e il suo tempio – confronta Matteo 24:15, 16
In teoria se avessimo la
certezza che “il Condottiero del patto” fosse Cristo Gesù,
potremmo asserire che i versetti che vanno dal 22 fino al 31 coprono
un periodo di tempo ben specifico ovvero quello che va dal 33 al 70
E.V.
Questo, esattamente come fa
il libro “Prestate attenzione alle profezie di Daniele!” ci
porterebbe a stabilire che l’imperatore di riferimento durante la
morte del Signore è Tiberio Cesare.
Tuttavia dobbiamo citare,
per correttezza, come viene tradotto questo versetto nelle altre
traduzioni bibliche.
La “Riveduta” traduce
semplicemente “un capo dell’alleanza”, la traduzione CEI,
Gerusalemme, Nuova Diodati, e Luzzi traducono “il capo
dell’alleanza” e così fanno molte altre.
Soltanto la Diodati e la
Nuova Riveduta traducono “capo del patto” e “principe del
patto”.
Qualunque sia la maniera più
corretta di tradurlo, se leggiamo attentamente il
versetto e il suo contesto si comprende
che questa persona (chiunque sia) viene infranta in guerra
e onestamente non possiamo dire che il Nostro Signore venne ucciso a
motivo di una guerra o guerriglia da lui fomentata.
In questa trattazione non
staremo a disquisire sulla possibile identità di questo personaggio
per non uscire troppo dal tema*** ma per quanto ne sappiamo,
almeno per il momento, le ipotesi a sostegno che “il Condottiero
del patto” sia il Nostro Signore Gesù Cristo semplicemente non
reggono davanti all’evidenza.
Anche se è indiscutibile
che il versetto 31 si riferisca alla distruzione del Tempio in quanto
citato dalla Fonte più autorevole di tutte, non possiamo asserire lo
stesso per il versetto 22 il quale, al contrario, potrebbe menzionare
avvenimenti accaduti anche molti anni prima.
Se la parte successiva è
anch’essa in ordine cronologico com’è scontato pensare, diventa
immediatamente chiaro il significato in quanto ci dice che egli (cioè
il re del nord) “porterà
all’apostasia quelli che agiscono malvagiamente contro il patto”
e questo è un
riferimento all’apostasia di cui avvertì Paolo – Atti 20:29, 30;
2 Tessalonicesi 2:7
Se infatti questa illegalità
era già all’opera nel primo secolo, questa profezia non esce
necessariamente dal quel periodo e la scrittura sta semplicemente
specificando che in futuro questi l’avrebbero fatta da padrone.
L’apostasia è
completamente formata ed evidente entro la fine del primo secolo quando il
“cristianesimo” diventa religione di stato (quindi
è stata Roma a condurli all’apostasia esattamente come dice la
scrittura) ma essa non comparve certo dal nulla.
Come avvertì Paolo, tutto
era già in fermentazione nel primo secolo.
Comunque i cristiani fedeli,
cioè quelli che conoscevano davvero il loro Dio
(confronta Giovanni 15:20, 21) “agirono con efficacia” rimanendo
fedeli fino alla morte e durante la loro opera di predicazione
“impartirono intendimento a molti” - Daniele 11:32, 33; Atti 16:5
Tutte le ricostruzioni
storiche che escono dallo stato di Israele o dai primi cristiani non
hanno il supporto della Scrittura, al
contrario la Scrittura
dice chiaramente che l’apostasia non avrebbe avuto più alcun freno
con la morte dell’ultimo apostolo; Daniele non sta facendo altro
che rimarcare
questa profezia
confermando
quanto detto dall’apostolo Paolo.
Non solo.
Questa conclusione rafforza
ulteriormente quanto abbiamo già visto nell’articolo dedicato al
ripristino della vera adorazione.
La
vera adorazione scompare con gli apostoli (gli unici che avevano
intendimento) e da quel momento in poi nessuna organizzazione
religiosa sulla terra ha potuto più definirsi “organizzazione di
Dio” ma essa ripartirà da quelli che hanno
intendimento
esattamente
come
nel primo secolo.
Sappiamo infatti che i
144.000, o una parte d’essi, saranno coloro che ripristineranno la
vera adorazione.
Anche se non possiamo
escludere che singoli cristiani di altre nazioni e confessioni
abbiano avuto, nell’arco della storia, una certa perspicacia (come
la storia dimostrerebbe) è comunque da Israele che deve
ripartire la vera adorazione.
In Rivelazione, alla fine
della loro predicazione vediamo “spuntare” la donna, ovvero
l’organizzazione di Dio sulla terra, ben riconoscibile e
purificata.
Ed ecco che il “cambio di
re” potrebbe trovarsi proprio tra il versetto 35 e il versetto 36
in quanto, avendo precedentemente menzionato la persecuzione fino
al tempo della fine, solo da questo momento in poi si stia
parlando di avvenimenti relativi a quel tempo.
I versetti che vanno dal 36
al 39 infatti recitano “Il
re farà quello che vorrà, si esalterà e si magnificherà al di
sopra di ogni dio; pronuncerà cose sorprendenti contro l’Iddio
degli dèi. E avrà successo finché l’ira non avrà raggiunto il
limite, perché quello che è stato deciso deve compiersi. Non avrà
riguardo per l’Iddio dei suoi padri, né per il desiderio delle
donne né per alcun altro dio, ma si magnificherà al di sopra di
tutti. Piuttosto darà gloria al dio delle fortezze; con oro,
argento, pietre preziose e oggetti di valore darà gloria a un dio
che i suoi padri non avevano conosciuto. Agirà contro i bastioni più
fortificati, insieme a un dio straniero. Conferirà grande gloria a
quelli che lo riconosceranno e li farà governare fra molti; e
ripartirà il suolo dietro compenso”.
Non è necessario, dunque,
cercare innumerevoli re del nord o del sud per tutto l’arco della
storia umana perché se non ci facciamo guidare dai nostri
preconcetti, la Scrittura è chiara.
Avendo quindi escluso quelle
ricostruzioni storiche forzate che includono Carlo Magno, Guglielmo I
o Hitler, vediamo quanto questa descrizione rimarca le parole del
Signore, dell’apostolo Paolo e del libro Rivelazione – confronta
Daniele 7:11; Matteo 24:24; 2 Tessalonicesi 2:3-12; Rivelazione
13:11-14
Il tempo della fine, in
riferimento al rapporto con i veri cristiani e il tentativo di Satana
di sviarli, è evidente in questi versetti.
E così siamo passati direttamente
dal penultimo re del nord (nel primo secolo) al “tempo della fine”.
Sarà sempre il re del nord,
esattamente come accadde in passato, a sviare i falsi cristiani e
questa volta sarà completamente manifesto attraverso il falso
profeta – Rivelazione 13:11-14
I 144.000 avranno l’incarico
di ripristinare la vera adorazione ed a loro si uniranno un numero imprecisato di persone che proseguiranno la predicazione –
confronta Rivelazione 12:17
Saranno proprio questi
“cristiani delle nazioni” a ricevere la persecuzione nell’ultimo
periodo del sistema satanico – confronta Rivelazione 12:17
Da quanto abbiamo visto,
quindi, non è assolutamente necessario cercare i rispettivi re, di
nord e di sud, in quell’arco di tempo in cui Israele non esiste.
Questo ci permette non solo
di rimanere coerenti con la statua di Nabucodonosor che termina con
l’impero greco-romano per poi passare all’ultimo impero dominante
nonché con il “quinto” corno del capro, ma anche di comprendere
meglio il significato di alcune scritture.
Il popolo di Dio, nonostante la persecuzione, avrà un
risveglio e sarà impegnato, negli ultimi giorni, ad impartire
intendimento a molti.
Lo stesso faranno coloro che
accetteranno il loro messaggio.
Questo riconferma e quindi
rafforza quello che abbiamo visto in merito alla vera adorazione.
Comprendendo a che punto ci
troviamo nell’adempimento della profezia, attendiamo dunque con
ansia l’avvenimento successivo (l’ultima guerra tra il re del
nord e il re del sud) perché, anche se è un’aspettativa
tutt’altro che allegra, a quel punto sapremo
che il Nostro Signore è davvero alle porte e quello sarà anche il
momento di “levare in alto la testa” - Marco 13:29, 30
* Gli articoli menzionati si
trovano ai seguenti link
**
Questo significa che da Aureliano in poi (menzionato nel libro
"Prestate attenzione alle profezie di Daniele!" a
partire dalla pagina 240)
tutte le ricostruzioni sono
errate perché
assolutamente arbitrarie.
Tra l’imperatore
Vespasiano e Traiano ci sono ancora gli imperatori Tito Flavio
Vespasiano (79-81), Tito Flavio Domiziano (81-96) e Marco Cocello
Nerva (96-98).
*** Molti esegeti e
commentatori ritengono che sia un riferimento a ciò che accadde nel
periodo di Antioco IV Epifane (il quale, secondo loro, dovrebbe essere anche il
quinto corno del capro) e Giuda Maccabeo.
Come spiegato in un articolo
precedente, per quanto riguarda il capitolo 8 di Daniele, le
Scritture semplicemente non corroborano e anzi demoliscono questa
ipotesi.
Infatti non è possibile
identificare Giuda Maccabeo come il “Principe dell’esercito” a
cui vengono tolti i sacrifici continui e per altri particolari
importanti.
A questo riguardo si veda
l’articolo intitolato “Quattro Armaghedon o uno soltanto?” nel
seguente link
http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/09/quattro-armaghedon-o-uno-soltanto.html
Comunque un errore comune è
stato quello di fare un parallelo tra questi versetti del capitolo 8
e quelli del capitolo 11.
Mentre nel capitolo 8 si
parla del “Principe dell’esercito dei cieli” a cui, tra
l’altro, si fanno sacrifici continui e si dice, inoltre, che
l’avversario “raggiunge i cieli” e toglie il sacrificio al “Suo
santuario” (suo, del Principe dell’esercito) nel capitolo 11 si
parla semplicemente di un generico “capo dell’alleanza” e il
contesto parla di schermaglie militari.
E’ evidente che i due
soggetti non possono essere paragonati.
Articolo scritto originariamente in data 31/03/2018
Articolo scritto originariamente in data 31/03/2018
È un articolo molto profondo che sconvolge le nostre attuali convinzioni riguardo a questo soggetto.
RispondiEliminaComunque, il salto di tempo tra l'impero romano e l'ultimo re o piccolo corno, potrebbe spiegarsi bene se teniamo conto dell'apostasia predetta, cioè, il cristianesimo puro, scompare al tempo di Roma e ricompare al tempo della fine. Non c'è bisogno di tirare in ballo un ristabilimento, abusivo o meno, d' Israele sul suolo di Palestina.
Indubbiamente le due cose sono strettamente legate.
EliminaComunque i rispettivi re esistono solo in virtù di Israele e non propriamente con l'apostasia.
Nel passato Israele si sviò molte volte e la vera adorazione venne calpestata ripetutamente, ma questo non influì minimamente sull'esistenza dei due re. Al contrario, Geova si servì proprio del re del nord per punire il Suo popolo apostata e ribelle.
Caro Israeli apprezzo la profondità dei tuoi post, certamente il desiderio di penetrare lo sguardo nelle cose profonde ci accomuna.
RispondiEliminaLa lettura dei tuoi post richiedono una notevole concentrazione, occorrerebbe magari una sintesi finale sui vari argomenti trattati.
Se ho capito bene il tuo pensiero, correggimi se sbaglio,
▪L'identità del re del nord/sud potrà essere identificata solo quando ci sarà una guerra che coinvolgerà l'attuale territorio di Israele.
▪questo corrisponde ai piedi di ferro e argilla della statua di Daniele, passando quindi direttamente da Roma alla potenza che attaccherà Israele, e poi sarà distrutta dal Regno di Dio.
• che la vera adorazione sarà ripristinata ad opera di una parte dei 144.000, e avverrà nel futuro quando gli eventi mondiali renderanno evidinte l'adempimento delle profezie di Daniele, di Gesù in Matteo 24 e Rivelazione.
• il ripristino o risveglio della pura adorazione porterà a impartire ulteriore intendimento ad altri con la salvezza di quelli che comprenderanno.
• nel 1914 non accadde nulla, gli avvenimenti descritti sono ancora futuri. Noi attuali cristiani amanti di Dio e della sua Parola faremo parte del ripristino della pura adorazione futura.
Solo un appunto da tener presente. Al tempo in cui scrissi l'articolo "Chi è il piccolo corno che si fece grandissimo" non avevo ancora raggiunto questo intendimento per cui parte dal principio (errato) dei precedenti re. Ho fatto un appunto alla fine e a breve lo riscriverò completamente. A parte questo errore, il principio per riconoscere l'ultimo re del nord riportato in quell'articolo rimane valido.
EliminaA rigor di termini, da quello che si comprende confrontando Daniele, l'identificazione dei due re ha a che fare con l'esistenza di Israele ed eventualmente le mire di questi re su quel territorio non propriamente con il suo attacco. Uno dei due re attualmente la protegge, non l'attacca e non l'attaccherà, ma è comunque il re del sud. Noi sappiamo già che il re del nord è la Russia e questo a prescindere dalla guerra che non è ancora iniziata. A questo riguardo puoi andare a vedere l'articolo intitolato "Chi è il piccolo corno che si fece grandissimo?" Ovviamente non esiste né re del sud né re del nord senza Israele e quindi ogni identificazione precedente alla sua esistenza (a cui credetti anch'io, all'inizio) è errata.
RispondiEliminaI 144.000 - o una parte d'essi - inizieranno a predicare ripristinando la vera adorazione verso la fine della guerra.
Esatto. Coloro che presteranno ascolto a questa predicazione, si uniranno nella più grande opera di predicazione fino alla fine del sistema di cose.
Se non l'ahi ancora fatto, ti suggerisco di leggere l'articolo intitolato "Svelato un sacro segreto: il ripristino della vera adorazione"
Come è incoraggiante rivedere i commenti di fratelli e amici che non si sentivano ormai da mesi e che hanno dato un valido contributo a questo blog. Saluti a tutti voi, che Dio vi benedica. Alcuni di noi, no possono più associarsi alla fratellanza per ovvi motivi, e sentirvi è come un sorso d'acqua in una terra arida. Continuate a commentare. Vorrei dire, a Samgar e ad altri che si chiedono cosa fare in attesa della predicazione degli eletti, di continuare a predicare queste meravigliose verità, si sono aperti nuovi campi, non possiamo predicare a tutti i fratelli apertamente, continuiamo ad interessarci di loro, se ve lo permettono, ad un inattivo come me, viene chiesto spesso il perché del mio allontanamento, per loro è molto insolito che un inattivo si interessi di loro, telefonando, scrivendo o andando di persona a trovarli. Valutate il terreno, siate cauti, con molti sarà meglio non dare spiegazioni, ma altri pensano che vi sia stata fatta un ingiustizia all'interno della Sua organizzazione. Dite che aspettate l'adempiersi delle profezie, e la venuta della guerra e poi del Regno! Vittorio65
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